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Caino

Caino conta 1.613 abitanti, della provincia di Brescia, e ha una superficie di 17,1 chilometri quadrati per una densità abitativa di 94,33 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 385 metri sopra il livello del mare.

Storia

D'epoca romana sono numerosi reperti ritrovati in zona. Essi confermano che la località era abitata e che gli insediamenti erano dislocati a Villa Mattina, a Villa Sera, in Messane, al Pozzolo, dove fu ritrovato, con altri materiali, un grosso mortaio in pietra. In località Cloasso, in Val Bertone, accanto a tracce d’insediamento fu scoperta una necropoli del II - IV secolo con dodici tombe. Caino appare citato per la prima volta in pergamene dell'anno 1041 e dell’anno 1053 provenienti dal monastero in Monte Orsino di Serle e successivamente negli Statuti Comunali di Brescia dell’anno 1246. Nel 1401, però Roberto di Baviera, per assicurarsi aperto il Valico delle Coste, concedeva il territorio di Caino e di altri comuni limitrofi in feudo ad Alberghino da Fusio detto il Generoso. Agli inizi del 1500 a Caino esistevano due cartiere ed una fucina per la lavorazione di armi molto apprezzate per la buona qualità dell’acciaio. Non è noto quando il paese raggiunse l’autonomia religiosa dal Pievato di Nave, ma l’esistenza della parrocchia è attestata in documenti dell’anno 1504. Le attività produttive dopo un brillante avvio nei primi anni del dominio veneto, ristagnarono nel corso del 1600 e del 1700 accompagnate da una notevole flessione demografica; sopravvissero le cartiere, ma scomparve l’industria delle armi in seguito alle restrizioni doganali imposte da Venezia e al naturale calo della domanda di armi bianche. Le quattro fucine esistenti nel 1641 convertirono l'attività cominciando la produzione di arnesi e strumenti agricoli, con scarsa fortuna. Nel dicembre 1704, durante la guerra di successione spagnola, Caino fu occupato dalla cavalleria imperiale che lasciò segni visibili per molto tempo. Il 15 agosto 1796 il generale Bonaparte, scortato da 400 dragoni a cavallo, attraversava il paese e saliva alle Coste di S. Eusebio diretto a Odolo e negli avvenimenti successivi della campagna Napoleonica le truppe francesi occuparono Caino danneggiando la chiesa e devastando gli archivi parrocchiali. Anche Don Faustino Borra fu ucciso all'epoca in circostanze poco chiare. In anno 1851 – 1852 le vallette nascoste di Nave e Caino divennero basi segrete di esercitazioni di Tito Speri e dei suoi seguaci, che proprio a S. Eusebio tenevano nascoste delle armi. A partire dal 1949 furono fatte richieste al ministero affinché fosse ripristinata l’antica autonomia chiedendo contemporaneamente che il nome del paese fosse cambiato in Millefonti. Molti criticarono quest’ultima iniziativa, poi abbandonata, e in un articolo sul Giornale di Brescia del 9 ottobre 1949, Natale Bottazzi spiegava che il nome del paese aveva nulla a che vedere con il biblico fratricida, ma che derivava dalla voce dialettale Caì, abbreviazione dell’antico toponimo ligure Caiò , che significa casa, luogo recintato.

Da vedere

La Chiesa Parrocchiale di San Zenone - la pala dell'altare maggiore raffigurante la Vergine seduta su un alto basamento in atto di reggere con la mano destra un libro e di sostenere con la sinistra il Bambino e al centro S.zeno inginocchiato, l'Eremo di San Giorgio del XIII secolo, il santuario della Madonna delle Fontane collocato in un paesaggio naturale suggestivo, il Santuario di San Rocco.

Il Santuario di San Rocco - sorge su un dosso che domina il paese ed è facilmente raggiungibile, in circa 15 minuti, grazie ad un comodo sentiero che inizia dal sagrato della parrocchiale. Fu edificata probabilmente in seguito alla peste di S. Carlo dell'anno 1576 che decimò la polazione di Caino. Il suo aspetto attuale è però dovuto ad interventi di ampliamento ed abbellimento in seguito alla peste del 1630, durante la quale si accrebbe la devozione a questo pellegrino che nel corso del XIV° secolo si prese cura degli appestati. Il santuario fu quindi costante riferimento nei tempi tristi dei contagi. L'interno seicentesco presenta una sola navata con il presbiterio dominato dal grande affresco dedicato al Santo.

Santuario della Madonna delle Fontana - è collocato in un luogo suggestivo, immerso nel verde e nel silenzio, solo a tratti rotto dall’acqua delle fonti, in un paesaggio naturale che favorisce la riflessione e la meditazione. Le sue origini non sono note con certezza. Secondo la leggenda, infatti, l’Addolorata sarebbe apparsa ad un mandriano muto suggerendo il rimedio per sconfiggere un terribile morbo. All’interno l’edificio sembra più esteso di quanto non sia nella realtà. Il progettista, il noto architetto Domenico Corbellino, seppe modulare con armonia gli spazi, alternando sporgenze e rientranze, spiccata elevazione e forte plasticità degli elementi creando così un ambiente monumentale e suntuoso.

Come arrivare

In auto: da Brescia, lungo la direzione Valle Trompia, può fare riferimento alle indicazioni per la Strada Statale n. 237 del Ponte Caffaro che, transitando per Bovezzo e Nave, raggiunge l'abitato di Caino.

Tipologie