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Modena

Capoluogo della omonima provincia, della regione Emilia Romagna, con 179.937 abitanti. Il comune è ai confini con la provincia di Reggio Emilia. La città si trova circa al centro della provincia di cui è capoluogo, nella Val Padana. Il clima è tipicamente padano con influssi subcontinentali, con inverni freddi e nebbiosi, e moderatamente nevosi con 25 cm annui, ed estati afose con punte massime ben al di sopra di 35°.

Storia

Nell'età del Bronzo fiorisce in territorio modenese la civiltà delle terramare nei pressi di Modena  sorge un villaggio di palafitte. Del resto il nome più antico della città, Mutina, allude forse a un antico insediamento terramaricolo. Gli Etruschi colonizzarono la Pianura Padana nel VI secolo a.C., per cederla tre secoli più tardi alla pressione dei Galli Boi. Modena trascorre placidamente i primi secoli dell'Impero, ma non è indenne dalle guerre che a partire dal III secolo sconvolgono l'Occidente. Nel 387, durante una guerra civile, Sant’Ambrogio, attraversando la via Emilia, parla di Modena, Bologna e Reggio come di cadaveri di città semidistrutte. In un'epoca di frequenti devastazioni, dovute a calamità naturali e alle incursioni barbariche, più volte i modenesi dimostreranno di confidare nell'aiuto del Santo: il caso più celebre è quello dell'invasione degli Unni. Tra 500 e 700 d.C. Modena è un avamposto del regno longobardo, al confine con i possedimenti bizantini.  Solo il vescovo resta fedele all'antica sede: ma il suo prestigio si scontra ormai con quello dell'abbazia benedettina di Nonantola, uno dei massimi centri culturali della regione, fondata nel 753 da Santo Anselmo. A partire dal IX secolo, con la vittoria di Carlo Magno sui Longobardi, Modena entra nel Sacro Romano Impero. A trarre vantaggio dalla nuova situazione è proprio il vescovado, pronto a occupare il vuoto di potere dell'effimero impero. Nell'892 Leodoino vescovo è investito feudatario imperiale: è in pratica il signore della città, che in quegli anni comincia un lento percorso di ricostruzione. Intorno all'anno Mille si acuisce il contrasto tra il vescovo di Modena, tradizionalmente filo-imperiale e il conte di Canossa, filo-papale. Modena è fatale all'imperatore Enrico IV, che qui nel 1084 viene sconfitto da Matilde di Canossa nella battaglia di Sorbara. Dal 1177 i cittadini modenesi eleggono un loro Potestà, ma solo cinquant’anni dopo il vescovo rinuncerà alla sua giurisdizione sulla Città. In quegli anni Modena adotta il suo stemma, la croce dorata su campo azzurro, simbolo comune alle città italiane aderenti alla Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa, Modena infatti, in principio alleata dell'imperatore, aderisce poi alla Lega che sconfigge Federico nella battaglia di Legnano. La storia del libero comune di Modena è estremamente turbolenta: le lotte tra papa, imperatore e comuni si intrecciano alle rivalità mai sopite tra i comuni vicini, in particolare Reggio e Bologna. Il governo della casa d'Este, pur contrastato dalle potenze vicine, si protrarrà per ben cinque secoli, fino all'arrivo di Napoleone. Sotto il dominio di Ercole, Modena è una ricca città rinascimentale. Quando arriva per la prima volta a Modena, nel 1796, Napoleone è soltanto il giovane generale dell'armata francese in Italia, acclamato come liberatore dai cittadini modenesi, che distruggono le statue degli Este e innalzano in piazza Grande l'albero della Libertà. Nel 1815, il ducato di Modena viene ricostituito e assegnato a Francesco IV d'Austria. Non tutti però si rassegnano alla Restaurazione: nel 1830 fallisce un'insurrezione liberale, i moti modenesi del '30, sotto la guida del patriota carbonaro Ciro Menotti, che viene messo a morte. Solo nel 1859, dopo la Seconda Guerra d'Indipendenza, Francesco V d'Este è costretto a fuggire, mentre la cittadinanza di Modena vota la sottomissione a Vittorio Emanuele II, futuro re d'Italia. L'epoca dei primi scioperi e del progressivo affermarsi del Partito Socialista, che dopo gli anni difficili della Grande Guerra si insedia nel 1919 al governo della città. A Modena, liberatasi dall'occupazione nazifascista il 22 aprile 1945, verrà in seguito assegnata la medaglia d'oro al Valore Militare.

