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Casteldidone

Casteldidone è un comune di 569 abitanti della provincia di Cremona, nella regione Lombardia. Il comune è ai confini con la provincia di Mantova.

Economia

Casteldidone non si differenzia molto dalla realtà economica degli altri centri del comprensorio Oglio - Po: l'aspetto dominante è quello agricolo basato sulla piccola proprietà contadina, dato l'eccessivo frazionamento del territorio avvenuto nei secoli XVI e XVII ad opera delle Confraternite e dei Consorzi di Carità allora molto attivi. Questo saporito e succoso frutto costituisce oggi una delle fonti di maggior reddito per l'agricoltura locale, tanto che il paese, dal 1972, ha deciso di festeggiare degnamente questa nuova "regina".

Storia

La prima volta che Casteldidone viene nominato nei documenti ufficiali risale all'anno 1010, quando la contessa Richilda, madre di Matilde di Canossa, compra delle "curtes" in "Castello Didoni". Quindi Casteldidone sarebbe sorto come "oppidum, ossia baluardo fortificato" abitato solo da militari, mentre la popolazione civile era ristretta in un borgo poco distante. Ciò che al tempo del Feudalesimo era il Castello. Nel 1420 Casteldidone, unito a S.Giovanni in Croce, Romprezzagno, Spineda e Calvatone prestano giuramento di fedeltà al Duca di Milano: essi rappresentano la linea di confine tra Milano e i Gonzaga di Sabbioneta e Mantova e quindi sempre esposti alle variazioni e pericoli di invasioni. Infatti nel 1427 il territorio viene conquistato dai veneziani. Si ha notizia intanto che Casteldidone fu infeudato ai forlani nel 1438 ed agli Schizzi nel 1558. Il dominio dei Gonzaga sopra Casteldidone dura fino al 1525, quasi nove anni, fino allo scontro frontale fra Francesco I e Carlo V a Pavia con la pesante sconfitta dell'esercito francese. Casteldidone torna con Cremona sotto Milano. Per il nostro paese finalmente un periodo di respiro con la ricostruzione della borgata ed un pò di pace. Nel contempo una calamità senza precedenti: la peste del 1630 di manzoniana memoria. Anche a Casteldidone lascia i suoi segni ma solo a carattere politico e sociale. Ritorna, con la famosa Restaurazione, nel 1815 Casa d'Austria. L'anelito di libertà ritorna negli italiani e dal 1848 al 1918 si compie il Primo Risorgimento Italiano. Casteldidone dà il suo contributo alla sospirata lotta per l'indipendenza. Termina qui il carosello storico per lasciare il posto alla cronaca. Casteldidone vive gli avvenimenti del contado cremonese, il quale aveva come confini quelli attuali della diocesi omonima, secondo le divisioni romane "a flumine ad flumen"; dall'Adda all'Oglio da ovest ad est; a sud il fiume Po, a nord la zona tra l'Adda ed il Serio. Liguri, Etruschi, Romani sono i popoli che si avvicendano nel dominio della Lombardia che prenderà il nome dall'insediamento longobardo. Scacciati i Didoni subentrano nel feudo di Casteldidone gli Schizzi che lo terranno, pur nelle alterne vicende delle libertà Comunali, delle Signorie e della dominazione spagnola e francese, fino al 1857 per la morte dell'ultimo erede Folchino. Essi vedranno l'avvicendarsi dei dominanti, dai Cavalcabò ai conti di Soragna, dai Visconti ai Dogi di Venezia, pur nella breve parentesi dei Gonzaga, al tempo degli Spagnoli e Francesi ed alla venuta degli austriaci con Maria Teresa, prima, di Napoleone, e poi di Francesco Giuseppe d'Austria.

Da vedere

Palazzo Mina della Scala - risale al 1596 come testimonia una lapide murata. Il committente è Ludovico Schizzi. L'architetto è ignoto. Le due torri fiancheggiatrici con le due gemelle al retro, le garrite sopraelevate per la difesaformano un tutto armonico con le ampie sale, con i vestiboli da farne un elemento tipico se non esclusivo dell'architettura mista del trecento e del quattrocento "mastio" con costruzione residenziale vera e propria. L'armonica decorazione settecentesca dei soffitti, delle ampie sale e dei vestiboli, i medaglioni, le rappresentazioni mitiche: putti e racconti mitologici, gli amorini, sono non tutti della stessa mano.

La Chiesa di Casteldidone - fu consacrata il 25 Ottobre del 1891 dall'allora Vescovo di Cremona Geremia Bonomelli in onore ai Santi Abdon e Sennen che sono i patroni del paese. Erano trascorsi cinquantacinque anni dal termine della sua costruzione. Fu costruita nel 1433 e risulterà circondata da ogni parte da un cimitero. Nei rilievi eseguiti dall'ing. Brilli, per la costruzione della chiesa attuale, non si parla di colonne con capitelli marmorei, per cui il rinvenimento casuale nel 1973 di uno di essi risalente al XII secolo ci fa pensare all'esistenza si un precedente Oratorio o Cappella la quale, data la sua posizione da ponente ad oriente, avvalora l'origine molto antica. Il progetto di costruzione della Nuova Chiesa fu stilato dall'ing. Luigi Voghera che ne assunse, dopo varie peripezie, anche la direzione dei lavori. Il nobile interno fedelmente realizzato rispettando il progetto del Voghera supera la fredda impostazione neoclassica qualificandosi per l'equilibrata spazialità e l'armonico effetto chiaroscurale. Il volume esterno risolto un poco sbrigativamente e senza rispettare in pieno il progetto originale è riscattato dalla facciata di composta eleganza influenzata compositivamente dai precedenti palladiani.

Il Mot e il Vecchio Castello - la struttura dell'antico borgo fortificato di Casteldidone è emerso dal documento del 1309 citato dall'Astegiano:"borgo cinto da fossato con torre fortificata". Proprietari: in parte di Schizzi Ruino e in parte di Schizzi Lanfranco e parte indivisa "di detto Castro o Castello". Viene localizzato sul "mot" e rimangono solo tracce nella casa colonica "Cavalca e Sanguanini" e nella sedimentazione del sotto chiesa. La torre fortificata era costituita dalla parte alta della casa "Cavalca" che mantiene verso est il cornicione quattrocentesco. Quattrocentesco l'ampio andito con soffitto a vela. Trecentesca addirittura l'antica balconata con colonna in cotto a capitelli smussati e gli archi di sicura attribuzione romanico - lombardo.

Come arrivare

In auto: dall'autostrada A1 Milano - Bologna uscire allo svincolo di Parma, prendere in direzione di Colorno - Casalmaggiore lungo la Strada Statale SS343. A Casalmaggiore prendere in direzione Cremona. Giunti a San Giovanni in Croce, attraversare il paese e all'indicazione Mantova - Rivarolo Mantovano girare a destra. Si giunge a Casteldidone

In treno: scendere alla fermata di San Giovanni in Croce o di Casalmaggiore.

Tipologie