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Cittareale

Cittareale è un comune di 473 abitanti della provincia di Rieti, e ha una superficie di 58,8 chilometri quadrati per una densità abitativa di 8,20 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 962 metri sopra il livello del mare. Il comune è ai confini con l'Umbria e l'Abruzzo.

Storia

La nascita di Città Reale è controversa. C'è chi la ritiene fondata sulle rovine della mitica Apolline da re Manfredi di Svevia nel 1261. Questa ipotesi avanzata per la prima volta dal Di Cesare nel 1837, è quella che ha trovato maggior seguito, ed è stata costantemente ripresa da tutti gli autori che si sono interessati a questo territorio, a volte senza neanche citarne la fonte principale, come fa il Palmegiani, di certo senza mai verificare le fonti del Di Cesare. In realtà l'ipotesi del Di Cesare, piuttosto che su fonti certe, appare più elaborata per enfatizzare l'opera di re Manfredi ascrivendogli anche opere che in realtà appartengono ad altre epoche. Per altro il Di Cesare muove dall'assunto che l'edificazione di Cittareale sia stata opera dei ribelli di Erice, inviati appunto da Manfredi, al quale per altro avevano ucciso lo zio Federico Maletta, ad edificare una città sui resti della mitica Apolline. L'ipotesi è del tutto inconsistente se non altro perché dovremmo ipotizzare che re Manfredi avesse inviato a costruire una nuova città, e a edificare una delle principali strutture di difesa del suo regno, fornendo loro anche ingenti mezzi finanziari, proprio coloro che avevano agito contro di lui in Sicilia. Anche il D'Andreis coglie l'evidente contraddizione, ma poi, forse per comprensibili motivi municipali, sposa l'ipotesi della fondazione in questo periodo. Ipotesi basata unicamente su un assunto del quale egli stesso coglie l'assoluta non credibilità. L'Antinori nota come nel 1329 tal Giovanni di Bernardino, notaio, poneva la sua residenza a Falacrine, segno evidente della non esistenza di Cività Reale che come vedremo, venne fondata proprio quello stesso anno, o era in corso di edificazione, tanto da individuare come luogo di propria rogazione ancora Falacrine che scomparirà con la nascita del nuovo centro. Esisteva di certo nel 1360, quando la città veniva tassata per le decime papali da Rieti in quanto parte della diocesi. In un atto notarile del 1375 nel quale tal Nicola di Allone decise per alcuni lasciti, si fa chiara menzione delle chiese di S. Antonio, S. Pietro e S. Spirito di Civita Reale. Nel 1396 fu costruita la chiesa di S. Maria Assunta , detta S. Maria in Piazza. Nel 1383 il re Luigi d'Angio iscrisse nel suo testamento una messa perpetua per se stesso e sua moglie da celebrarsi appunto nella chiesa parrocchiale di Cittareale , erroneamente chiamandola Cattedrale, o più semplicemente per un refuso del notaio di corte. Nel 1650 l'arciprete Raimo Ferrocci elaborò una relazione storica di Città Reale sostenendo che a fondarla fosse stato Roberto d'Angiò. Il Ferrocci sostiene come Città Reale sia nata dalla fusione di più nuclei abitati, contestualmente abbandonati, il principale dei quali era Falacrine. Dello stesso avviso appare essere l'autorevole Antinori nei suoi appunti della fine del XVIII secolo.

Da vedere

Il Santuario della Madonna di Capodacqua - avvenne tra il decimo e l'undicesimo secolo il ritrovamento della miracolosa Immagine della Vergine Santissima di Capo d'acqua in un dì 7 maggio. Non si conosce esattamente l'anno. Nel IV e V secolo, durante il passaggio delle orde barbariche gli eretici iconoclasti, su istigazione dell'Imperatore greco Leone Isaurico, avversando il culto delle immagini le toglievano dai templi, le spezzavano e le bruciavano. Passarono secoli e generazioni, passarono ancora guerre e distruzioni, e delle venerate immagini si dimenticò il nascondiglio; altre ormai le avevano sostituite. Il ritrovamento della miracolosa immagine della Vergine di Capo d'acqua, fu fatto da una innocente pastorella che pascolava il suo gregge a piè del monte detto Coste delle Croci; quando assetata s'inchinò a bere l'acqua delle fonti del Velino che là affiorano « con sua grande meraviglia e piena di religiosa pietà si accorse della presenza del simulacro della Vergine Santissima, piccolo di mole, formato di argilla e di espressione divina siccome ognun vede conservato e venerato nella bellissima chiesa al centro del maestoso altare ». La statuina sembrò alla piccola pastorella che fosse uscita in quel momento dalle viscere della terra per mostrarsi a lei, tanto fu improvvisa la visione.