Da vedere

TORRE GHIRLANDINA - lungo 64 metri, impreziosito di disegni colorati e particolari di sculture che rievocano l'immaginario arcaico e cristiano, avvolgerà interamente il monumento, ad eccezione della parte terminale della cuspide. L'imponente copertura è affidata all'artista Mimmo Paladino, uno dei principali esponenti della Transavanguardia.

SEMINARIO METROPOLITANO - si trova l'ex-convento di San Francesco. Il primo edificio venne eretto alla seconda metà del XIII secolo. L'attuale edificio fu eretto nel 1699. Al suo interno di notevole interesse è il chiostro seicentesco di forma rettangolare e limitato da colonne in stile dorico. Al centro del chiostro è posta una statua in marmo dell'Immacolata Concezione.

CHIESA DEL VOTO - rappresenta l'adempimento del voto che la comunità fece in occasione della terribile peste del 1630. L'ubicazione della chiesa, decisa dalla comunità ed in contrasto coni desideri del Duca che voleva l'edificio nella zona del Palazzo Ducale, venne eretta vicino alle sedi storiche del potere civile e religioso. La cupola invece ricorda quella della basilica reggiana della Madonna della Ghiara, sede di un culto intenso della Vergine. Fra i quadri qui esposti ricordiamo la Pala della Peste di Ludovico Lana in cui, per immagini, si narra la vicenda che portò alla costruzione della Chiesa.

SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLA PACE IN SANT'AGNESE - è stato edificato nel 1919 in stile neogotico poi ampliato nel 1967. La facciata è del Tubini: un'entrata a 3 porte a ognuna delle quali si accede mediante 3 distinte gradinate. Il campanile è a 4 finestre, più un balconetto da cui parte la guglia su cui è la statua in bronzo della Madonna. All'interno, oggi ampio e con più file di banchi, la vista va alla parte altare e al quadro del Mundici.

CHIESA DI SAN CARLO - iniziata nel 1664 su progetto dell'architetto ducale Bartolomeo Avanzini, è oggi utilizzata come auditorium. L'interno, diviso in tre navate, presenta dipinti dei più importanti artisti del '600 modenese. L'abside, con la sua decorazione in stucco di pieno gusto barocco, ospita la grande tela rappresentante la grande peste di Milano del 1576 di Marcantonio Franceschini.

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL MURAZZO - presenta la facciata in stile gotico-lombardo. L'interno è composto di 5 altari. Presenti varie sculture, quadri, statue del XIX e XX secolo. Belle le vetrate con l'Annunciazione.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA - sorge sul lato occidentale di Piazza Matteotti con la facciata sulla via Emilia ed era in origine dedicata a San Michele. Fu ricostruita nel XVI secolo e rifatta secondo le sembianze attuali nel 1723, su disegno di Gerolamo Frigamelica Roberti. L'interno è a pianta centrale con una cupola elissoidale e tre altari. Sopra la porta si colloca la cantoria con un organo costruito da Agostino Traeri.

MONASTERO DEI BENEDETTINI - la struttura attuale è opera di un ampliamento, avvenuto durante il 1500, di una struttura preesistente risalente alla fine del X secolo. La facciata presenta un portale seicentesco sulla cui sommità si trova il timpano ricurvo e spezzato con lo stemma abbaziale. All'interno si può ammirare il chiostro di Levante, contornato da un porticato elegante con arcate a tutto sesto.

CHIESA DI SAN LAZZARO - l'edificio è tutto ciò che resta dell'antico lebbrosario edificato alla fine del XII secolo. Come molti degli antichi lebbrosari emiliani fu eretto nella zona orientale della città: i lebbrosari infatti erano utilizzati anche come luoghi di quarantena per gli stranieri provenienti da Oriente e che prima di entrare in città dovevano ottenere la fede di sanità.

Come arrivare

In auto: A1 uscita Modena Nord km 5; A1 uscita Modena Sud km 10; A22 Brennero Km 8.

In treno: Stazione dei Treni di Modena, piazza Dante Alighieri.

In aereo: distanza dall'aeroporto di Bologna - Borgo Panigale km 40. 

Tipologie