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Lumarzo

Lumarzo è un comune di 1.565 abitanti in provincia di Genova, e ha una superficie di 25,5 chilometri quadrati per una densità abitativa di 58,63 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 228 metri sopra il livello del mare. L'economia è legata principalmente all'agricoltura ed all'allevamento.

Storia

Il toponimo Lumarzo deriverebbe dal latino Locus Martius, cioè "boschetto - campo di Marte": questo ha fatto pensare che nell'attuale territorio comunale vi fosse un tempio, con annesso boschetto, consacrato al dio romano della guerra. Fra la seconda metà del XVIII secolo e la prima del XIX secolo fu assoggettato agli austriaci e ai francesi di Napoleone Bonaparte. Nei secoli il territorio comunale divenne dominio dei Malaspina e poi dei Fieschi che nel 1198 cedettero il feudo alla Repubblica di Genova. Altre fonti indicano il territorio in cui il Console Quinto Marcio subì una bruciante sconfitta da parte dei rudi Liguri. E, nel segno di questa tradizione storica, lo stemma comunale si presenta oggi con la raffigurazione del dio Marte, armato di lancia, di elmo e di scudo, dietro gli spalti di un nutrito“castrum” romano. Il centro di Lumarzo si distende oggi, longitudinalmente, nel cuore agreste della Val Fontanabuona ed appare nella sua piena armonia verdeggiante non del tutto intaccata dai segni dell’industria e del progresso. Le tipiche fasce collinari caratterizzano il paesaggio delle molte frazioni immerse nei profumati boschi di castagni che collegano le frazioni di Tasso, Tassarello, Boasi e Vallebuona. Pannesi riserva invece pittoreschi casoni e vecchie case contadine con i tetti coperti dalle tipiche “ciappe”. La posizione strategica del borgo medioevale non sfuggì ai Malaspina ed ai Conti di Lavagna che ne fecero proprio insediamento difensivo. La storia più recente racconta invece del rifugio protetto per le truppe tedesche, prima della resa, durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante la Seconda guerra mondiale fu terreno di scontri fra le truppe tedesche e la Resistenza italiana dei partigiani. In 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilirà il Congresso di Vienna del 1814 anche per gli altri comuni della Repubblica Ligure, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861.

Da vedere

Santuario della Madonna del Bosco . costruita nel XVI secolo nel luogo in cui la tradizione vuole fosse miracolosamente apparsa la Vergine Maria. Molto poetica è la Cappella di Berte, all’ interno della quale è rimasta la testimonianza una lapide solenne per ricordare i martiri che contribuirono a sconfiggere l’arroganza nazista.

Chiesa di san Martino del Vento - dificio religioso sembrerebbe risalente al XII secolo e la sua torre campanaria fu forse originariamente utilizzata, che conserva al suo interno numerose opere di artisti locali. Nel giugno del 2000 all'interno della chiesa un incendio doloso ne ha distrutto interamente la copertura e gli arredi interni; ad oggi grazie al sostentamento di enti privati e pubblici si è potuto finanziare l'opera di restauro recuperandone la copertura e i pregiati affreschi interni.

Chiesa di Santa Maria Maddalena - è situata a Lumarzo e secondo alcune fonti è risalente al XVII secolo; l'attuale riedificazione è avvenuta nel XX secolo. Al suo interno sono conservate dipinti e tele del XVII-XVIII secolo di scuola pittorica ligure tra cui una raffigurazione della Sacra Famiglia attribuita al pittore Domenico Piola.

Chiesa di Sant'Antonio - e situata nell'antico borgo di Lagomarsino, nel fondovalle, la locale chiesa è dedicata a sant'Antonio abate e conserva nel presbiterio un dipinto, di pittore anonimo del XVI secolo, ritraente i Santi Giacomo, Giovanni Battista, Filippo e Antonio abate.

Come arrivare

In auto: sulla Strada Provinciale 225 della val Fontanabuona la quale collega Orero con Bargagli. Il comune non è raggiungibile direttamente tramite autostrada, pertanto il casello autostradale di Chiavari sull'autostrada A12 è l'uscita consigliata per raggiungere la destinazione.

In treno: le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Chiavari, Recco e Genova Brignole.

Tipologie