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Cori

Cori è un comune di 10.788 abitanti della provincia di Latina, e ha una superficie di 86,0 chilometri quadrati per una densità abitativa di 122,43 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 384 metri sopra il livello del mare. Il comune è ai confini con la provincia di Roma.

Storia

La città latina di Cora vantava un'origine mitica del troiano Dardano e una nuova fondazione per opera di Corace d'Argo. Già fiorente nel V secolo a.C., lottò con le altre città latine contro Roma, poi fu colonia romana. Cori già a partire dalla fine del VI secolo a.c. rivela una strutturazione urbana, con mura e terrazzamenti in opera poligonale ed importanti aree santuariali. Dal tempo della Guerra Latina alla definitiva incorporazione nello Stato Romano. Il comune mantenne una larga autonomia politica ed amministrativa come città alleata di Roma, tanto che si fregia dell'acronimo SPQC. Con l'unità d'Italia e la fine dello Stata Pontificio, Cori venne prima annessa alla provincia di Roma e quindi a quella di Littoria oggi Latina. Paese di origine antichissima, si dice che, a fondarlo sia stato il troiano Dardano. Aggrappato ai contrafforti dei Monti Lepini, quasi ornato da mura ciclopiche, in opera poligonale del V sec. a. C., Cori, 300m di altezza, e' un gioiello che testimonia lo splendore del periodo romano: il Tempio di Ercole, in pure stile dorico, tetrastilo, con 8 colonne che sorreggono un elegante trabeazione ed un frontone, e' uno dei migliori esempi di costruzione di età repubblicana, di cui restano il pronao e l'inizio della cella, mentre l'ara e' conservata nella chiesa di S. Pietro; il Tempio di Castore e Polluce, risalente alla ricostruzione di un luogo di culto ben più antico, effettuata dopo l'89 a. C., nonchè i resti di quello di Minerva e, all'estremità del paese il Ponte della Catena, costruito nel periodo di Silla, in età repubblicana, quasi all'entrata dell'abitato. La "Cora" dei Volsci fu conquistata dai romani all'inizio del V sec. a. C., e saccheggiata dai saraceni e più tardi da Barbarossa. Sarà poi feudo degli Annibaldi prima di entrare a far parte del dominio della Chiesa.

Da vedere

Tempio di Ercole - si trova sull’Acropoli dell’antica Cora, in quella parte della città che oggi è Cori alto, è di ordine dorico, prostilo, tetrastilo.

Tempio di Castore e Polluce - e situato nella zona del Foro dell’antica Cora. I resti che si ammirano oggi risalgono al restauro avvenuto nel I secolo a.C. dell’antico santuario. Tale restauro ha prodotto un tempio corinzio, esastilo con cella centrale ed ali laterali.

Cinta muraria - è realizzata in opera poligonale di prima maniera e restaurata in epoche diverse, un prima volta in opera poligonale di III maniera ed un successiva volta con un’opera di ricortinatura in opera incerta e l’aggiunta di torri. Di esse soltanto Porta Ninfina si era conservata fino ad epoca moderna, ma è stata distrutta durante la seconda guerra mondiale. Una copia è stata ricostruita nel 1984 in occasione del Palio dei Rioni di Cori.
Ponte romano della Catena - e consente tuttora di attraversa l’omonimo fosso della Catena nei pressi di porta Ninfina. Il ponte è ad un solo arco alto circa 20 metri ed è realizzato in opus quadratum, i fianchi sono in pietra mentre la curvatura è di materiale tufaceo.

Museo della Città e del Territorio - e un convento rinascimentale con sculture ed affreschi tra i più notevoli della Campagna Romana, il Museo propone, in otto sezioni cronologiche e tematiche, l’evoluzione storica del territorio dei Monti Lepini su un arco cronologico di oltre trentacinque secoli, dalla preistoria all'età moderna. Il paesaggio contemporaneo viene letto ed interpretato, nella sua dimensione storica, come stratificazione di eventi naturali e culturali, prodotto dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente. Il Museo è impegnato nella valorizzazione e divulgazione del proprio patrimonio con mostre, conferenze e pubblicazioni; è attivo nella realizzazione di ricerche scientifiche interdisciplinari in collaborazione con istituti nazionali e stranieri; è sede di attività didattica integrativa delle scuole locali e regionali e punto di riferimento delle associazioni impegnate nella salvaguardia e nella valorizzazione del patrimonio culturale; è sede di stages e tirocini per gli studenti di Università del Lazio, dell'Umbria e della Campania.

