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Chieve

E un comune lombardo, in provincia di Cremona, con più di millesettecento abitanti. Il comune è ai confini con la provincia di Lodi.

Storia

Secondo quanto riferisce monsignor Francesco Piantelli nel suo “Folclore Cremasco”, a Chieve si ebbe, subito dopo la morte del prevosto don Belloni, uno strano fenomeno di apparizioni notturne presso il cimitero, al punto che molti abitanti ritennero all’epoca che lo spettro che si aggirava nottetempo nel camposanto fosse quello del prevosto scomparso, a suo tempo oggetto di qualche contestazione e, quindi, portatore di qualche personale amarezza. La prima apparizione dell’indicazione del nome della nostra località risale ad un documento dell’886 con “De vico Clemba”, mentre due successivi altri documenti si riferiscono al nostro villaggio con l’indicazione “In Cleba”. L’evoluzione linguistica prosegue con l’individuazione del villaggio come “Clebo”per giungere ad una più precisa informazione del 1082: “De loco Cleuve habitator de loco in Crema”. Bisognerà attendere il 1188 per trovare in un documento ufficiale l’indicazione di “Clevum utrumque”. Nella parte in alto a destra su un campo azzurro sono rappresentate due chiavi incrociate con l’ingegno posto verso l’alto. Le due chiavi forse derivano dalla parola dialettale “ciaf”, indicante la protezione di ferro posta attorno ad un palo trovato durante degli scavi nella zona a nord del paese. Nella parte in basso a destra sul campo d’oro è rappresentata un’ancora, lo strumento per tenere ferma la barca in un punto preciso. Forse perché Chieve era il punto di attracco per le imbarcazioni che giravano sul lago Gerundo. Sotto lo stemma si incrociano due rami, uno di quercia e uno d’alloro, che sono legati con un nastro tricolore. Sopra lo stemma c’è una corona con fondo rosso e sopra nove aperture sormontate da nove merli a coda di rondine.

Da vedere

La Chiesa Parrocchiale S. Giorgio - venne costruita poco prima del 1579 ad una sola navata, utilizzando il materiale di una chiesa esistente in precedenza, mentre l’abside e l’altare furono costruiti in epoca successiva. Nel corso dell’800 l’edificio subì una radicale trasformazione con l’aggiunta di due navate laterali e con l’innalzamento di quella centrale. Sempre all’interno sono visibili alcune modifiche nell’area presbiteriale, effettuate per adeguarla alle norme del Concilio Ecumenico Vaticano II. Bella ed elegante la facciata barocca, mossa da un portale fiancheggiato da due colonne sormontate da un timpano convesso.

Oratorio di Santa Maria del Prato Vecchio - e già menzionato in un documento del 1141, ma quasi certamente esisteva all’epoca dei Longobardi e da sempre molto attivo vi era il culto a San Giorgio, cui oggi è dedicata la chiesa parrocchiale. Nel 1583 Monsignor Regazzoni, visto il permanere dello stato di degrado, ordina la totale demolizione dei resti del pio luogo e l’innalzamento sul luogo di una croce.

Oratorio di San Martino Vescovo - risalire all’epoca dei franchi, visto che San Martino è il loro patrono nazionale. Le prime notizie tramandano il ricordo di una semplice cappella cui venne aggiunto, in epoca successiva, il piccolo campanile. Pochi anni dopo, nel 1757, venne ampliata l’abside che assunse la forma attuale. All’interno, sopra l’altare, campeggia l’immagine della Vergine, ai lati quelle di San Martino, di San Rocco e di San Firmo.

Monumento ai Caduti - e realizzato anche con il contributo dell’Amministrazione Comunale e di diversi cittadini, Chieve ha voluto ricordare i Caduti di tutte le guerre, senza distinzione alcuna. Il monumento, posto al centro del paese, fra la Chiesa e l’Oratorio, e ai cui piedi arde una lampada votiva perpetua, è oggetto di amorevoli attenzioni da parte degli ex combattenti e dei loro familiari.

Come arrivare

In auto: dista 47 chilometri da Cremona.

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