Chiesa di S. Silvestro in Falacrina - è posta nel territorio presumibilmente ascrivibile al centro di Falacrinae, modesto insediamento romano, affiancata da un ramo del fiume Velino nei pressi delle frazioni Bricca e Collicelle di Cittareale. L'edificio è posizionato probabilmente in modo parallelo all'adiacente via Salaria antica con la facciata posta verso la valle principale, ad ovest. E' verosimile supporre che, in tempi più remoti, la chiesa si estendesse almeno per tutta la lunghezza dell'attuale edificio. Illustri esperti in architettura medievale ritengono che la cripta fosse una navata laterale di una chiesa alto medievale, databile, in via assolutamente indicativa, tra il quinto ed il decimo secolo dopo Cristo. Numerose e tutte suggestive le ipotesi che si fanno sulle origini della chiesa di S. Silvestro in Falacrinae. Di Falacrina ne parla Svetonio, individuando questo piccolo villaggio quale origine dei Flavi, dinastia che dette a Roma tre imperatori.  Personalmente, ho letto più volte di Falacrinae come antichissima città che insieme a Nursia ed Amiternum, si possono definire la culla della civiltà sabina. L'origine del nome del vicus di Falacrina e della valle omonima, è individuabile in Falacro, divinità sabina antichissima già dimenticata nella Roma Repubblicana di cui sopravviveva il ricordo solo nei Flamini e nei loro rituali.

La Grotta della Sibilla - si trova nel massiccio dei Monti Lepini, seguito dai Monti Ausoni, gli Aurunci, gli Ernici. Alcune grotte sono poi notevoli per estensione. Il primato spetta alla Grotta degli Urli: la più profonda ed anche la più lunga. Per sviluppo verticale si può citare l'Abisso Consolini e la Grotta di Cittareale. Per sviluppo orizzontale la Grotta di Pastena e la Grotta del Formale. L'immaginario collettivo ha popolato il buio delle grotte di esseri immortali, creature malefiche, draghi fantastici. L'esplorazione scientifica, invece, ha portato alla luce i reali abitatori delle grotte e, più in generale, di tutto l'ambiente sotterraneo. La cavità è di grande interesse per l'estensione, la profondità, la morfologia, la presenza di gesso ed il fatto che è scavata nella formazione della Scaglia, generalmente poco propensa a contenere fenomeni carsici di rilievo. La progressione è molto impegnativa, anche per la presenza di strettoie non certo facili. E' sempre presente il pericolo di caduta massi.
Chiesa di S. Maria Assunta -  aveva subito gravi danni in seguito al sisma del 1979, ritornerà presto al suo antico splendore La Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Lazio ha avviato un primo lotto di lavori di restauro della chiesa di S. Maria Assunta di Cittareale. La chiesa, gravemente danneggiata dal terremoto del settembre del 1979, era già stata oggetto di lunghi lavori di restauro, purtroppo parziali, che non ne avevano permesso la riapertura alle attività religiose.

Chiesa di S. Antonia - nel 1650 Innocenzo X diede ordine di sopprimere tutti quei Conventi o Monasteri che non avessero rendite sufficienti al loro mantenimento. Fra questi fu incluso anche il convento di S. Antonio in Cittareale dei frati conventuali di S. Francesco «che fu edificato dalla fondazione di Civita Reale secondo la tradizione comune delli cittadini del luogo». Questo convento sorgeva là dove i trovava la caserma dei carabinieri e l'attuale casa canonica ed era collegato con la chiesa di S. Antonio da quell'arco che ancora si vede nella strada in cui sorgono i suddetti edifici. Il popolo ed il Consiglio generale fecero di tutto per impedire la loro partenza facendo generose offerte al Convento e continui reclami, sollecitazioni e petizioni presso la Santa Sede. Contenti invece della partenza dei frati erano l'arciprete e i canonici di Cittareale, in quanto al Convento e alla Chiesa di S. Antonio il popolo andava più volentieri per visite e funzioni che non alla Collegiata di S. Maria. Le tre confraternite del paese: la compagnia del cordone, quella della Madonna del Carmine, e, più forte di tutte, la compagnia dei bifolchi, si tassarono per una determinata cifra da devolvere al convento. Nel 1655 il Consiglio Generale dell'Università decise su proposta del primo Consigliere Ferrocci di disporre del testamento del Dott. Domenico Gentile in favore del convento. Interessante a tal proposito é la vertenza sorta per questa eredità, che durò 23 anni. Il testatore era morto il 23 luglio del 1632 lasciando tutti i suoi beni per la ricostruzione del monastero delle Monache di S. Pietro a condizione che in detto monastero entrassero gratis e si facessero monache due sue nipoti: Bernardina e Agnese Ferrocci.

Come arrivare

In auto:  da Roma, prenderete la SS 4 Salaria in direzione di Rieti. Dopo circa 80 Km oltrepasserete il capoluogo di provincia e proseguirete in direzione Ascoli Piceno oltrepassando Cittaducale, Canetra, Antrodoco, Sigillo, Posta e Bacugno. Dopo aver percorso non piu di 120 Km uscirete, con apposito svincolo stradale, in direzione Cittareale.

Tipologie