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Gaggio Montano

Comune dell' Emilia-Romagna, in provincia di Bologna, con  5.012 abitanti  ha una superficie di 58,7 chilometri quadrati. Il comune è ai confini con la provincia di Modena. Sorge a 682 metri sopra il livello del mare.

Storia

Altri toponimi come Cà dei Soci rimandano alla presenza di elementi avaro-bulgari, penetrati nell’ Esarcato verso il VI secolo d.C. e che popolarono sicuramente la fascia pedemontana tra Samoggia e Savena. Il primo documento che parla di Gaggio è il diploma del re longobardo Astolfo del 753 con cui il sovrano donava al fratello Anselmo, abate di Nonantola, il Gajum Reginae. Nel periodo medioevale sorgono le potenti fortificazioni del Belvedere e di Castel Leone, abbattute o abbandonate dal Comune di Bologna solo nella seconda metà del Cinquecento. Del primo rimangono ampie testimonianze nei ruderi so ampie testimonianze nei ruderi superstiti. La Rocca di Gaggio è ancora identificabile nella dimora che fu poi dei Capacelli e degli Albergati. La sua sostanziale fedeltà al Comune di Bologna la sottopose anche nel Quattrocento ad attacchi e distruzioni dai quali tuttavia seppe sempre risollevarsi e che il Comune felsineo contribuì a realizzare mediante la concessione di sgravi ed esenzioni. Nel tardo Quattrocento e agli inizi del secolo successivo da Gaggio prese le mosse la potente famiglia dei Tanari che, attraverso il commercio del carbone e del legname e in seguito inurbatasi, divenne una delle più ricche e potenti della città. Altra notevole famiglia che ha lasciato tracce monumentali della sua presenza è quella dei Capacelli, poi imparentata con le potenti famiglie bolognesi degli Albergati e dei Grassi. Non dissimilmente da tanti altri comuni della montagna bolognese, tra Ottocento e Novecento Gaggio pagò un forte tributo al fenomeno dell’emigrazione: la Prussia, la Francia e l’America furono le principali destinazioni cui si avviarono i nostri emigranti. In questo periodo così difficile si colloca l’azione di don Carlo Emanuele Meotti, parroco di Gaggio dal 1888 al 1929. Azione, quella di Meotti, che non si esaurisce nella sola dimensione religiosa ma investe anche il campo sociale, economico, e persino urbanistico. Nella sua storia più recente Gaggio si è trovata ancora una volta coinvolta in avvenimenti più grandi di lei, pagando un pesante tributo di distruzioni e di morti culminate nell’eccidio per rappresaglia tedesca di Ronchidoso del settembre 1944. Oggi Gaggio è imp Gaggio è impegnata a coniugare un costante e importante sviluppo industriale con la salvaguardia del suo ancora notevole patrimonio storico - culturale ed ambientale.

Da vedere

Sasso di Rocca - da qualunque parte si arrivi a Gaggio non si può fare a meno di notare il grande blocco ofiolitico che sovrasta il paese conferendogli un aspetto del tutto particolare. È attorno al Sasso che si sviluppa il caratteristico nucleo antico con le sue emergenze architettoniche e percorso da suggestive viottole.

Chiesa dei Santi Michele e Nazario - è stato eretto negli anni 1890-98, per impulso di mons. Carlo Emanuele Meotti, in forme classicheggianti su disegno di Vincenzo Brighenti. Sul lato nord sono ancora evidenti le strutture dell’antica chiesa così come sul lato est l’abside romanica con interventi posteriori. L’ampia facciata prospetta su una grande scalinata, fiancheggiata da giardini e da piante secolari. Il luminoso interno, a tre navate su colonne e con ampio presbiterio, conserva numerose opere d’arte provenienti dall’antica chiesa.

Oratorio di San Giovanni Evangelista - di antica origine, il complesso è situato nelle adiacenze della parrocchiale e si compone di due edifici, il più antico dei quali conserva un pregevole dipinto del tardo ‘400 raffigurante Cristo portacroce con la Madonna e san Giovanni evangelista e ampie tracce di affreschi della fine del sec. XIV con un interessante Giudizio Universale.

Ponte - e il borgo originario di Gaggio, stretto attorno al Sasso, dove sono da segnalare, oltre la Ca’ del Ponte con un parco ricco di essenze pregiate, la Casa Tanari, al cui cortile si accede per un arco cinquecentesco, e la Casa Capponi.

Gazzana - situato in fondo al paese è, in ordine di tempo, il secondo nucleo storico di Gaggio. Risale ai secoli XIV-XV quando venne realizzata da un ramo dei Tanari una prima dimora facente capo a una vasta proprietà fondiaria. Nell’interno sono ancora visibili soffitti lignei istoriati e gli eleganti sedili scolpiti nello strombo delle finestre. Interessanti, in questo edificio, i due portali di accesso sui prospetti est e ovest e alcune residue finestre del piano terra, sulla facciata ad est, delineati da cornici a bugnato. Sulla piazzetta antistante si trovava, fino gli anni ’60 di questo secolo, la residenza comunale, poi trasferita in quello che è diventato oggi il centro del paese.

Palazzo Comunale - prospetta, con la sua ampia facciata rivestita di conci di pietra di Montovolo, sull’attuale piazza Arnaldo Brasa, il sindaco della ricostruzione di Gaggio e raffigurato nel busto del figlio Aldo dedicatogli dall’Amministrazione comunale nel 1987. Il palazzo è stato eretto, insieme con l’attiguo edificio già scuola elementare, su disegno di E. Pascale nel 1961, centenario dell’unità d’Italia.

Parco delle Rimembranze - nel parco, piantato a cipressi a ricordo dei caduti nella Grande Guerra, è stata eretta nel 1952 una cappella dedicata alla Madonna del Grappa dove sono ricordate le vittime sia militari che civili delle due guerre mondiali e dell’eccidio di Ronchidoso.

Come arrivare

In auto: dall'A1 uscita Sasso Marconi, prendere la SS 64  fino a Marano e proseguire per Montese.

In trno: Linea Bologna - Porretta Terme fermata Silla o Porretta.

In aereo: aeroporto di Bologna.

Tipologie