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Leonessa

Leonessa è un comune montano di 2.633 abitanti della provincia di Rieti. Il comune è ai confini con l'Umbria.

Storia

Della città non si hanno notizie anteriori al secolo XIII. Trattasi di un agglomerato urbano di origine tardomedioevale, nelle cui tradizioni vivono ancora elementi dell'antico status giuridico. Frequenti sono gli insediamenti italici, e fors'anche etruschi, attestati nella immediata periferia: a Monteleone di Spoleto, a nord, da dove proviene l'interessantissima biga bronzea di arte ionico - arcaica importata del sec. VI - V a.C., scoperta con altra suppellettile nel 1902, ora al Metropolitan Museum di New York; a Villa S. Silvestro, a nord - est, col suo capitolium romano del sec. III a.C., sacro presumibilmente alla triade agreste Cerere, Libero e Libera; a la via Salaria e a la valle Falacrina, ad est, con i loro insediamenti sabini e romani ed il folto bosco, ricordato da Plinio, sacro alla dea Vacuna. Le prime testimonianze scritte sui nuclei abitati dell'altipiano risalgono al sec. VIII d.C., sullo scorcio cioè della dominazione longobarda e del suo tipico regime curtense: alle "corti", infatti, ci riportano i superstiti documenti dell'alto medioevo, tramite le numerose donazioni di terreni e pertinenze fatte all'abbazia di Farfa. La prima di queste notizie risale agli anni 770-774, allorchè si cedette al monastero di Farfa la "corte" di Narnate, cessione fatta da Adelchi e confermata dall'ultimo re longobaro Desiderio. Queste notizie frammentate non consentono di delineare una precisa storia delle diverse signorie, trattandosi di zona di confine ove le alternanze di dominio, o per lo meno di influsso politico, erano legate alle più ampie contese tra la monarchia normanna esveva, i papi e i duchi di Spoleto. Traccia inequivoca di questo travaglio plurisecolare rimane nelle oscillazioni della giurisdizione ecclesiastica, divisa tra i vescovadi di Rieti e di Spoleto, ed inizialmente anche di Terni, la quale ha trovato il suo equilibrio lungo un confine piuttosto ideale, e non orografico o idrografico, che taglia a metà l'altipiano in direzione est - ovest. La leggenda, di origine forse tardiva, favoleggia di baroni che vessavano le popolazioni dei castelli ad essi soggetti con ogni sorta di angherie, l'ultima delle quali, armò la mano dei congiurati nella festa di S. Donato di un anno imprecisato del sec. XIII, fu quella della jus primae noctis. La storia, invece, documenta un preciso intervento di Carlo I d'Anjou a fine di meglio difendere i confini del suo regno. Il nome del nuovo agglomerato urbano, tolta qualche testimonianza che parla ancora - dal nome del castello incstellante - di Ripa di Corno, fu, come si è detto, quello di Gonessa, il quale perdurò, nella forma dotta di Connexa, fino al sec. XVI-XVII. Sul finire del '300 però già comparve il nome attuale, sia pur latinizzato in Lionissa. Le ragioni di questa onomastica non sono state ancora sufficientemente accertate, nonostante le molte ipotesi che vogliono vedere, nel primo nome, un legame con le origini e la struttura composita della città, o anche con una importante famiglia di feudatari angioini venuti dalla Francia; e, nel secondo: o una trasformazione etimologica del nome originario, o un appellativo derivato, secondo quanto narra un'enfatica ed inattendibile tradizione locale, dal valore mostrato dai connessani nel combattere "come leoni", o anche da suggestioni polemiche contro il vicino Castrum Leonis. Per capire la storia di Leonessa bisogna necessariamente inserirla entro questa inteliatura fondamentale: città di origine demaniale, e non feudale, a struttura federativa, ubicata in una zona strategica di confine, e percò blandita e resa fedele dai regnanti di Napoli con larghe concessioni di autonomia amministrativa, che la ponevano, in pratica, nelle condizioni di libero comune. Nei secoli XV - XVI fiorirono le industrie, principalmente quella laniera, la quale trovava sbocchi in numerosi centri commerciali, dai mercati di Farfa a quelli di Ascoli Piceno. Per una migliore tutela furono redatti nel 1466 brevi capitoli che salvaguardassero quell'"honore et utile della Terra". Questa condizione di relativa agiatezza dette credito alla città, ed i leonessani sempre più frequentemente vennero richiesti come paceri e come garanti dalle comunità vicine in lite tra loro, e crebbero in stima un pò ovunque, come indica - ad esempio - la cittadinanza spoletina concessa loro in perpetuo nel 1569. Il maggior benessere economico favorì pure largamente lo sviluppo dell'edilizia e consentì l'ingresso di molte opere d'are nelle chiese della città. In seguito alla pace di Vienna del 1735, per la quale Carlo I di Borbone aveva ottenuto tutti i beni extraterritoriali già appartenuti ai Farnese e ai Medici, Leonessa ritornò sotto il pieno dominio della casa reale di Napoli e venne compresa tra i cosiddetti "stati allodiali" di privato patrimonio della corona. Ai Borboni di Napoli rimase fedele durante i moti rivoluzionari del 1799, ed i suoi uomini combatterono con impegno tra le "masse" del gen. Salomone nell'assedio di Rieti. Prese parte alle lotte politiche del tempo e nel settembre 1820 ebbe anch'essa la sua "vendita" carbonara, subito presa di mira dalla polizia borbonica. A ricordo di questi ultimi, sul luogo ove morirono le 23 vittime del massacro nazista del venerdi santo 7 aprile 1944, tra le quali era il cappellano delle brigate partigiane don Concezio Chiaretti, è stata eretta una stele - sacrario disegnata dal reatino Arduino Angelucci.

