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Hotel Castellammare di Stabia, Agriturismo Castellammare di Stabia, Bed and Breakfast Castellammare di Stabia

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Castellammare di Stabia

E un comune della Campania, provincia di Napoli, con 65.420 abitanti. E' adagiato sulla parte sudorienale del golfo di Napoli, ai piedi del monte Faito, fra la foce del fiume Sarno, i monti Lattari e l'agro nocerino-sarnese. A nord il confine con le città di Torre Annunziata e Pompei è rappresentato dal fiume Sarno, mentre la catena dei monti Lattari di cui fa parte lo stesso Monte Faito la divide da Vico Equense e Positano. Il clima mite e temperato, tipico delle zone marine: nei mesi più caldi infatti la temperatura media è di 25°, mentre in quelli più freddi di 16°.

Storia

Le origini di Castellammare di Stabia si perdono nella notte dei tempi e sono ancora incerte, anche se alcuni ritrovamenti documentano che la zona era già abitata a partire dal VIII secolo a.C.. Diverse sono state le dominazioni come quella dei sannite seguite poi dagli Etruschi e dai Greci: il nome di questo insediamento era Stabiae. Stabiae venne conquistata da Roma nel 340 a.C. e fu durante questo periodo che la città ebbe il suo massimo splendore: infatti venne cinta da mura, diventanto un piccolo borgo dedito soprattutto ai prodotti che offriva la terra. Durante la II Guerra Punica, cosi come ricorda Silio Italico alcuni giovani stabiani presero parte alla spedizione su una nave della flotta di Marco Claudio Marcello. Durante la Guerra Sociale, Stabiae venne assediata da Lucio Cornelio Silla, e soltanto dopo una lungo periodo la città si arrese: in questo frangente non si combattè alcuna battaglia, ma Silla si limitò ad aspettare al di fuori delle mure finchè la mancanza di acqua e di cibo, portarono gli stabiani alla rese. Nel 62 d.C. Stabiae venne devastata da un violento terremoto ma che non compromise la vita della città, tanto che anche in questo caso, alcuni edifici crollati, vennero immediatamente ricostruiti o restaurati. Il 25 agosto del 79 d.C. un'inaspettata e violenta eruzione del Vesuvio, fece scomparire sotto una fitta coltre di cenere, lapilli e pomici, insieme a Pompei ed Ercolano, la città di Stabiae. A causa dei frequenti terremoti che avevano preceduto l'eruzione, molte ville mostravano segni di cedimento o crepe e quindi si trovavano in fase di ristrutturazione: fu questo il motivo per cui a Stabia ci fu un numero limitato di vittime. Tra le vittime illustri fu anche Plinio il Vecchio, che giunto a Stabiae per osservare più da vicino l'eruzione, morì molto probabilemente avvelenato dai gas tossici sulla spiaggia. In questo periodo, intorno all'anno 1000, precisamente nel 1086, si ritrova per la prima volta in un ducumento il nome del villaggio, ossia Castrum ad Mare, molto probabilmente derivante dal fatto che il castello si trovasse nei pressi a picco sul mare. Durante il medioevo Castellammare di Stabia venne conquistata dagli Angioini, i quali ingrandirono il castello. L'importanza del palazzo era tale che Giovanni Boccaccio ne fa l'ambientazione per una novella del Decameron, precisamente la sesta del decimo giorno. Eriditata dagli Aragonesi, nel 1541 l'imperatore Carlo V, diede la città in feudo a Ottavio Farnese, il quale apporto notevoli modiche alla struttura urbanistica: realizzò anche il suo palazzo, ancora oggi conosciuto come Palazzo Farnese, sede del municipio. Nel 1542 la città venne saccheggiata dal pirata Dragut, che rapì anche ottanta persone, in seguito riscattate. Durante la battaglia dei cristiani contro i musulmani, combattuta a Lepanto nel 1571, presero parte anche giovani stabiesi sotto il comando di Alessandro Farnese. Dopo l'occupazione di Arrigo di Lorena e in seguito di Carlo d'Austria, la città passò, nel 1731, sotto il controllo di Carlo di Borbone. Nel 1845 Castellammare di Stabia diviene una delle prime città italiane ad essere dotata di una linea ferroviaria che la collegava direttamente con Napoli: questo portò non solo ad uno sviluppo della città oltre le mura difensive, ormai diventate inutili e quindi abbattute, ma a diventare un centro commerciale dove le mercanzie provenienti dalla Calabria e dalla Puglia veniva caricate sul treno. Il XX secolo ha rappresentata l'ascesa di Castellammare di Stabia come città turistica, sfruttando soprattutto le sue acque con la costruzione delle Terme. Durante gli anni '80, come in altre parti d'Italia, vi fu una grave crisi economica che portò alla chiusura di molte fabbriche ed un notevole calo di presenze turistiche. Negli ultimi anni la città ha subito una svolta puntando nuovamente sul turismo, tanto che nell'anno 2006 è stata la terza città campana per presenze turistiche negli alberghi dietro a Napoli e a Sorrento.

