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Acerra

E un comune della Campania, provincia di Napoli, con 52.000 abitanti e ha una superficie di 54,1 chilometri quadrati. Sorge a 26 metri sopra il livello del mare. L'attività economica tradizionale è quella agricola - produzione di ortaggi, frutta, e soprattutto fagioli cannellini, cachi e patate precoci, anche se parte della popolazione è ormai impiegata nel terziario. Confina con la provincia di Caserta.

Storia

Antica cittadina dell’entroterra napoletano di origine osca. Fu conquistata prima dagli Etruschi e, nella metà del V secolo dai Sanniti: le uniche testimonianze materiali di questo periodo sono alcune tombe del IV e III secolo rivenute presso il ponte di Casolla e in contrada Varignano. Nell'anno 22 a.C., durante l'Impero di Augusto, Acerra fu assegnata in premio ai veterani: divenne, per ciò, colonia militare e perse ogni libertà. Come colonia Acerra perdeva le ultime tracce della sua cultura autoctona ma, in seguito, come Prefettura, dovette rinunciare anche alle proprie leggi e al potere dei propri Magistrati un Prefetto la reggeva secondo leggi imposte da Roma. Nella Acerra del tempo era diffuso il culto in onore degli dei egiziani Iside e Serapide, ai quali era dedicato molto probabilmente un tempio, come riportano fonti epigrafiche, le quali attestano anche la presenza di un tempio eretto in onore di Eracle e di un anfiteatro, che l'archeologo A. Maiuri ritenne di aver individuato nell'area sottostante il Castello dei Conti, per la particolare pianta del medesimo. Subì devastazioni da parte dei Saraceni (circa 881) e divenne, in seguito, contea normanna. Conti in tale epoca furono Goffredo, Ruggiero, Roberto e Riccardo di Medania. Figlia di Roberto fu la regina Sibilia, acerrana, che andò sposa a Tancredi, re di Napoli. In epoca sveva, feudatario fu, tra gli altri, Tommaso D'Aquino, legato all'imperatore Federico II. Poiché lungo sarebbe l'elenco dei signori che nella fase angioina ed aragonese ressero la città, si ricordano in particolare i conti delle famiglie Origlia e del Balzo Orsini e il conte Federico d'Aragona, futuro re delle due Sicilie. In seguito vi si trovano i De Cardenas, dal 1496 in avanti. Il primo della famiglia fu Ferdinando, mentre Maria Giuseppe fu l'ultima, infelice, contessa, morta nel 1812, due anni dopo che venne abolita ad Acerra la feudalità.

Da vedere

Castello baronale - è situato nell'omonima piazza, ai margini del centro storico della città, all'estremità nord della croce cardo-decumanica dell'impianto viario di origine romana.
Topograficamente si trova fuori delle mura della città romana: il nucleo centrale, infatti, sorge sui resti di un teatro romano, come testimoniano strutture murarie dell'epoca in opus reticulatum e opus listatum ed altri reperti rinvenuti nell'ultima opera di ristrutturazione iniziata negli anni '80 ed attualmente in corso.

Casina Spinelli - è detta di Calabricito ed anche Pagliara perché fu centro dell'industria dei latticini di bufala. Venne edificata come Casina di caccia dal Conte di Acerra Ferdinando de Cardenas per conto del Marchese Marcello Spinelli dei principi di Scalea per farvi intrattenere i sovrani di Napoli nel periodo invernale. Durante la seconda guerra mondiale la Villa venne requisita prima da un comando aereo tedesco e successivamente da un reparto di truppe di colore dell'Armata anglo-americana e non fu più accessibile né ai proprietari né ad altre persone. Fu edificata in un luogo più elevato rispetto al piano circostante. Il primo corpo a pianta longitudinale fu iniziato nel 1778 e presenta al piano terra una serie di locali e una cappella ad uso privato.

Palazzo Radice - opera di Michele Manlio di Bitonto (Bari) venuto ad Acerra nel 1790 in qualità di architetto o capomastro per la realizzazione dell'attuale facciata del Duomo. Nel progetto originario, che risale alla fine del sec. XVIII, il palazzo esprime a pieno le forme neoclassiche. In seguito all'incendio che, nel periodo della II guerra mondiale, distrusse la struttura lignea del tetto, fu rifatta la copertura ad una quota più bassa. Negli anni '50 furono realizzati due piccoli appartamenti al II piano.

Palazzo Russo Spena - tipica casa nobiliare a due piani, collegati da una scala disposta in modo da non turbare l'armonia della facciata principale e in modo da non interrompere la successione delle stanze che costituiscono il reparto di rappresentanza. L'ordinamento delle finestre e delle aperture in facciate soprastate da timpani e cornicioni non è dettato da circostanze causali o da particolari necessità interne, ma viene ad essere subordinato all'euritmia dei prospetti. E' un palazzo al quale si addice la vastità della piazza. Su di essa si affaccia con sobria eleganza, con un loggiato coperto, caratterizzato da archi a tutto sesto, non per una particolare esigenza costruttiva, ma perché le curve semicircolari rispondono meglio di ogni altra all'intento di evitare forme disarmoniche e non esattamente definibili come perfette in senso assoluto.

