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Amatrice

E un comune montano in provincia di Rieti con circa 2.736 abitanti. Oggi afferente alla provincia di Rieti, fino al 1923 faceva parte della provincia dell'Aquila. È sede del polo agroalimentare del Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga. 

Storia

La Conca di Amatrice fu abitata dall'uomo sin dall’età preistorica. La vicinanza al tracciato dell'antica Via Salaria favorì lo siluppo di insediamenti nel territorio amatriciano già in epoca preromana. All’epoca romana risalgono i resti di edifici e tombe rinvenute in diverse zone del territorio, noto per gli scrittori romani come Summa Villarum, termine con il quale si identificava per esteso tutta l'area attualmente occupata dal comune di Amatrice. Nel 568 i Longobardi invasero l'Italia e costituirono il Ducato di Spoleto suddividendolo in Comitati e Gastaldati e il territorio dell'odierna Amatrice passò sotto il Comitato di Ascoli. Nel Regesto di Farfa sono ricordati, per il periodo che va dalla metà dell’VIII secolo agli inizi del XII, i nomi di molte località e villaggi dell’attuale comune e, tra essi, nel 1012, anche quello di Matrice, edificata sullo sperone roccioso che sovrasta la confluenza tra il fiume Tronto e il Castellano, ricordato ancora nel 1037 nel diploma con cui l’imperatore Corrado II conferma al Vescovo di Ascoli i suoi possedimenti. La città non volle sottostare al dominio angioino e anzi, più volte, si ribellò apertamente. In 1271 e nel 1274 Carlo I d'Angiò inviò degli eserciti per debellare la resistenza degli amatriciani e ridurre la città all’obbedienza. In questo periodo Amatrice assomma sotto la sua giurisdizione tutti i castelli appartenenti al comitato di Rieti, sulla sinistra del Tronto, e quelli del territorio sommatino. Amatrice partecipò alle crociate e da questo trarrebbe origine la croce che brilla sullo stemma comunale. Tradizionale alleata di Amatrice fu la città di Ascoli. Gli amatriciani presero parte, a fianco delle milizie comandate da Braccio Fortebraccio da Montone, al lungo assedio dell’Aquila e alla battaglia finale del giugno 1424, che segnò la sconfitta di Braccio morto sul campo. Amatrice, durante i conflitti tra angioini e aragonesi per il possesso del Regno di Napoli, sostenne tenacemente i secondi, anche durante la guerra. Il sovrano aragonese Ferdinando, sedata la rivolta dei Baroni nel 1485, nell’anno seguente ricompensò Amatrice, concedendole il privilegio di battere moneta con il motto Fidelis Amatrix. Tuttavia nel febbraio 1529, dopo un’eroica resistenza, venne riconquistata e messa a ferro e fuoco da Filiberto di Chalon, generale di Carlo V. Per punire la ribellione, Carlo V diede lo Stato di Amatrice in feudo ad un suo capitano, Alessandro Vitelli. Nel 1759 il feudo entrò a far parte dei domini personali del re di Napoli. Nel 1639 Amatrice e le ville summatine furono gravemente danneggiate dal terribile terremoto dei giorni i giorni 7,14 e 17 ottobre, seguito da quelli del 1672, 1703 e 1730. In epoca Napoleonica, con la proclamazione della Repubblica Napoletana, il generale Championnet con un decreto del 9 febbraio 1799, divise il territorio in 11 Dipartimenti.  Negli ultimi decenni che precedettero l'unità d'Italia, molti amatriciani presero parte attiva ai vari moti rivoluzionari; tra tutti spicca la figura dell'insigne patriota Pier Silvestro Leopardi. Con l'unità d'Italia Amatrice fu inserita nell'Abruzzo aquilano, e solo nel 1927, con la creazione della provincia di Rieti, la città entrò a far parte dell'alto Lazio.

Da vedere

Chiesa di S. Francesco - è romano - gotica, della fine del XIV sec.. La facciata orizzontale presenta un portale gotico in marmo e sopra, un rosone coevo. I fianchi dell'edificio sono ad arcate su lesene. All'interno, nell'abside, sono conservati affreschi del XV e XVI secolo, opera di un pittore marchigiano e si custodisce inoltre, un altare seicentesco con reliquario gotico di Pietro Vannini.

Chiesa di S. Agostino - ha un esterno tardo gotico, con una facciata orizzontale di tipo abruzzese e fianchi ad alte arcate su lesene. Sulla facciata si apre un grande portale a cuspide del 1428 ed un rosone, pure gotico, ma posteriore al portale. All'interno due affreschi: l'Annunciazione, del 1491, e una Madonna con Bambino e Angeli del 1492, di un pittore provinciale influenzato dal Crivelli.

Chiesa di San Martino a Faizzone - si trova nella frazione di Faizzone, conserva una Via Crucis dell'illustratore francese Dubercelle.

Chiesa di S.Maria delle Grazie - contiene numerosi affreschi del tardo Quattrocento e del primissimo Cinquecento. Realizzati in massima parte dallo stesso artista che ha affrescato la Chiesa di S.Agostino dell'Amatrice e dal pittore amatriciano Dioniso Cappelli.

Come arrivare

In auto: partendo da Roma si possono scegliere due strade la via Salaria direzione Rieti si passerà per Monte Rotondo, il bivio per Fiano Romano e si proseguirà fino a Rieti.

Tipologie