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Barzanò

E un comune con 4871 abitanti, della regione Lombardia, in provincia di Lecco. Ha una superficie di 3,6 chilometri quadrati. È un centro industriale e agricolo situato a 20 km dal capoluogo in direzione Sud-Ovest, sulle colline tra l'Adda e il Lambro, nel territorio del Meratese. Sorge a 370 metri sopra il livello del mare.

Storia

Le origini di Barzanò si perdono nei tempi più lontani. Si ha ragione di credere che esistesse fin dalla preistoria, se si considera che nel 1905 nel territorio di Barzanò, nei pressi della stazione tranviaria allora esistente, venne ritrovata una tomba a cremazione, attribuita alla prima età del ferro, compresa fra il mille circa a.c. e l'invasione gallica del 400 a.c., prima che i Romani dessero un nome al luogo. Con il secolo V incomincia il grande periodo delle invasioni barbariche nell'Impero Romano, iniziate in Italia nel 401 con Alarico e i Visigoti e terminata con i Longobardi, calati nella penisola nel 568 e che, delle invasioni barbariche, fu quella che durò a lungo scomparendo soltanto nel 774, con la conquista del regno longobardo per opera di Carlo Magno. Con l'avvento dei Longobardi, molte famiglie di questi si erano stabilite in Brianza, dove ebbero corti e ville con poderi e vigneti e soprattutto boschi. Dal V secolo sino al primo quarto dell'Xl su Barzanò si sia disteso un velo di oscurità, benchè il villaggio abbia sicuramente continuato a vivere secondo la tarda tradizione romana. Il documento più antico, anzi l'unico che si conosca di quei lontanissimi tempi e nel quale il nome di Barzanò viene fatto per la prima volta, è un diploma del 4 ottobre 1015 con il quale l'imperatore e re d'Italia Enrico II donava, da Maresburg, ad Alberico Vescovo di Como e ai suoi successori, con facoltà di tenere, conservare o alienare, la corte di Barzanò con tutte le sue dipendenze, confiscata ai ribelli Ugo e Berengario, figli del conte Sigifredo cui la corte era venuta ad appartenere. Oggi Barzanò compie un grande passo avanti, con un crescente sviluppo diversificato di tutta la sua struttura socio-economica, che comporta, oggi, la presenza di una popolazione di oltre cinquemila abitanti dei quali circa 1800 attivi. Nascono nuove imprese artigiane e industriali, si arricchisce il settore commerciale, l'urbanizazzione realizza sviluppi edilizi che si accompagnano a quelli delle attività produttive. Nasce una zona industriale destinata alla edificazione per le aziende artigiane e industriali e la rete delle comunicazioni si fa più completa, sia nell'ambito territoriale del comune, sia per quanto riguarda i collegamenti con le città e i comuni vicini. Barzanò si inserisce, infine, in tutto il contesto socio-economico del Lecchese in un'ottica di razionale, meditato e promettente sviluppo, che si riflette anche nell'ambito delle sue strutture scolastiche e dei servizi di utilità pubblica aprendo alla popolazione favorevoli prospettive per il proprio futuro.

Da vedere

Villa Redaelli - fu costruita in epoca neoclassica dalla famiglia Redaelli sulle ultime propaggini del colle del castello di Barzanò, ad un livello più basso della villa Nava con la quale confinava la proprietà, e verso Torricella. La villa tornò in mani private nella seconda metà dell'ottocento, quando la famiglia dei conti Tarsis, che aveva acquistato la villa Nava, pensò di annettere alla proprietà anche questa villa riunendo in un solo vasto parco i due giardini limitrofi e le costruzioni annesse.

Chiesa di San Salvatore - le origini della piccola chiesa si perdono nella notte dei tempi. Dalla forma delle colonne e dei capitelli e dalla struttura, in cui è inserita la porta, si può pensare che l'edificio, come appare oggi, possa risalire ad epoca longobarda, quando fu costruito il castello, poi distrutto nel 1220. Nel corso dei secoli, l'edificio religioso ha subito alcuni ampliamenti e restauri: rifacimenti dei soffitti e ricostruzione del campanile per ordine del Card. Federico Borromeo, sulle rovine del vecchio caduto nel 1550. All'interno sono rimasti i resti del battistero ottagonale con la vasca ad immersione costruita in marmi rossi. Una cupola ora andata perduta, sostenuta da otto colonnette in marmo bianco copriva il battistero al quale si accedeva scendendo alcuni gradini. Sulla facciata della piccola chiesa, sopra il portoncino d'ingresso, era ancora parzialmente visibile un affresco della Madonna con due angeli adoranti; il dipinto era decorato da una ghirlanda di melograni e viti, esempio della simbologia cristiana.

Villa Nava-Della Porta - tra le ville che ornavano, prima della degradazione attuale, il colle del castello di Barzanò questa è l'unica superstite nella sua integrità quasi originaria. La presenza di antiche cantine e di presunti lunghissimi passaggi sotterranei confermano l'ipotesi che sia stata edificata sulle fondamenta dell'antico castello di Barzanò, del quale in giardino si innalza il torrione con resti della cinta muraria. Sul portale d'ingresso alla villa è ancora visibile lo stemma dell'antica famiglia Nava.

Chiesa Parrocchiale San Vito - nel 1567, che si ha la prima descrizione della chiesa: era situata fuori dall'abitato, aveva una sola navata, misurava 15 braccia in lunghezza ed altrettante in larghezza; conteneva tre altari sotto le rispettive cappelle a volta ed elevate da terra mediante un gradino; l'altare maggiore, con predella, aveva un tabernacolo in legno dipinto. Le altre due cappelle minori avevano l'altare ma senza paramenti; il restante della chiesa non aveva né volta né soffitto, ma era coperta solo di tegole e con pavimento in disordine. La casa parrocchiale si addossava alla chiesa verso mezzodì e ad essa si accedeva per una porta che comunicava altresì con il campanile. La chiesa fu ampliata verso la fine del Seicento e ancora tra il 1700 e l'800. La facciata della chiesa, semplice e disadorna, è forse rimasta come l'aveva descritta per la prima volta padre Leonetto nel 1567 e continua tuttora a rimanere tale nella sua antica bellezza.

Villa Pirovano-Manara - e' una villa che nel corso degli anni ha subito diverse trasformazioni perdendo il carattere ottocentesco romanico, nonche parte del vasto e bel parco originario. Fu in seguito residenza della famiglia Manara e in memoria dell'eroe Luciano, caduto nel 1849 in difesa della Repubblica Romana, ancora oggi Barzanò conserva le sue spoglie nel tempietto fatto costruire a suo tempo dalla famiglia. Ai Manara successero i Mannati, uno dei quali aveva sposato Virginia, una delle sorelle di Luciano Manara. Il figlio del Mannati alienò villa e beni dopo aver mutilato e degradato il vasto e bel parco.

Villa Paladini - trasformata in villa durante il XIX secolo, ha inglobato nelle sue strutture una delle vecchie torri che formavano il sistema difensivo del colle di Barzanò. La villa verso sud spazia oltre un piccolo giardino bastionato su quello che un tempo doveva essere uno dei punti panoramici più suggestivi della Brianza, ed ha saputo conservare integro al suo interno il carattere ottocentesco dei villini minori.

Come arrivare

In auto: da Lecco imboccare la ex SS 36 in direzione Milano, uscire a Civate in direzione Oggiono, proseguire fino al comune di Barzanò.

Tipologie