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Canolo

Piccolo comune della Calabria, in provincia di Reggio Calabria con 875 abitanti e ha una superficie di 28,2 chilometri quadrati. Fa parte del Parco dell'Aspromonte. Sorge a 432 metri sopra il livello del mare. E situato al centro di due canyon scavati nella roccia dalle fiumare Novito e Pachina. Il monte Mutolo domina l'abitato con le sue caratteristiche vette dette “Dolomiti del sud” per le loro forme.

Storia

Il suo nome deriva forse da un termine bizantino, "kanalos", cioè fontana, canale. Antico centro, fu feudo molto conteso, dalle origini incerte. Divenne Comune nel 1811. Nel 952 gli arabi attaccarono la città di Gerace e costrinsero gran parte della popolazione a rifugiarsi nelle zone più interne: è ipotizzabile che fu proprio in questa occasione che prese vita il primo nucleo abitativo di Canolo. Per quanto riguarda la situazione feudale ed amministrativa Canolo fece parte per lungo tempo del principato di Gerace, ne fu casale e seguì la sorte che fu comune a tutti i piccoli territori e villaggi, cioè passò di mano in mano nelle compravendite, nelle guerre e nei giochi dei potenti, così appartenne ai vari rami dell'autorevole famiglia dei Caracciolo, poi fu di Alberico da Barbiano, passò agli Aragona, in seguito andò in mano a Stuart d'Aubugny e successivamente in quelle del Gran Capitano Consalvo di Cordova, successivamente appartenne alla famiglia De Marinis e poi, infine, ai Grimaldi. Nel 1783 fu colpito dal terremoto. Intorno al 1797 aveva 1570 abitanti e vi si praticava l'allevamento dei bachi da seta. Il 19 gennaio 1807 Giuseppe Bonaparte emanò un provvedimento amministrativo che classificò Canolo come università e con il nuovo assetto del 4 maggio 1811, ad opera di Gioacchino Murat, Canolo divenne comune con aggregata la frazione di Agnana. Tale assetto fu confermato da Ferdinando IV Borbone il 26 agosto 1816. Agnana rimase frazione di Canolo fino al 1941.

Economia

Si basa su una produzione agricola praticata su piccola scala, per essere più precisi le viene assegnato il compito di soddisfare il fabbisogno famigliare, accanto all'allevamento di animali: maiali, ovini, pollami che vengono trasformati in prodotti caserecci. L'unica produzione industriale presente, tra l'altro di antichissima tradizione ed oggi occupante una cinquantina di persone, è quella dell'estrazione del calcare, marmo colorato, pirite ed altri prodotti utilizzabili in ambito edile. Da tempo si è ormai perso l'allevamento del baco da seta e la pratica della conceria delle pelli. Si sta tentando uno sviluppo economico attraverso la riqualificazione delle ricchezze naturalistiche presenti e stimolate dall'inserimento della zona nell’area del Parco nazionale dell'Aspromonte. Per quel che riguarda la rivalutazione turistica dell'area, si è sviluppata in questi anni una pratica escursionistica che ha come centro proprio i meravigliosi boschi che contornano Canolo Nuova, con la nascita di infrastrutture ricettive e piccoli negozi che offrono prodotti locali. È nato, in fondo, un turismo culinario, una gara all'acquisto di formaggi, pane casereccio e salumi che vengono prodotti con metodi ancora tradizionali e genuini e per i quali il comune ha richiesto il marchio di origine controllata. Rare escursioni vengono anche effettuate nella zona di Canolo Centro per visitare le Dolomiti del Sud e le grotte presenti nel territorio, incentivate anche dall’inserimento del percorso nel progetto di salvaguardia archeologica dell'istituto europeo per il turismo.

Da vedere

Chiesa di San Nicola di Bari - si trova in Canolo Vecchio.

Chiesa della Madonna delle Nevi - si trova in Canolo Nuova.

Chiesa di San Nicola di Bari - emblema negli anni, delle condizioni di dissesto e pericolo che hanno sempre dominato il paese ed ancora oggi simbolo di questa situazione. Fu consacrata il 7 ottobre 1753 dal vescovo Rossi e, per concessione del vescovo Scoppa, fu elevata ad arcipretura. Già nel 1723 era stato eretto l'altare del S.S. Crocefisso, ad opera del sacerdote Paolo Fazzari di Antonimina. L'11 settembre 1777 fu installata nella cappella del S.S. Rosario la confraternita. Il 21 maggio del 1843 fu consacrato l'altare maggiore.

Palazzo La Rosa
- palazzo settecentesco situato in Canolo Centro.

Santuario della Madonna di Prestarona - si trova nell'omonima località e risale a prima dell'anno mille.

Come arrivare

In auto: per raggiungere Canolo è necessario percorrere l'A3 Salerno - Reggio di Calabria, uscire allo svincolo di Rosarno, immettersi sulla strada di grande comunicazione Tirreno - Jonico fino a Gioiosa, imboccare la SS106 fino a Siderno e proseguire per la SS117 Siderno - Canolo. La distanza da Reggio di Calabria è di 68 km.

In treno: Canolo è servita dalla Stazione ferroviaria di Siderno che dista 17 km.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Reggio di Calabria.

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