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Imbersago

Imbersàgo è un comune di 1.936 abitanti che si trova  in provincia di Lecco, della regione Lombardia. Sorge sulla riva destra dell'Adda, nel Meratese. Copre una superficie di 3 km² situati mediamente a 249 m s.l.m.. Confina con i paesi di Robbiate, Calco, Merate e Villa d'Adda.

Storia

L'impero romano aveva colonizzato tutta l'area nei due secoli prima di Cristo, e la governarono fino al IV secolo. La caduta dell'impero romano, e la susseguente conquista da parte dei popoli barbari, coincise con un periodo oscuro nella storia del paese. Subito dopo la guerra gotica, il territorio passò in mano ai Longobardi. Non è mai stata redatta una mappa degli insediamenti di quel periodo, anche se gli studi di toponomastica permettono di riconoscere numerosi centri longobardi. I più importanti furono sicuramente Cernusco Lombardone e Lomagna. Ad Imbersago vivevano nobili longobardi, fatto dimostrato da un antico documento anteriore all'anno 1000. Il 15 ottobre 975 in Vico Ambeciago due coniugi imbersaghesi stipulano un contratto di vendita di un immobile con un prete milanese. In questo documento si specifica che marito e moglie erano di fede longobarda. Nei documenti di questo periodo sembra di capire che l'uomo più importante del paese fosse Giselberto da Imbersago. Secondo Dozio Giovanni la famiglia di questa persona potrebbe essere quella a cui nel secolo seguente venne assegnato il titolo di Capitani o Valvassori di Imbersago. All'inizio del II millennio Imbersago si presentava come un complesso di postazioni fortificate con il compito di controllare il traffico sull'Adda. Dopo la caduta del regno longobardo, il territorio passò sotto il controllo del Sacro Romano Impero. In questo periodo i vertici militari erano rappresentati dai conti, che erano emanazioni dirette dell'Impero, e a cui veniva affidato il compito di far rispettare la legge sul proprio territorio, il contado. I conti affidavano a loro volta il controllo ai caput, uno dei quali aveva sede presso il castello di Brivio. Secondo Francois Menant già prima del XIII secolo esisteva un percorso che da Carvico arrvivava fino a Villa d'Adda dove, presumibilmente, attraversava il fiume per arrivare ad Imbersago.  Nel 1408 risulta abitato dai Mauri di Cormeno, famiglia brianzola vicina ai Visconti. Si tratta probabilmente di una famiglia di guelfi che avevano rubato il castello a qualche ghibellino. Il 13 agosto 1447 morì Filippo Maria Visconti lasciando Milano in uno stato politico instabile. La Repubblica di Venezia ne vide subito l'opportunità per oltrepassare l'Adda a sud ed avere accesso alle Alpi centrali. Dopo l'era dei Visconti, Milano stava provando lo stile repubblicano. Il terzo incomodo fu Francesco Sforza che, stabilendo la base proprio a Sartirana, poté muovere le proprie forze tentando di approfittare della situazione e delle sue conoscenze, avendo servito sia sotto ai Visconti che sotto alla Serenissima. Quando a Milano si seppe di questa nuova alleanza, il 25 aprile 1449 venne promulgata una diffida contro tutte le famiglie alleate allo Sforza. Nell'elenco figuravano anche gli Airoldi i Robbiate ed Imbersago. I veneziani occuparono Brivio ed il suo castello, ma senza mai raggiungere Imbersago, anche non ci sono prove certe del fatto. Entrando a Milano Sforza venne accolto come un eroe, e proclamato Duca. Tutti coloro che l'avevano aiutato ne ricevettero benefici, tra questi c'erano gli Airoldi di Imbersago.

Da vedere

Villa Castelbarco - la costruzione gentilizia è parte integrante del tessuto urbano di Imbersago, fulcro stesso nei secoli della vita operosa e variegata della comunità. Infatti non si può parlare di organicità tipologica, ma più chiaramente di impianto strutturale composito adagiato tra giardini e borgo antico. L’industriosa e vivace vita paesana, a ridosso della Villa Castelbarco, vissuta tra piazza e cortili permea la stessa struttura gentilizia con i suoi accessi posti sulle varie direttrici viarie; esiste quindi una immediata partecipazione al vissuto sociale che ruota intorno alla chiesa ed alle botteghe.

