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Giano Vetusto

Piccolo comune della Campania, in provincia di Caserta con 653 abitanti e ha una superficie di 11,5 chilometri quadrati. Sorge a 225 metri sopra il livello del mare, sulle colline prospicienti il monte Maggiore, posto a chiusura della valle del basso Volturno, al nord dei monti Tifatini. L'economia è legata principalmente all'agricoltura ed all'allevamento.

Storia

Il nome del paese deriva sicuramente da quello del dio venerato nell'antica Roma, anche perché esistono dei ruderi attribuiti, per antica tradizione, al tempio del dio Giano. Facente parte fino al 1034 del Tenimento di Calvi, successivamente Giano Vetusto passò sotto il dominio di Capua, seguendone le vicende storiche.  Nell’anno 1034 Giano era uno dei quaranta Casali della Città di Capua, dominata dai principi Longobardi, e a questa città Giano fu stabilmente sottomessa fino al 1765, allorché divenne università autonoma ed indipendente. Dunque, se fino all’anno 1000,non si sa con prove certe, se Giano era sottomessa a Capua e a Cales , se fosse stata un grosso paesetto o pochissime o misere capanne, se fosse stata solamente terreno di pascolo e di caccia e stabilmente abitata,dal 1034 Giano entra storicamente,nella sfera di dominio della fortissima città di Capua, della quale seguì fasti e nefasti, sempre, beninteso, restando ai margini del benessere e della civiltà più avanzata e progredita. Giano, quindi, come terra di Capua, fu sottomessa al dominio dei Longobardi, dei Normanni, degli Angioini , Aragonesi , Francesi, Spagnoli. Molte volte subì attentati al suo territorio,in quanto Calvi ogni tanto sconfinava volutamente. Si ricordano, a tal proposito, gli interventi della Serenissima Regina di Napoli Giovanna II, che il 17 settembre 1425 dovette incaricare Goffredo di Gaeta di tracciare con estrema precisione i confini tra Giano e Calvi; si ricordano, ancora, nel 1468, gli interventi di Pedinando I di Aragona, Re di Napoli. Nel 1647,durante la rivolta napoletana di Masaniello, ancora un saccheggio nel 1799, ad opera delle soldatesche francesi. Dal 1811 con la riforma di Gioacchino Napoleone, Giano appartenne al Circondario di Pignataro; anche con riordinamento borbonico del 1816 il paesino rimase assegnato al detto circondario. Giano fu anche sede di una compagnia del I battaglione di stanza a Pignataro della Guardia Nazionale, istituita nel 18161 da Re Vittorio Emanuele II, per servizio di Pubblica Sicurezza per la repressione del brigantaggio e per la difesa dei cittadini. Con l’unificazione del Regno d’Italia il mandamento di Pignataro fu comprensivo dei comuni di Calvi, Camigliano, Giano, Pastorano, Rocchetta e Croce, Sparanise e Vitulazio: tale circoscrizione rimase ferma sino al 1926. In seguito, Giano fu soppresso come comune dalle leggi fasciste: i suoi abitanti incorporati al comune di Pignataro Maggiore, provincia di Napoli. Con la ricostituzione della Provincia di Caserta nel 1945, Giano ridivenne Comune Autonomo e restò assegnato al Collegio Provinciale di Pignataro Maggiore.

Da vedere

Parrocchia del Corpo di Cristo - con pianta a croce latina a una navata, è stata costruita nel 1886, ampliando la chiesa più antica, che è divenuta il transetto della nuova. La chiesa, restaurata nel 1976, presenta vari ornamenti e pitture di F. Ciccarelli. Vi è, poi, , la cappella dedicata a Sant' Antonio, con la statua del santo e due dipinti raffiguranti suoi miracoli. Nel braccio sinistro del transetto è l'altare della primitiva chiesa.

Come arrivare

In aereo: Aeroporto di Napoli Capodichino.

Tipologie