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Bollate

Città della Lombardia, in provincia di Milano, con poco meno di quarantasettemila abitanti. Il comune è a pochi chilometri da Milano.

Geografia

La conformazione geologica del territorio comprende una parte a base fangosa con presenza di detriti sassosi, sabbia e ghiaia ed una parte a base argillosa ricca di ferro. Tale conformazione è testimoniata dalla presenza sul territorio di cave di sabbia, sia delle cave di argilla per la produzione di laterizi presso la frazione di Castellazzo.

Storia

Il nome Bollate ha due possibili interpretazioni: l'una lo individua derivante dal celtico beola, betulla, con riferimento ai numerosi alberi di tale specie presenti sul suo territorio. L'altra interpretazione fa risalire il toponimo al termine di derivazione latina bula, pozza d'acqua, con riferimento ai fontanili, presenti in gran numero sul territorio bollatese. Sull'origine del nome di Bollate esistono due orientamenti. Probabilmente sede, in età romana, di un insediamento militare fortificato circondato da una cinta muraria e attraversato da un corso d'acqua, il Pudiga, Bollate subì una profonda trasformazione tra il V e il VII secolo, quando divenne una delle Pievi più importanti della provincia settentrionale milanese. Il primo documento che cita Bollate è una pergamena del 1039 e riguarda la donazione di un terreno del garbagnatese da parte di un prete alla Chiesa prepositurale di San Martino. Tra i valorosi soldati impegnati in battaglia vi fu anche quell'Ambrogio da Bollate che trovò la morte nel 1161 nei combattimenti ingaggiati a porta Vercellina. Nel corso del medioevo, Bollate era il centro di un'importante Pieve. La vita degli abitanti si svolgeva in prevalenza nei campi che circondavano il borgo, difeso da mura e torrioni; campi di "fromento, miglio, panico, segale, orzo, scandella, avena, fave, ciriege, lino, rape, fagiuoli, ceci, lenticchie, lentini, veccia". I laboriosi contadini di Bollate si dedicavano anche alla coltivazione della vite, alla produzione del miele e all'allevamento di bovini e cavalli, pecore e asini. Questa dimensione della socialità era percepibile sino a pochi decenni fa, almeno sino agli anni Cinquanta del Novecento quando a Bollate si completò l'offensiva dell'industrializzazione incominciata all'indomani dell'unificazione nazionale e, contemporaneamente, Bollate fu la meta di una vasta immigrazione. Nel 1917 una terribile inondanzione distrusse le corti e le stalle; e l'anno successivo una violenta esplosione in un polverificio di Castellazzo provocò 35 morti e molti feriti. Tra le due guerre mondiali, nacque l'attuale nosocomio cittadino, l'ospedale "Caduti Bollatesi" costruito con il lascito di don Luigi Uboldi; e venne approvato lo stemma comunale a righe bianco-rosse, sovrastato da una grossa lettera "B". Nel corso della seconda guerra mondiale la ferrovia fu ripetutamente oggetto delle attenzioni dei mitragliamenti e dei bombardamenti che generarono molte vittime tra la popolazione civile. Il volto della città, non più distinguibile dalla metropoli, della quale può essere considerata una propaggine nord - occidentale, era cambiato radicalmente; ma ai giorni nostri Bollate sta vivendo un'ulteriore e profonda trasformazione, appena percepita ma non a fondo indagata, per effetto della mutazione generata dalla società postindustriale.

Da vedere

Villa Arconati "Il Castellazzo" - fu opera dell'architetto Ruggeri: presenta giardini alla francese, fontane, statue e giochi d'acqua che le valsero il soprannome di “piccola Versailles”. Tra il '600 e il'700 la villa appartenne alla famiglia degli Arconati. La statua rimase nel giardino nell'omonimo teatro fino a quando nel 1742 Giuseppe Antonio la trasferì nel museo. La leggenda riferisce che questa sia la scultura ai cui piedi venne ucciso Giulio Cesare. Oggi è collocata scenograficamente in una ampia nicchia affrescata del Museo della Villa dove la si può ammirare in tutta la sua classica bellezza e possanza. Nella biblioteca della Villa hanno trovano posto anche numerosi appunti di Leonardo da Vinci, compreso il Codice Atlantico donati successivamente dagli Arconati alla Biblioteca Ambrosiana.

Cappella della Madonna della Neve - risale al XV secolo; esso è di proprietà della famiglia Radice Fossati che proprio da questi territori ha preso origine. La composizione è quindi impostata su di una prospettiva verticale - mistica, secondo un modello piuttosto frequente nell'arte rinascimentale lombarda, molto utilizzato, in particolare, da Bernardino Luini a cui questo affresco sembra ispirarsi. Lungo le pareti il restauro ha fatto riaffiorare il ciclo pittorico originale - nascosto da mediocri pitture dell'800 - raffigurante otto Muse, che, sotto la guida di Apollo, proteggevano le arti, la poesia e la letteratura. Questo tipo di decorazione profana e allegorica era caratteristico delle stanze destinate, nelle dimore nobiliari, a studio o sala della musica, e si può dunque ragionevolmente ipotizzare che tale fosse l'originaria destinazione dell'ambiente, trasformato, in epoca successiva, in Cappella.

Chiesa Parrocchia di San Martino - sorge la Chiesa maggiore di Bollate dedicata a S. Martino vescovo di Tours. Si è visto più sopra che la chiesa ha subìto numerosi e imponenti rifacimenti nel corso dei secoli. Nel 1798 è da segnalare l'acquisto di un nuovo organo, di recente restaurato, in sostituzione di quello antico. Al 1908 risale la costruzione della torre campanaria, nel 1939 fu eseguito l'apparato decorativo dell'interno che raffigura la vita di S. Martino dipinto da Antonio Martinotti. L'attuale disposizione dell'altare è del 1971 secondo il progetto dell'architetto Pietro Ferrari che conservò l'altare settecentesco; la pavimentazione fu rifatta più volte: l'ultima risale agli Sessanta ed è in gres, un materiale non molto consono alla sacralità del luogo.

Come arrivare

In auto: a circa 12 km dal centro del capoluogo.

Tipologie