Da vedere

Il Museo Civico  di Leonessa - si svilupperà nella sua interezza secondo un preciso programma di cui esponiamo qui i tratti essenziali. L’intero complesso architettonico che si articola attorno al chiostro dell’ex-convento di S. Francesco, sito nella via omonima, è stato adibito a sede dei servizi culturali della nostra città e sarà strutturato, d’accordo alle norme regionali vigenti, come Centro di Servizio Polivalente.Il Centro di Servizio comprenderà: il Museo Civico; l’Archivio Storico della Città; una Biblioteca Specializzata.Il Museo Civico, a sua volta, comprenderà queste due aree museali: Museo Demoantropologico e Museo Archeologico.

Chiesa S. Giuseppe - rappresenta un bell'esempio di architettura barocca: il soffitto ligneo risale è stato ultimato nel XIX secolo. All'interno, grazie ad un recente restauro, è possibile vedere grazie ad un pavimento in vetro, la casa natale del Santo. La prima pietra fu posta il 28 giugno 1629, ma fu nei primi anni del settecento che si dette inizio ai lavori di ampliamento completati nel 1746. La torre campanaria fu eretta intorno al 1787, mentre la facciata in travertino bianco fu innalzata nel 1956 su progetto dell'arch. Priori. La decorazione dell'interno è legata a particolari vicende della vita del Santo. La cupola minore è decorata con un grande affresco, la gloria dei santi nel Paradiso, di autore non ancora identificato del tardo seicento. La decorazione della cupola maggiore dei pennacchi e delle lunette, con figure bibliche ed allegorie delle virtù, è opera di Monti. L'organo a 15 registri fu costruito a Roma nel 1759 da Werlè.

Chiesa S. Francesco - nel centro di Leonessa si trovano la Chiesa e il Convento di S.Francesco. La facciata della chiesa è in conci della tipica pietra rossa leonessana. All’interno il pittoresco Presepe in terracotta policroma; ai suoi lati due statue in legno policromo, una cinquecentesca di S.Sebastiano ed una trecentesca di S.Biagio, singolare non solo per la raffinata decorazione, ma anche per il contrasto tra l’espressività del volto e la rigidità della figura. Di fronte alla Cappella del Presepe si trova la Cappella del Crocifisso, opera in legno di un anonimo scultore umbro del XVI sec.; alla sua sinistra un portale trecentesco incassato nel muro, proveniente dalla non più esistente chiesa di S.Maria extra et prope portam. Nel 1993 è stato scoperto nella Cripta, un ciclo di affreschi di ispirazione giottesca, attribuiti ad autori diversi. Tra essi il Paradiso ed il miracolo della Madonna dell’ulivo. La Madonna apparve nel 1399, con una bianca veste ricoperta di ostie, ad un pastorello di Assisi presso un albero di olivo.

Chiesa S. Pietro - fu costruita poco dopo la fondazione della città e portata avanti nel tempo a più riprese. Il complesso, posto a ridossoChiesa di S.Pietro della montagna, presenta uno sviluppo architettonico in senso longitudinale. E' composto da due Chiese sovrapposte, l'una a mò di Cripta e l'altra come basilica a tre navate. Sul lato orientale delle due Chiese e per tutta la loro lunghezza, si apre un bellissimo loggiato panoramico. La facciata è in conci di pietra rossa a coronamento orizzontale. In essa si apre un grande portale ad arco rotondo che si espande in un largo archivolto decorato graziosamente con vitigni e puttini intenti alla vendemmia ed è sormontato da un timpano a chiglia di nave secondo un modello riscontrabile in altre Chiese abbruzzesi. Sul lato orientale della facciata s'innalza uno splendido campanile gotico, e nella cripta segnaliamo una "deposizione" rinascimentale in terracotta policroma opera della metà del 500.

Come arrivare

In auto: da Roma - Rieti - Morro Reatino - Leonessa, km 120.

Tipologie