Da vedere

Cattedrale - fu fortemente danneggiata dal terremoto del 1436 e si pensò alla costruzione di una ex-novo. Dopo numerosi tentativi, solo nel 1587 se ne decise la riedificazione. Il vescovo dell'epoca, mons. Ludovico Maiorano, pose la prima pietra il 22 novembre 1587. La cappella del Santo Patrono, San Catello, venne iniziata nel 1875 e venne conclusa, con tutti i restanti lavori nel 1893, quando il vescovo Sarnelli, consacrerà solennemente la cattedrale. All'interno si possono ammirare tele di Giuseppe Bonito e Nunzio Rossi. Oltre alla cappella dedicata alla Vergine di Lourdes, ve ne una che ospita il corpo di Gesù deposto nel sepolcro e la cappella del Santissimo Sacramento, dedicata alle vittime delle guerre.

Chiesa del Gesù - è tra le chiese più antiche e più belle di Castellammare. La prima pietra fu posta nel 1609 e fu realizzata seguendo prima ilprogetto di Pietro Provedi e alla morte di questo, il progetto di Agazio Stoia. Sull'altare maggiore un dipinto di Luca Giordano raffigurante la Vergine del Rifugio. La volta è invece affrescata da Vincenzo Galloppi, rispetto a quella precedente dell'Andreoli. Nella chiesa è presente anche una ricca biblioteca contenente testi religiosi di valore storico rilevante.

Chiesa dello Spirito Santo - si trova in piazza Fontana Grande, nel centro antico di Castellammare di Stabia. Costruita nel 1500, è molto più nota con il nome di San Ciro, poiché è presente una statua del santo al quale, il giorno della ricorrenza, viene dedicata una grande festa. La chiesa è di modeste dimensioni, con un unica navata centrale, nella quale, ai due lati si aprono due piccole cappelle: una dedicata a San Ciro, l'altra all'Immacolata. Sull'altare maggiore invece vi è una tela che raffigura la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli.

Chiesa di Portosalvo - una volta esistente presso il molo e poi abbattuta per far spazio ai cantieri navali, fu costruita nel 1834 da una congrega di marinai, e qui fu portato il quadro della Madonna (del '500), posto sull'altare maggiore. Alle spalle della chiesa si può osservare la sorgente dell'acqua della Madonna. Purtroppo oggi questa meravigliosa chiesa è chiusa.

Grotta San Biagio - è un antico tempio cristiano, ricavato nella roccia di tufo alle pendici della collina di Varano: molto probabilmente in origine era proprio una cava creata dagli antichi romani per costruire le loro ville o per estrarre tufo. Prima di diventare una chiesa fu un tempio romano dedicato ad Apollo, mentre nei primi secoli della cristianità divenne una catacomba. Fu soltanto dal VI secolo che divenne chiesa, dedicata ai santi Giasone e Mauro, sede di una comunità benedettina, dipendente dal monastero di San Renato di Sorrento. All'interno vi sono affreschi di notevoli proporzioni, splendidamente conservati, eseguiti tra il VI e IX secolo: oggi purtroppo la grotta è chiusa al pubblico.

Castello Medioevale - si trova lungo la statale sorrentina, nei pressi della salita per il santuario della Madonna della Libera, venne costruito dai sorrentini per difendere il proprio ducato, sulla collina che sovrasta la città stabiese; fu in seguito riparato da Federico II e ricostruito dagli angioini. Quando perse il suo ruolo difensivo il castello fu rifatto e rinforzato da Alfonso d'Aragona: fu attivo fino ai secoli della dominazione spagnola, ma nel XVIII cominciò il suo lento declino. Ridotto per lo più ad un rudere venne venduto dallo stato al marchese Alaponzone di Verona, che attorno gli anni '30 del '900 lo cedette a Edoardo de Martino: questi ne iniziò il restauro, completato dal figlio.

Piazza Orologio - il nome reale è piazza Cristoforo Colombo, ma da tutti è conosciuta come Piazza Orologio, visto che vi è una torre sulla quale è collocato un orologio. Da sempre questa piazza, situata nel centro antico di Castellammare, ha ricoperto un ruolo di fondamentale importanza per la vita stabiese dato che in essa veniva svolto un mercato, soprattutto con prodotti del mare, tanto da prendere il nome di Piazza Mercato. Nel maggio del 1872, dopo le richieste sia degli abitanti sia dei pescatori che volevano un orologio luminoso che potesse essere visto anche dal mare, fu inaugurato l'impianto che comprendeva una torre alla cui sommità venne posto l'orologio, con le campane che scandivano le ore e l'illuminazione dovuta ad un impianto a gas.

Piazza Principe Umberto - conosciuta anche come Piazza Quartuccio o Piazza Monumento, in passato in questa piazza, dove una volta vi era una delle porte della città, la Porta del Quartuccio, vi era la Gabella, introdotta nel 1299 che faceva pagare una somma in denaro per il passaggio in città a chi trasportava legumi, frutta e altro materiale. La fisionomia della piazza rimase immutata fino agli inizi dell'800, quando vennerro abbattute le mure difensive, vennero ampliati e costruiti nuovi maestosi palazzi. Oggi la piazza ospita il monumento ai caduti, si apre sulla villa comunale all'altezza della Cassarmonica, mentre alle sue spalle si trova la stazione della Circumvesuviana

Antiquarium Stabiano o Museo Archeologico - vengono raccolti tutti i reperti provenienti dagli scavi dell'antica Stabiae, alcuni anche di notevole valore. Sfortunatamente però questo museo non ha mai avuto grossa fortuna, in quanto oltre a trovarsi in alcuni ambienti sottostanti la scuola media Stabiae, in via Marco Mario, è anche perennemente chiuso. Si è spesso parlato di un suo possibile trasferimento presso la Villa Gabola. I reperti stabiani troveranno finalmente degna sistemazione negli spazi adibiti a museo della splendida reggia di Quisisana, situata sulla collina omonima, attualmente in fase di avanzato restauro.

Come arrivare

In auto: Castellammare di Stabia ha un'uscita autostradale sulla A3 Napoli - Pompei - Salerno. L'uscita a Castellammare è consigliata anche per raggiungere i centri della Penisola Sorrentina e della Costiera Amalfitana. Da Castellammare infatti parte la statale 145 Sorrentina, che attraversa l'intera Penisola Sorrentina, per terminare a Positano e la statale 366 che arriva ad Amalfi passando per Gragnano, Pimonte ed Agerola.

In treno: Castellammare di Stabia è attraversata da due ferrovie: le Ferrovie dello Stato e la Circumvesuviana.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

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