Villa Mombello - costruita dai conti Andreotti nel XVII sec., era stata posta su una precedente costruzione abitativa che la famiglia Airoldi aveva edificato nel XVI sec. L’impianto di questa splendida costruzione è caratteristico delle grandi dimore patrizie disseminate nella verde Brianza. Posizionata sopra un alto poggio, estende le sue ali sui quattro punti cardinali e da questi prende rilievo nelle vedute a cannocchiale dei suoi fronti. Il fronte principale, è costituito al pianterreno da sale affrescate affacciate su un ampio portico colonnato con volte a crociera, ingentilito al centro da colonne binate. Il piano superiore è caratterizzato da un ampio balcone sormontato dall’orologio affrescato sulla facciata mentre le due grandi ali laterali racchiudono il giardino di rappresentanza “all’italiana”. Dal giardino di rappresentanza, attraverso una scalinata scenografica a due braccia, si scende degradando nel giardino con il labirinto e infine nel giardino “segreto” e delle rose.

S.Marcellino - la rappresentazione del Santo Martire S. Marcellino la cui figura di battezzatore e martire qui viene fissata con le peculiari caratteristiche del libro sacro aperto da un lato e della palma del martirio dall’altra, è posta in un luogo strategico in quanto visibile sia dal sagrato della Chiesa a lui dedicata che dall’incrocio tra la via per Sabbione e Cassina Fra’ Martino. Il viso austero del Santo al quale la folta barba dà un senso di matura severità ci presenta un’immagine di religiosità atta alla meditazione e alla emulazione per una più completa vita cristiana.

Torre Bellavista - l’impianto di vedetta che vede in questa costruzione sicuramente un baluardo di difesa della valle e del corso dell’Adda, ha un aspetto che ci riconduce alla lotta tra guelfi e ghibellini. Gli spalti a paniere della sommità con la corona di merli sono dichiaratamente di foggia ghibellina. Modificata attraverso i secoli, la forma massiccia della odierna torre viene ingentilita da bifore e da uno stemma gentilizio in pietra.

Chiesa dei SS.Marcellino e Pietro - si ipotizza che il primo impianto della Chiesa sia da ricondurre al periodo della fertile stagione spirituale in cui i Cluniacensi si insediarono in Pontida; è solo però nell’alto medioevo che si hanno prove documentarie identificanti la presenza, nella Chiesa dei SS. Marcellino e Pietro, di sacerdoti residenti. La Chiesa, ad unica navata ha, sui due lati, piccole cappelle appena accennate. Il presbiterio è diviso dall’Aula da balaustre marmoree di fine fattura e l’Altare Maggiore è preceduto dal nuovo Altare in marmo bianco, opera del maestro Alessandro Verdi. Dello stesso autore è anche l’ambone.

Chiesa di San Paolo - è situata in pieno centro abitato, e rappresenta il più antico edificio religioso di Imbersago, fatta eccezione per la chiesa di San Michele ormai abbattuta. La dedica delle chiese a San Paolo è tipica dei francesi, per cui la sua nascita può essere fatta risalire al 1000, durante il dominio dei conti francesi. L'altare maggiore si trova in mezzo ad affreschi di Dio ed altri santi, affreschi rovinati dal tempo. Il pavimento è lastricato, e viene segnalata la presenza di quattro sepolture, tutte relative alla famiglia Landriani che, a quel tempo, provvedeva anche al sostentamento del curato.

Santuario della Madonna del Bosco - dove l'affetto dei fedeli ricorda numerose grazie chieste e altrettanti miracoli accaduti. Papa Giovanni XXIII vi era molto affezionato, e una grande statua di bronzo lo ricorda. Nel 1632 ivi viene costruita una cappella, ma è tra il 1641 ed il 1646 che viene innalzato il santuario progettato da Carlo Buzzi. Nel 2000 il posto fu scelto come una delle sedi giubilari dell'Anno Santo.

Torre Bellavista - comunemente nota come torre Lamperti, è una torre di vedetta situata in località Sabbione. Il suo aspetto ne fa immaginare la costruzione durante la lotta di Guelfi e Ghibellini. Sulla cima ostenta degli spalti a paniere, ed una merlatura di chiara fattura ghibellina. Come tutti gli antichi edifici cittadini ha subito modifiche nel corso dei secoli, ed ora possiede bifore ed uno stemma in pietra.

Come arrivare

In auto: A4 fino a Lecco, dista fino a Imbersago e di 17 chilometri.

In aereo: aeroporti milanesi di Malpensa e Linate.

Tipologie