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Capri

Comune della Campania, in provincia di Napoli, con  7.064 abitanti e ha una superficie di 4,0 chilometri quadrati. Sorge a 142 metri sopra il livello del mare. Situato sull'omonima isola del golfo di Napoli, il borgo antico di Capri sorge ai piedi del Monte Solaro in un'amena posizione. L'economia è legata al turismo, che ogni anno attira numerosi visitatori sull'isola, grazie soprattutto alle bellezze naturalistiche dell'isola, che ne fanno una delle mete più ambite dal jet-set internazionale.

Storia

L'etimologia del nome Capri, secondo M.Andren, puo'o risalire al latino Capreae - isola delle capre o al greco kapros - isola dei cinghiali. Le origini sono molto antiche e, grazie anche ai numerosi ritrovamenti archeologici, possono essere ascritte all'età preistorica, quando alcune popolazioni abitavano l'isola. Dal 326 a.C. l'isola entrò nel dominio di Napoli anch'essa romanizzata e l'imperatore Augusto ne fece una delle sue residenze privilegiate. Nell'alto medioevo Capri appartenne al ducato di Napoli, ma nell'866 l'imperatore Ludovico II per premiare Amalfi che aveva liberato il vescovo dalla prigionia tolse Capri a Napoli e l'assegnò alla vicina repubblica marinara. I marinai di Capri parteciparono spesso alle spedizioni delle flotte napoletane e amalfitane contro i corsari che depredavano continuamente le coste. Nel X secolo le incursioni dei corsari e soprattutto dei musulmani furono così frequenti da spingere gli abitanti di Capri a cercare riparo in luoghi più elevati. Longobarda per breve tempo, l'isola passò poi in mano ai Normanni, ma nel 1133 gli abitanti si ribellarono e subirono un lungo assedio da parte di Ruggiero II la resistenza fu organizzata nel Castello Barbarossa, unica fortificazione di epoca bizantina identificabile sull'isola. Nel 1230, con Federico II, Capri ebbe come feudatario il conte Eliseo Arcucci. In epoca angioina furono concessi privilegi demaniali, fiscali, militari ed ecclesiastici agli abitanti dell'isola. Giovanna I, successivamente Ladislao e Giovanna II aumentarono privilegi ed esenzioni. Nella lotta tra aragonesi e angioini nel 1441 Capri passò agli aragonesi ed Alfonso d'Aragona stabilì la demanialità dell'isola; i suoi successori seguirono sulla via dei privilegi, e delle esenzioni. L'arrivo sull'isola dei Certosini, all'epoca di Giovanna I d'Angiò, favorì lo sviluppo dell'insediamento di Anacapri. Nel 1528 l'isola fu venduta a Girolamo Pellegrino che divenne conte di Capri. Intanto le incursioni dei pirati si intensificarono: la più terribile fu quella del 1534 ad opera di Adriano Barbarossa. Nonostante l'intervento di Carlo V, le incursioni non si fermarono, anzi si intensificarono allorché Barbarossa fu nominato comandante supremo della flotta turca. Dopo la crisi causata dalla peste del 1656 che aveva decimato la popolazione di Capri e di Anacapri, la Certosa di San Giacomo promosse una vasta operazione di acquisizione terriera. Nel 1806 i francesi, giunti nel Napoletano, stabilirono dei presidi militari, ma gli inglesi se ne impadronirono e crearono di fortificazioni in tutta l'isola. Nel 1808, Gioacchino Murat diede avvio alla riconquista dell'isola: gli inglesi si arresero e si impadronirono dell'isola realizzando cospicue fortificazioni di cui rimangono ancora tracce visibili. La Fama di Capri dopo l'ètà classica rinverdì nell'800 grazie al poeta August von Platen le dedicò romantici versi.

Da vedere

Palazzo a mare - e' una delle dodici ville romane dell'isola restituita alla luce dagli scavi dell'ultimo secolo. Era la Villa marittima per antonomasia. Oggi, purtroppo, sono pochi i resti visibili, e tra questi, particolare importanza riveste la struttura a forma di esedra che a suo tempo daveva essere un'esedra - ninfeo coperta da una semicupola rivestita da lastre marmoree. La villa era munita di numerose piscine comunicanti col mare o tramite canali o con piccole aperture che consentivano un continuo ricambio d'acqua. La villa era come abbarbicata lungo il territorio dal mare fino alla zona del "Campo sportivo".

Villa Monacone - e' ubicata lungo la via del "pizzoluongo", detto anche "di Polifemo. E' un'edificio assolutamente caprese preceduto dall'immancabile colonnato rustico. L'abitazione fu abitata per lunghi anni dalla famiglia Spadaro, una famiglia di pescatori e muratori che ampliarono la prima struttura con gli elementi tipici del gusto caprese quali le volte a botte, il colonnato, il terrazzino.
Fu poi abitata da personaggi interessantissimi che, scappati dall'incomprensione dei concittadini, qui vivevano in piena liberta' per l'innata tolleranza degli isolani.

Chiesa di San Costanzo - la strutura che maggiormente risente dell'influenza bizantina e' la piccola chiesa dedicata a San Costanzo, che sorge presso la zona di Marina Grande e che fu sede del vescovato fino al 1596. Si fa risalire la sua datazione al X° sec. tenendo pero' di conto l'ipotesi di una costruzione precedente eretta in memoria della figura di San Costanzo, il santo patrono e protettore dell'isola dalle incursioni saracene morto a Capri dopo esservi giunto in condizioni fortunose e sepolto, secondo la tradizione, sotto l'altare della chiesa. L'impianto bizantino e' visibile nella struttura cruciforme con volte estradossate , negli archi a sesto acuto e negli otto capitelli di spoglio romano. A questa struttura fu aggiunto un presbiterio ad opera del conte Giacomo Arcucci nel 1330 ca. a pianta quadra e volta estradossata che e', tra l'altro, la prima testimonianza dell'architettura gotica sull'isola, e che modifico' anche l'orientamento della chiesa.

Chiesa di San Michele - e' anche detta de "La Croce" per un'antica via crucis che si dipanava fin su questa collina. E una struttura sopraelevata rispetto alle costruzioni circostanti, cosa che l'ha salvata dalle brutture architettonche degli ampliamnti moderni. La piccola struttura religiosa e' costituita da tre vani coperti da volte a botte. Il giardino che la circonda fu cimitero dei monaci prima poi servi' per seppellire i corpi degli appestati durante l'epidemia del 1656.

Chiesa di Sant'Anna -  sorge in un uno dei tanti vicoletti che si svolgono quasi ad anello attorno alla piazzetta. E' preceduta da un sagrato rialzato su pochi gradini munito di tre colonne in perfetto stile caprese, le colonne un tempo erano quattro e sostenevano un rigoglioso pergolato di viti. Ha una facciata seicentesca con campanile a vela sebbene la struttura di base risalga al XII° sec. La luce qui entra attraverso poche ed irregolari finestre e va a colpire i rilievi dei capitelli, alcuni dei quali sono di origine romana mentre uno di essi risulta chiaramente modellato alla maniera ingenua dei mastri locali del medioevo. I fusti delle colonne sono talmente bassi che hanno fatto pensare ad una cripta sottostante. Le tre navate sono delimitate dalle basse colonne di cui le prime due in pietra lavica sono affiancate da pilastri in muratura, mentre le due piu' prossime all'altare furono ricavate da rocchi di colonne romane. L'altare e' addossato alla parete di fondo ed e' completamante realizzato in marmo intarsiato.

Chiesa di Santo Stefano - l'attuale ex-cattedrale di Santo Stefano risale al XVII° sec., ma e' difficile dire se sia una costruzione originale o sia stata, piuttosto, ricavata su una precedente struttura.
L'esterno delle cupole estradossate e' realizzato col battuto di lapillo; una tecnica antichissima, gia' adoperata nella certosa di San Giacomo nonche' in numerose altre fabbriche religiose e civili.
Il tetto, scandito dalle numerose cupole che gli conferiscono un felice tocco plastico, era cosi' realizzato per la raccolta delle acque piovane, importante in un'isola afflitta da un' atavica scarsita' idrica. L'interno e' meno caratteristico dell'esterno, anche se insieme agli ornati di stucco di tipo barocco sono visibili elementi moreschi, come il righino nero che corre lungo tutta l'architrave.

Chiesa di San Salvatore - fa parte dell'insula monastica delle teresiane sita poco distante dalla piazzetta e formata dalla chiesa del Santissimo Salvatore, dal monastero e dai giardini recintati. La chiesa del monastero teresiano fu iniziata nel 1667e terminata nel 1685. La facciata conta sei aperture incorniciate da altrettanti riquadri; le due aperture laterali presentano un arcata in rilievo che poggia su di un'architrave seguendo il modello serliano.

Come arrivare

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

In auto: A1 Napoli - Roma.

Tipologie