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Moniga del Garda

Comune lombardo, in provincia di Brescia, con circa millesettecento abitanti. Il comune è ai confini con il Veneto. Moniga del Garda si trova verso l’interno tra splendidi oliveti.

Storia      

Sul nome Moniga ci sono diverse interpretazioni linguistiche: c'è chi lo ritiene derivante dal toponimo germanico “Morn” e chi lo risale alla presunta presenza di un santuario dedicato alla dea ateniese “Diana Munichia”. Di epoca romana è la lapide votiva dedicata a Benacus, ritrovata fortuitamente durante una ristrutturazione edilizia ed ora conservata presso il municipio. Di Molmenti rimane a Moniga l'antica dimora, già Palazzo Brunati, portatagli in dote dalla prima moglie e affrescata da pittori veneziani amici del senatore. Ora l'edificio di proprietà della famiglia Bertanzi viene parzialmente messo a disposizione del pubblico durante alcune manifestazioni estive dedicate a Momenti ed al vino Chiaretto. Caratteristico è il nucleo più antico del paese in località “Pozzo”, dove, passeggiando lungo strette viuzze, è possibile scorgere scorci di lago o particolari architettonici di un certo pregio, pur senza sfarzo.

Da vedere        

Il Castello - è uno fra i meglio conservati, sia per quello che riguarda la pianta, sia per le strutture murarie. E' una costruzione difensiva di tipo comunale, molto simile a quella di Padenghe e alle altre presenti in Valtenesi. Il castello si trova nella parte occidentale dell'abitato, su una leggera altura coltivata a vigneto; non è, come altre costruzioni simili, sul ciglio di una scarpata, ma sulla strada che collega alcuni dei castelli di cui abbiamo parlato. Fu costruito, come gli altri, per far fronte alle invasioni ungare del X secolo; poi, ormai diroccato, per un certo periodo il castello venne abbandonato.

Chiesa di San Martino - fu consacrata dal vescovo Ermolao Barbaro e dedicata a San Martino, protettore dei cavalieri, dei militari, dei sarti e degli osti, un santo il culto del quale era stato introdotto in Italia dai Franchi. Nel 1576 infatti, più di un secolo dopo il distacco da essa, risulta che il Comune di Moniga pagava ancora alla Pieve di Santa Maria quattro libbre di cera bianca e mezza libbra di incenso. La chiesa mantenne l'aspetto che aveva allora fino alla metà del Settecento, quando fu ricostruita quasi interamente: dapprima, nel 1778, fu allungata dalla parte dell'altar maggiore, poi, nel 1796, dal lato della facciata, che fu completamente rifatta. L'interno, a una sola navata, è decorato con stucchi e marmi. Cinque sono gli altari: a destra, quello dedicato a San Giuseppe e poi quello del Santo Rosario; a sinistra, l'altare del Crocifisso e quello dedicato alla Vergine, con una statua di legno dorato della Madonna ed una, simile, di Santa Lucia. L'altare maggiore, al centro del presbiterio, ricorda, nello stile e nelle decorazioni, la sua chiara origine barocca. Particolarmente belli sono gli intarsi di marmo a vari colori, che creano un effetto di grande armonia.

Chiesa della Madonna della Neve - e isolata, nella campagna di Moniga, non lontana dal lago. Alti cipressi e un corso d'acqua la fiancheggiano su un lato, alle spalle ha il cimitero comunale, la facciata è rivolta ad est, verso il Garda. Costruita in stile romanico, risale probabilmente alla seconda metà del XVI secolo: non viene mai citata, infatti, nei verbali delle visite pastorali che il vescovo Gian Matteo Giberti compie in Valtenesi tra il 1529 e il 1541. Un ingresso secondario si trova sul lato settentrionale della chiesa. Il suo interno si presenta ad aula unica, costituito, cioè, da un solo grande vano e dall'abside.

Come arrivare

In auto: dista da Brescia 30 km.

Tipologie