Santuario della Madonna del Soccorso - le origini del Santuario sono legate ad una tradizione che riporta l’apparizione della Madonna avuta da una bambina di Cori. Quando la bimba fu ritrovata descrisse l’esperienza vissuta e, per la sua innocenza, fu creduta. Tra l’altro i Coresi rinvennero, nei pressi dell’apparizione descritta dalla piccola Oliva, un’icona della Madonna. Già nel 1521 fu eretta, sul luogo dell’evento miracoloso, una Cappella contenente l’immagine della Madonna. Il progetto fu affidato ad un architetto romano, Mario Arconti, che diresse anche i lavori terminati nel 1639, anno in cui fu inaugurato il nuovo Santuario. L’interno della Chiesa, in stile barocco, è ad unica navata coperta a volta. La zona del Presbiterio è invece coperta da una cupola sormontata da lanterna. Ai lati della navata vediamo quattro altari, due per lato, intitolati a San Pasquale Baylon, ai Santi Girolamo e Carlo Borromeo, alla Sacra Famiglia e a Santa Lucia Vergine e Martire. In fondo alla navata, prima del Presbiterio, a sinistra si apre l’accesso alla Cappella dell’Apparizione, sull’altro lato l’ingresso alla Sacrestia. L’altare maggiore fiancheggiato da due colonne doriche, fu donato dal nobile del luogo Lorenzo Buzi. Nello stesso anno della consacrazione al Santuario fu donata un’immagine della Madonna, forse di scuola fiorentina, risalente al 1300. Questo dipinto è arrivato ai nostri giorni dopo molti restauri e sovrapposizioni; si vede la Madonna seduta sul trono con un mantello mentre sorregge con il braccio sinistro Gesù Bambino; in alto due angeli che sorreggono una corona; a sinistra della Vergine la bambina Oliva, avvolta in un abito rosso, inginocchiata. La facciata della Chiesa è caratterizzata da un portico formato da tre archi a tutto sesto.

Santa Maria della Pietà - fondata in stile romanico nella seconda metà del XII secolo sui resti di un Tempio romano, forse dedicato a Diana e Fortuna. Fu completamente trasformata all’inizio del XVII secolo. All’interno: il bellissimo Candelabro del Cero Pasquale di probabile produzione Cassinate, ad oggi il più antico esempio conosciuto di candelabri pasquali; un Sarcofago cosmatesco; la Cattedra Episcopale; il quadro della Pietà e sull’altare il quadro della Madonna del Rosario. Alla destra della chiesa è l’Oratorio del Gonfalone appartenuto all’omonima confraternita.

Chiesa Santa Oliva - in forma basilicale con cinque navate di stile romanico, fu edificata nella prima metà del XII secolo sui resti di un Tempio romano forse dedicato a Giano. Tra il 1467 ed il 1480 fu demolita la navata occidentale e venne costruita la Cappella del Crocefisso o di S. Agostino. La Cappella ha forma rettangolare con volta a botte ed abside. Nella volta un ciclo pittorico che narra storie del Vecchio e Nuovo Testamento. Nella controfacciata un affresco del Giudizio Universale in parte coperto dalla cantoria.

Chiesa Santi Pietro e Paolo - e stata costruita nel 1953 sui resti dell’antica Chiesa della S. Trinità distrutta dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, all’interno Urna a forma di altare decorata con teste di ariete che sorreggono ghirlande.

Come arrivare

In auto: da nord si può seguire l' A1, uscire a Valmontone, proseguire per Artena - Giulianello ed infine si arriva a Cori; da Roma la via più comoda è quella dei Laghi da percorrere in direzione Velletri, proseguire verso Lariano - Giulianello; da sud, si può arrivare a Latina e poi proseguire in direzione Latina Scalo.

Tipologie