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Cicciano

E un comune della Campania, provincia di Napoli, con 12.573 abitanti e ha una superficie di 7,1 chilometri quadrati. Sorge a 50 metri sopra il livello del mare, nell'agro Nolano, circoscritto a nord dal Lagno di Sasso e ad ovest dal Lagno di Avella. L'economia è legata molto all'agricoltura ed è un famoso centro di produzione della nocciola.

Storia

L’origine del toponimo è molto discussa e tutte le  ipotesi formulate non sono sorrette da sicure conferme filologiche. Secondo gli    storici il nome è di sicura origine latina e potrebbe derivare da: Cittianum o Citianum; Ticianum o Tìtìanum oppidum, Tiziano, Titius o Titus, Circianum, Zizzano, ciccia. La fascia calcarea collinare, immediatamente a nord del paese, e la stessa pianura pedemontana hanno restituito, in seguito a ritrovamenti, quasi sempre sporadici e fortuiti, continue trac­ce di vita che vanno dal paleolitico superiore al I sec. a.C. e riferibili, quindi, alle diverse etnie campane che sì avvicendarono nel territorio nel corso di questi secoli: cavernicoli, Osci, Etruschi, Sanniti. Nel territorio sono stati rinvenuti reperti archeologici: statue marmoree acefale, scolpite nel calcare locale, provenienti da un monu­mento funerario d’età romana. La romanizzazione provocò nel territorio ciccianese una profonda trasformazione etnica ed amministrativa: tra il I sec. a.C. e il I sec. d. C. la zona fu interessata alle massicce deduzioni di veterani, ai quali fu assegnato un appezzamento di terreno a spese della popolazione locale che fu costretta a subire espropri e disagi. L’impianto medievale di Cicciano è costituito da una pianta radiale con un nodocentrale,  il Castro, da cui si dipartono a raggiera le principali vie di comunicazioni, collegate tra loro da vicoli dal tracciato ortogonale, su cui si affacciano case ag­gregate intorno a corti interne. Il paese, quale centro prevalentemente agricolo, conserva ancora oggi un   impianto urbanistico ed architettonico fondato sulla casa a corte con tutte le sue varianti locali: agglomerato spesso complesso o semplice con al centro uno spiazzo molto vasto, attorno al quale sono disposti le stalle, i magazzini e i locali per la lavorazione dei prodotti agricoli e per le attività enologiche con annesse attrezzature quali palmenti e vasche di fermentazione.

Da vedere 

Piazza Mazzini - all’interno di un insediamento urbano lo spazio pubblico riveste un ruolo fondamentale per la vita sociale della collettività che vi è insediata. In un certo senso si può affermare che la piazza è il luogo in cui l’individuo si sente libero e uguale a tutti gli altri che la vivono, in questo senso è un luogo estremamente democratico, non discriminante come può essere invece un luogo privato. Piazza Mazzini è la piazza principale del nostro paese importante per la presenza del  busto in bronzo all’Apostolo della Libertà inaugurato il 4 aprile 1954. La storia del busto di Mazzini ha inizio in una notte del 1946. Il nome della piazza principale è fortemente voluto da Geremia Cavezza che ha già in mente di onorare la memoria del “Rivoluzionario Genovese” anche con un monumento. Cavezza, però, è costretto a mettere da parte l’idea per l’impellente necessità di risolvere i problemi, ben più gravi, che attanagliano Cicciano nell’immediato dopoguerra. Eletto sindaco nel ‘48, deve fronteggiare l’emergenza e solo nel 1953, quando si giunge ad una relativa tranquillità, rimette mano alla sua vecchia idea.

Casa a Corte - lungo le strade si concentrano le testimonianze della memoria collettiva, con le sue stratificazioni e i suoi mille segni. I cortili delle Case Vecchie non sono luoghi marginali di strade anonime, prive di fascino e di identità, ma vera testimonianza della cultura contadina. Illustrano il fluire di una vita comune che, per quanto scandita da cicli, assomma in sé i connotati di una vera e propria civiltà; dove persino le leggende, le fantasie e le superstizioni divengono concrete, palpabili per entrare a far parte del vissuto quotidiano, dei sentimenti e delle emozioni di innumerevoli persone. La Casa a Corte si presenta povera di elementi architettonici: la scala esterna, la torre colombaia, il puteale, il lavatoio, la cappa del forno e più eccezionalmente le arcate sono gli elementi che intervengono a variare in parecchie Corti la semplicità dei fabbricati.

Maria SS. degli Angeli - la località rustica oggi deriva il nome dal santuario, ma nel XV secolo veniva chiamata campo Maiuro ed in seguito, dai proprietari del fondo, fu detta li Franchi. Il Tempio, salve le modifiche di cui diremo in seguito, è quello stesso che venne edificato negli anni compresi tra il 1657 ed il 1661, e cioè dopo la peste del 1656. Precedentemente, al suo posto, non v’era che una piccola e modesta cappella, ridotta, per di più, in condizioni piuttosto deplorevoli. Ora, che le modalità del rinvenimento dell’Immagine siano state quelle riferite dalla tradizione od altre, ai nostri fini, poco o niente importa.

San Giacomo - ristrutturata nel 1773, è splendidamente barocca nella facciata, nelle sue decorazioni interne, nella pavimentazione e nei dipinti superstiti; è costituita da una unica navata con transetto. Una grande cupola emisferica sorge all’incrocio dei due bracci contribuendo a creare un piacevole effetto di luminosa spazialità interna. Sull’altare destro e maggiore si possono ammirare due tele di Paolo De Majo raffiguranti rispettivamente la Sacra Famiglia del 1771 e l’Immacolata tra i Santi Giacomo e Giovanni Battista del 1774. Sull’altare destro è situata una tela di Giovanni Battista Vela del 1772 raffigurante la visione di Santa Francesca Romana.

Sant' Anna - non ha origine certa. Nella Chiesa è presente una lapide datata 1670 con l’indicazione del Commendatore Geronimo Branciforti, al quale si deve la costruzione. Nella relazione alla visita pastorale si legge, tra l’altro, che la Chiesa è contigua alla casa del Signor Don Giovan Battista Sanseverino senza soffrirne pregiudizio e servitù da essa. Era dotata di sedili di noce e di organo sopra la porta e di una sepoltura ad uso della Congrega. I confratelli erano tenuti all’adempimento dei loro doveri a norma dello statuto; non venivano però comminate speciali pene canoniche pel caso di trascuranza.

Sant' Antonio - è una delle più antiche di Cicciano e si presenta con un corpo unico rettangolare isolato dagli altri edifici circostanti. È nata in zona rurale all’inizio del ‘600. Essa non è grande ed è molto semplice nella facciata che presenta quattro lesene, due sui lati e due vicino all’ingresso, che terminano con semplici capitelli. Sopra di essi un sobrio cornicione sovrastato da un timpano. A sinistra della facciata, leggermente arretrato, sorge il campanile costruito negli anni ottanta. Alle spalle del campanile è posta la sacrestia più bassa della chiesa e di forma irregolare di piccole dimensioni. L’interno della chiesa, composta da una sola navata, rispecchia la semplicità dell’esterno.

Chiesa dell’Annunziata - è verosimilmente del XVI secolo, infatti viene citata per la prima volta nel cabreo del 1617 fatto redigere da Girolamo de Guevara. All’interno si trovava un dipinto ad olio, raffigurante l’Annunciazione, firmato e datato 1594 del pittore vercellese Antonio Ardito, oggi conservato nella chiesa si S.Pietro. Queste dividono due mondi, quello divino rappresentato dall’Angelo e dalla Colomba dello Spirito Santo e quello umano simboleggiato dalla Madonna con tutti gli elementi terreni. Nel 1993 il Comune di Cicciano commissionò il restauro eseguito sotto la sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli.

Come arrivare

In auto: immettersi sulla A16  Napoli - Bari o A30 Caserta - Salerno ed uscire al casello di Nola. Distanza da Napoli 28 Km.

In treno: I collegamenti giornalieri sono assicurati dalla Circumvesuviana linea Napoli - Nola - Baiano.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie