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Budrio

E un comune dell'Emilia-Romagna, in provincia di Bologna, con  16.673 abitanti. E famoso per l'ocarina, strumento musicale costruito dal budriese Giuseppe Donati.

Storia

Budrio ha antiche origini umbre, come attesta anche il suo antico nome, Butrium di origine prelatina. Nel periodo di rinascita economica dopo il Mille, gli uomini di Budrio si unirono in un Consorzio o Partecipanza di beni agrari, dati loro in proprietà perché li rendessero produttivi, a vantaggio di tutta la comunità. Nel 1388 i budriesi ottennero la cittadinanza bolognese, che in un primo tempo portò benefici economici. La comunità di Budrio, che nel 1531 si era divisa in due: Budrio Dentro e Budrio Fuori, ciascuna con compiti specifici, ma unite nelle questioni generali, godette di un periodo di pace e benessere, come testimonia il fervore edilizio di quegli anni. Le numerose Confraternite costruirono chiese e ospedali. Importante anche la fondazione, nel 1556, di una scuola pubblica, fra le prime del territorio bolognese, dove si insegnava a leggere, scrivere, “far di conto”, e Latino. Le lotte civili fra nobili famiglie, iniziate alla fine del Cinquecento, si protrassero per tutto il secolo seguente, che vide anche una terribile peste (1630)  e una carestia (1648). Con la Restaurazione, Budrio torna a far parte della Legazione di Bologna; sotto il governo pontificio, diventa sede di Governatorato, e il Papa Gregorio XVI le restituisce i beni della Partecipanza. Le idee risorgimentali di libertà e indipendenza della patria ebbero entusiasti seguaci a Budrio: nel 1848 i budriesi del Battaglione Idice, al comando di Luigi Cocchi, si distinguono in vari combattimenti per l’Unità d’Italia; non pochi volontari budriesi vanno ad ingrossare le file dei garibaldini, mentre si afferma la singolare figura di Quirico Filopanti, patriota, politico, amministratore civico, docente universitario, segretario della Costituente nella Repubblica Romana del 1849, scienziato e astronomo. A Budrio, divenuta nel 1860 Municipio del Regno d’Italia, sorgono le prime associazioni popolari. Fra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento si ebbe una decisa ripresa dell’edilizia nel centro urbano, ma soprattutto, seguendo l’infelice esempio di Bologna, si abbatté una cospicua parte delle mura. Fra la prima e la seconda guerra mondiale, Budrio visse le stesse drammatiche esperienze di tutta Italia: dai 370 budriesi caduti nella Grande Guerra ai tragici episodi durante l’occupazione nazista, alla partecipazione alla lotta di liberazione, il cui episodio più notevole fu la battaglia di Vigorso, dove trovarono la morte 36 partigiani e 8 civili. Le origini di Budrio sono molto antiche. Sebbene il toponimo sembri celtico, i segni di civilizzazione più antichi ancora riscontrabili sono di epoca romana. La ricostruzione di Budrio fu voluta dal Cardinale Albornoz nel secolo XIV in forma di castello. L'unico tratto superstite delle mura trecentesche è visibile presso Piazza Matteotti. A Budrio è nato Giuseppe Barilli (1812), che con lo pseudonimo di Quirico Filopanti verrà nominato nel 1860 Professore di Meccanica e Idraulica all'Università di Bologna. Sempre a Budrio, il 16 gennaio 1881, nasce Ettore Guizzardi noto per aver parteciapto, al fianco del Principe Scipione Borghese e del giornalista Luigi Barzini, al famoso Raid Pechino-Parigi come meccanico e pilota della mitica Itala.

Da vedere

I TORRIONI E LE MURA - edificati nel 1376, recentemente restaurati insieme all’unico tratto superstite delle mura trecentesche. I Torrioni di nord-est e di sud-est, invece, furono eretti nel secolo seguente, nell’allargamento della cinta muraria, che comprese nel Castello il Borgo. Essi delimitano il lungo tratto di mura “nuove” (via Verdi), completate nel 1506, che sopravvissero alla grande demolizione del 1911. Sono a pianta circolare; più elegante quello di sud-est, con una merlatura coperta da un tetto. Di entrambi, come pure delle mura, è imminente il restauro.

PALAZZO COMUNALE E LA TORRE DELL’OROLOGIO - risale al secolo XIV, quando sorse il primo edificio del complesso: la Torre detta ora dell’Orologio, anticamente della Guardia, poiché tale era la sua funzione. Oggi, negli uffici e nei corridoi dei vari piani si possono ammirare opere di artisti locali ed internazionali, donati al Comune dopo esposizioni, che formano una vera e propria galleria di arte moderna offerta gratuitamente e sempre fruibile dai cittadini.

PALAZZO GANDOLFI - in via Bissolati. Il suo aspetto odierno risale al 1830, quando furono riuniti dei fabbricati del Sei-Settecento. La facciata a sud è ornata da un elegante timpano. Sull’angolo nord-ovest, si erge una torre settecentesca che domina il cortile cinto di mura, formando, con la casa adiacente, un complesso caratteristico chiamato popolarmente Corte del muto.

PALAZZO TUBERTINI - si trova in via Partengo. Villa con un’elegante facciata settecentesca ed una loggia a tre arcate a cui si accede da una doppia scalinata. L’interno è stato frazionato in appartamenti.

SANTA MARIA DEL BORGO - l’ingresso della chiesa si apre sotto il voltone del Palazzo Comunale. Iniziata nel 1517 per volere della “Compagnia del Borgo” (o del Santissimo Crocefisso), fu terminata solo un secolo dopo. L’interno è a pianta rettangolare con una sola navata coperta da una volta a botte e tre cappelle laterali.

SANT'AGATA - la chiesa risale al XV secolo, con la sua prima fabbrica eretta nel 1410. L’interno è opera del budriese Giuseppe Tubertini, che vi lavorò fra il 1783 e il 1792, anni in cui fu dato un nuovo assetto alla chiesa, con una navata centrale coperta da una volta a botte e due cappelle laterali. All’inizio della navata si trovano due rari bassorilievi settecenteschi raffiguranti San Filippo Neri e Sant’Emidio, attribuiti a Domenico Palmerani. Recentemente la chiesa e i suoi arredi sono stati sapientemente restaurati, ed anche il prezioso organo ha riacquistato la sua armoniosa voce.

CHIESA DI SAN DOMENICO DEL ROSARIO - che si affaccia sulla piazza Antonio da Budrio, fu eretta nel 1605 dalla “Confraternita del SS. Rosario”. Nel 1615 fu affidata ai frati domenicani - per i quali erano stati fabbricati alcuni locali adiacenti ad uso di convento - che vi rimasero fino all’epoca napoleonica, quando il convento e la confraternita vennero soppressi. All’interno, costituito da una navata centrale e quattro cappelle per lato, separate da pilastri con ricchi capitelli corinzi, troviamo importanti opere pittoriche: la grande pala dei Misteri del Rosario e l’Assunta, del bolognese Alessandro Tiarini; il San Giovanni Battista e San Pietro Martire di Francesco Albani; il San Vincenzo Ferreri di Ubaldo Gandolfi, e la Santa Rosa da Lima, del budriese Gian Battista Caccioli.

PIEVE DEI SANTI GERVASIO E PROTASIO - chiesa parrocchiale, sorge ad un chilometro circa ad ovest del centro budriese ed è la prima chiesa del territorio e fra le più antiche della diocesi bolognese.  L’attuale forma architettonica dell'esterno risale al secolo XVIII, quando venne costruita l’elegante facciata ed eretto un nuovo portico. L'interno presenta tre navate: la centrale, coperta da volta a botte, risalente al XVII secolo; le laterali, con quattro cappelle per lato, furono aggiunte nei restauri del 1810. Nella prima cappella di sinistra si trova la preziosa croce di marmo bianco, di epoca carolingia con accanto l’antico fonte battesimale ricavato da un capitello di epoca tardo-romana. Nelle  altre cappelle opere pittoriche di Iacopo Alessandro Calvi, detto il Sordino. Nella terza cappella di sinistra c’è un’opera contemporanea, la pala d’altare dedicata a S. Clelia, realizzata dal budriese Dante Mazza nel 1991.

Come arrivare

In auto: Autostrade da Nord autostrada A13 uscita Bologna Interporto; da Sud autostrada A1, uscita Bologna - San Lazzaro di Savena; da Est autostrada A14, uscita Bologna - S. Lazzaro di Savena; da Ovest autostrada A1, uscita Bologna - S. Lazzaro di Savena.

In aereo: scalo all'aereoporto di Bologna Guglielmo Marconi.

In treno: dalla stazione centrale di Bologna parte la linea Bologna - Portomaggiore gestita dalle F.E.R.

Tipologie