Cattedrale - costruita nel 1058, in quanto il Papa Niccolò II, fermatosi in città, vi ordinò cardinale Oderisio dei Conti dei Marsi. La Cattedrale è arretrata rispetto alla strada, con un sagrato in basalto al centro del quale è situata una fontana. La facciata del Tempio presenta forme classicheggianti, con un ordine gigante e timpano, opera di Michele Manlio da Bitonto. Le otto grandi colonne con capitelli ionici in stucco, poste su un podio cui si accede con gradini, delimitano l'atrio maestoso, antistante la chiesa, pavimentato con quadrati in basalto e pietra calcarea a creare una scacchiera. Il soffitto è decorato a lacunari. La chiesa presenta una pianta a croce latina con tre navate, divise da pilastri con cupola. Nella prima cappella della navata sinistra si conserva una tela rappresentante S. Rocco. La seconda cappella custodisce una tela del XVII sec. di G. B. Azzolino (1560 - dopo 1610), presente nel duomo già nel 1678, che testimonia l'efficacia del Rosario. Nella navata destra incontriamo la cappella della Madonna delle Grazie, raffigurata in un quadro con ai piedi S. Girolamo a sinistra, ed il Beato Pietro da Pisa a destra, opera di F. Santafede (1560 - 1634). Ai lati della cappella sono conservate, dentro nicchie, delle statue in gesso con vestiti di stoffa: l'Addolorata e S. Rita. La cappella successiva contiene una tela con S. Girolamo, atterrito dalla tromba del Giudizio Universale.

Chiesa dell'Annunziata - fu trasformata in parrocchia solo nel 1933. La facciata, di gusto classico, si sviluppa su due ordini ed è conclusa da un timpano fregiato da stemma. Il ritmo è scandito da due coppie di lesene che si alternano a fasce e cornici. La larghezza delle lesene è assunta come modulo per proporzionare ogni elemento che disegna il prospetto; ne deriva una composizione formale di particolare eleganza e armonia. La Chiesa di forma rettangolare, a croce latina, presenta una sola navata con soffitto a volta. In fondo al presbiterio è posto l'altare maggiore, alle spalle del quale è una struttura che richiama le forme dei templi classici in cui è collocato la copia di un pregevole dipinto d'età Angioina raffigurante l'Annunciazione. Si rileva inoltre la presenza di quattro Cappelle lungo il fianco destro della navata e di altrettante sul fianco sinistro, quasi tutte fornite di un altarino. Nel braccio sinistro del transetto trovasi la Cappella dedicata a Maria SS. della Pace, in quello destro la Cappella è dedicata alla Vergine del Rosario. La cupola di stile barocco ha pianta circolare. Nell'intradosso presenta un soffitto piano, decorato da otto dipinti disposti a raggiera, più uno centrale di forma circolare.

Chiesa di San Cuono - prima del 1079 già esisteva un monastero con questa Chiesa, che fu poi ceduta in seguito al "Monistero Benedettino". La chiesetta assunse dimensioni maggiori quando il Santo fu ordinato Patrono di Acerra. Descrizioni della Chiesa prima di questo periodo non se ne hanno. Mons. De Angelis in una lettera datata 1676 descriveva l'altare maggiore su cui erano collocate le due statue dei Santi protettori, tuttora venerati. Il campanile era dotato di due campane. In un'altra lettera dello stesso, datata 1678, veniva descritta la Chiesa. Su una porta della stessa vi era un affresco con la Madonna delle Grazie. La struttura attualmente è ad aula unica. Sulla destra si accede alla Sagrestia e tramite una stanzetta al modesto campanile, fornito di una piccola campana fusa nel 1818, che ora si trova sul campanile dell'Annunziata.

Chiesa di San Pietro - è una delle più antiche di Acerra. Tale costruzione si trovava all'estremità delle mura del paese, corrispondente all'attuale Centro Storico, il quale presentava quattro porte d'accesso. Negli anni '80, in seguito ai danni provocati dal terremoto, i lavori di restauro e di consolidamento hanno conferito alla Chiesa l'aspetto che tuttora possiamo osservare. La facciata a capanna nell'impostazione riflette la semplicità degli interni; è contraddistinta da tre rosoni e da due colonne a motivo floreale reggenti un timpano all'interno del quale, vi è in una lunetta, un affresco raffigurante il Santo Titolare.

Come arrivare

In auto: per raggiungere Acerra è necessario percorrere l'A1 Napoli - Roma, uscire allo svincolo di Afragola - Acerra, immettersi sull' Asse Mediano e proseguire per la SS162. La distanza da Napoli è di 22 km.

In treno: Acerra è servita dalla locale stazione ferroviaria.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

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