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Frasso Sabino

Piccolo comune laziale in provincia di Rieti con circa 632 abitanti, e ha una superficie di 4,4 chilometri quadrati per una densità abitativa di 143,64 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 412 metri sopra il livello del mare. Il patrono è San Pietro in Vincoli. L'economia è legata principalmente all'agricoltura ed all'allevamento.

Storia

Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire al periodo della dominazione  romana. La struttura del centro antico è composta da costruzioni che si attestano lungo un percorso principale che dalla rocca si inoltra verso il margine opposto dove la piccola piazza belvedere si apre spettacolarmente verso la valle del Farfa. Da qui il circuito viario, delimitando il bordo del colle verso valle, segue la mole della rocca, ricongiungendosi al punto di accesso al paese. Il toponimo Frasso compare nella documentazione farfense nella prima metà del X secolo. Di notevole interesse la chiesa romanico trecentesca di S. Pietro in Vincoli, la cui posizione elevata rispetto al paese, consente un’ampia vista sul paesaggio della valle. A pochi passi dalla chiesa un osservatorio astronomico di recente costituzione è ubicato nei locali di un ex mulino settecentesco.Una lunga via rettilinea esterna all’abitato, parte terminale della diramazione che porta al paese      dalla via Mirtense, dà accesso alla parte più antica. Il castello di Frasso dovette rimanere in possesso del monastero per non molto tempo. Infatti già nel 1118 non risultava piu’ sotto la sua giurisdizione, pur mantenendo diritti di proprietà sul suo territorio, riconosciuti nel Quattrocento. Per piu’ di due secoli non si hanno notizie sui signori del castello. Sullo scorcio del Trecento ne erano in possesso i Brancaleoni. Nel 1441, quando Frasso era stato occupato da Battista Savelli, Paolo e Francesco Brancaleoni, signori di Monteleone lo donarono, come dote, alla loro sorella Simodea, che aveva sposato Orso Cesarini. Le controversie tra Savelli e Cesarini proseguirono a lungo fino ad estinguersi grazie ad un accordo raggiunto nel 1573.

Da vedere

Castello degli Sforza Cesarini - edificio databile tra il XV e il XVI secolo è caratterizzato da una torre cilindrica angolare ornata di beccatelli. La struttura originaria è stata più volte rimaneggiata nel corso degli anni subendo notevoli danni alla torre e alle pitture degli appartamenti che sono state intonacate o distrutte.

Chiesa di S. Pietro in Vincoli - costruita agli inizi del XIII secolo presenta una piccola abside e tre navate, di cui quella destra nel XVII secolo è stata murata e trasformata in una serie di cappelle funebri annesse all'attiguo cimitero. L'interno è decorato con affreschi risalenti al XV secolo raffiguranti "l'Annunciazione", la "Fuga in Egitto" e la "Disputa tra i Dottori". La facciata a capanna si apre con un oculo quadrilobato scolpito con motivi decorativi e presenta un portale sormontato da una lunetta a sesto pieno Restaurata recentemente dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici per il Lazio, la chiesa è oggi adibita ad Auditorium per attività culturali.

Il centro storico - oggetto di una recente opera di ristrutturazione, offre scorci suggestivi. L'esrtema cura dei dettagli ed una sapiente politica di conservazione valorizzano ulteriormente le visite all'interno del centro abitato.

Il Castello - fu fondato nella prima metà del X secolo per iniziativa signorile,anche  se  la  prima  notizia  certa  della sua esistenza risale al 1055, quando Alberto figlio di Gebbone lo donò all'abate di Farfa, Berardol. La dominante mole della rocca  dei Cesarini, davvero notevole rispetto alla dimensione dell'abitato, conserva ancora un alto bastione cilindrico con basamento a scarpa   munito di beccatelli nella parte terminale. La rocca e l'intera struttura dell'abitato, sono state oggetto   di continue modifiche che ne hanno cancellato la forma primitiva; anche la torre ha subito sorte analoga con l'abbattimento della parte più alta.

Grotta dei Massacci - è stato attribuito alla ricca e potente famiglia dei Brutti Presentes, inparentati con Commodo, imperatore romano.Il monumento è completamente occultato dall'edificio settecentesco posto nell'area dove un tempo era la stazione di cambio mansio ad Novas. Per la sua imponenza e importanza  è stata decretata Monumento Nazionale dal 1916.

Come arrivare

In auto: da Roma: autostrada A1 con uscita a Fiano Romano, proseguire sulla Salaria in direzione Rieti. Girare a sinistra per Passo Corese, da qui seguire indicazioni per Frasso Sabino; da Rieti: da Rieti la Salaria fino a Osteria Nuova, da dove in 2 Km. si giunge a Frasso Sabino.

Tipologie