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Marzano Appio

Comune della Campania, in provincia di Caserta, con 3.160 abitanti e ha una superficie di 28,3 chilometri quadrati. Sorge a 318 metri sopra il livello del mare, sulle ultime propaggini del massiccio vulcanico di Roccamonfina.

Storia

In età romana il paese faceva parte del territorio di Teanum Sidicinum. A tale periodo riporta anche il toponimo, che risale al nome latino Marcius. Quanto ad Appio, esso è dovuto a una tradizione che assegna la fondazione del centro abitato ad Appio Claudio. Nell'Alto Medioevo il territorio di Marzano Appio faceva parte della Diocesi e della Contea longobarda di Teano. Nel 1180, comunque, esso era stato infeudato a Guglielmo della famiglia Marzano. Fu feudo dei Marzano fino al 1464, quando, a seguito del tradimento di questa famiglia nei riguardi di Ferrante d'Aragona, al momento della successione ad Alfonso il Magnanimo il suo territorio fu confiscato e devoluto al Demanio regio: in tale condizione rimase fino al 1498, quando fu assegnato a don Giovanni Borgia, duca di Candia. Nel 1507 Marzano Appio andò in possesso di Consalvo Fernandez di Cordova, il generalissimo di Ferdinando il Cattolico. Nel 1544 il territorio di Marzano con i suoi casali fu venduto a Tiberio De Gennaro, dal quale, dopo varie vicissitudini, passò ad Ansaldo Grimaldi, marchese di Modugno. Il 23 novembre 1603 Mormile morì, disponendo che i feudi di Marzano, Marzanello e Vairano passassero al primogenito Nunzio, con l'obbligo di corrispondere ai fratelli il valore della loro parte computata in 97 mila ducati. Nunzio, non avendo potuto pagare questa somma, nel 1609 cedette i feudi al fratello Marcello, cui nel 1617 anche l'altro fratello cedette i suoi diritti. Nel 1629 Mormile vendeva Marzano a don Andrea Laudati. A lui successe il figlio Agostino, che nel 1635 ebbe il titolo di duca dal re Filippo IV. Nel corso dei moti antispagnoli di Masaniello scoppiati a Napoli nel 1647-1648 Marzano fu teatro delle imprese di Domenico Colessa, soprannominato Papone, che, proclamatosi  luogotenente del duca di Guisa, fu protagonista nella regione aurunca del moto per l'indipendenza napoletana, miseramente fallito. Nel 1730 il Laudati vendette la terra di Marzano a don Pietro Lagni. Da questi passò a don Andrea Masimiro D'Ambrosio, duca Delli Quadri e, infine, al conte Giulio del Balzo. Nel corso delle vicende della Repubblica partenopea, nel 1799 anche Marzano insorse. Anima della rivolta dovette essere la famiglia Cardente, se contro di essa si rivolse in maniera particolare la repressione del generale Mack. Nell'Ottocento Marzano non restò insensibile alla propaganda mazziniana: qui la Giovane Italia trovò numerosi proseliti che, scoperti, furono esiliati in Romagna. Molto intenso è stato, tra il 1876 e il 1923, il movimento migratorio dei marzanesi, diretto in particolare verso gli Stati Uniti

Economia

Con le sue frazioni, è un centro che vive di agricoltura, di piccola industria e di artigianato. L'agricoltura, un tempo unica risorsa locale, produce cereali, olio, mele e uve. Importante è anche la coltura delle castagne e delle ciliegie. La piccola industria si basa sulle conserve alimentari, mentre l'artigianato che, fino ad alcuni anni fa, era caratterizzato, a causa dell'abbondanza di boschi cedui nell'area collinare, dalla lavorazione di recipienti di legno, ceste e oggetti.

Da vedere

Chiesa dell'Annunziata - la cui facciata è caratterizzata da un grazioso rosoncino. L'intemo è costituito da un solo ambiente con volta a botte sorretta da pilastrini e abside piatta. Gli altari e la balaustra sono moderni. Corso dell'ultimo conflitto mondiale, la chiesa venne successivamente ricostruita e riaperta ai culto nel 1956.

Cappella della Trinità - d'impianto cinquecentesco. La facciata è arricchita da un portale dai pilastrini e capitelli a motivi fitomorfì, nella cui lunetta erano resti di affreschi del Cinque-cento. All'interno della cappella si conservavano tre dipinti su tavola, raffiguranti la Vergine, San Pietro e San Paolo, che un tempo formavano un trittico.

Chiesa di San Giacomo Apostolo - di particolare interesse, con facciata in calcare racchiusa tra due campanili. L'interno, a navata unica conclusa da un'abside, è ornato da pseudocappelle e paraste con capitelli ionici alle pareti.

Cappella di Santa Maria del Carmine - in essa lavori di ripulitura effettuati  ne1 1967 hanno riportato alla luce affreschi del XV secolo, di cui uno raffigurante una notevole Madonna con Bambino che risente dell'influenza culturale umbra.

Castello - di pianta rettangolare, nella conformazione attuale rivela i caratteri tipici dell'architettura cinquecentesca, avendo assunto più l'aspetto del palazzo rinascimentale che di fortilizio. La facciata principale, con belle cornici in tufo alle finestre, presenta torri dal coronamento merlato, di cui ancora sono visibili le mensole per le archeggiature.

Come arrivare

In auto: per raggiungere Marzano Appio è necessario percorrere l'A2 Napoli - Roma, uscire allo svincolo di Caianiello e proseguire per le SS6 e SP90 fino al paese. La distanza da Napoli è di 59 km.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie