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Montasola

Piccolo comune laziale in provincia di Rieti, con circa 390 abitanti.  Sorge a 604 metri sopra il livello del mare.

Storia

Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire al periodo della dominazione  romana. Il territorio del comune di Montasola mostra tracce di occupazione del suolo fin dall'età romana. Nella zona sono stati rinvenute, infatti, alcune iscrizioni funerarie e due frammenti epigrafici con la menzione Forum Novum. Nel corso dell'alto Medioevo, presso le rovine dell'antico insediamento, giunsero i monaci dell’Abazia di Farfa, che ripresero a coltivare le terre e favorirono, così, la nascita di un nuovo abitato, localizzato sul Monte Asola. Nell'alto medioevo il popolamento della zona fu riorganizzato dai monaci farfensi intorno alla Curtis de Lauri o Lori, sito che viene normalmente localizzato nei pressi della quale erano presenti alcune strutture, forse pertinenti ad una villa rustica dell'epoca romanica. Agli inizi del Sec. X, prima comunque del 936, la Curtis fu sottratta al possesso del monastero farfense e vi fu fondato il Castellum de Lori. Nel 1278 i suoi abitanti giurarono fedelta' ed omaggio al Papa Nicolò III. Montasola si ribellò anch'essa al dominio pontificio della Iia metà del Sec. XIV, tanto da essere dichiarata terra bandita. In anno 1501 fu sequestrata da Papa Alessandro VI e acquistata definitivamente dalla Camera Apostolica nel 1592. Nel Novembre del 1817 con il definitivo riordinamento dell'assetto territoriale della provincia di Sabina e della delegazione di Rieti, Montasola, con 431 abitanti era apodiata di Torri, divenne Comune autonomo nel 1853.

Da vedere

Fonte Vecchia - riserva ai visitatori ed ai turisti tesori antichi che la fanno apprezzare ogni giorno di più. Al paesaggio aspro e attraente al clima collinare,alla straordinaria cordialità della gente si uniscono dei particolari artistici di grande interesse. Tra questi un’antica fontana situata nel territorio di Montasola a ridosso della strada che – attraverso una vallata stupenda – inizia dalla località Foecella e conduce alla madonna di Cottanello. Particolarità principale il disegno delle fontanelle situato su due diversi livelli del terreno: una parte superiore è costituita dalla cupola, quella inferiore da due vasche utilizzate come abbeveratoio e collegate alla prima da una terza vasca intermedia. Si tratta di un’opera molto rara che merita l’attenzione del turista per la sua originalità costruttiva.

La Chiesa dell'Oratorio - fa parte del complesso denominato dell’Opera Pia Cimini, lasciato in eredità dal benefattore Francesco Cimini alla sua morte, nel 1712. La storia racconta di questo cittadino di Montatola, che nel XVII secolo divenne ricco scoprendo delle verghe d’oro nella bottega a Roma in cui lavorava come falegname. Vero tesoro di Montatola è proprio la chiesa dell’Oratorio: unica nel suo genere in tutto il circondario, la Cappella è ricca di straordinari gruppi marmorei e di splendidi dipinti tra i quali spicca sul meraviglioso altare in stile barocco la tela della   SS. Concezione, attribuito se non al pittore Antonio Gherardi, ad un allievo molto vicino al maestro. La particolarità di questa bellissima tela è la possibilità di essere   intercambiabile con un Crocefisso ligneo, mediante un argano ancora funzionante, ciò che rende ancor oggi  l’altare incomparabile. Il Santissimo Crocefisso era il simbolo dell’Oratorio dell’Opera Pia,così come si evince da tutte le carte relative alle sue attività nelle quali tale effige viene riportata. Abbelliscono l’altare i due  splenditi putti marmorei, posti sulle balaustre dell’altare, che la tradizione popolare attribuisce alla scuola del Bernini.

La Chiesa di San Michele Arcangelo - non si sa quando e da chi sia stata costruita, tuttavia si ipotizza la possibilità che sia la più antica almeno tra le chiese all’interno dell’abitato, risalente alle origini stesse del paese. Svolse un tempo funzioni di parrocchiale e una curiosità è proprio che Montatola fino al 1950 condivideva contemporaneamente due chiese parrocchiali: l’attuale, la chiesa di S. Pietro e Tommaso e la chiesa di S. Michele Arcangelo. All’interno ha la tipica struttura romanica a navata unica, e conserva intatto il pavimento originale; ha tre altari: il maggiore in origine dedicato a S. Michele Arcangelo, ora vi compare un quadro della Madonna; ai lati si reggono le forme, incassate nel muro, di due altari, uno di rimpetto all’altro: l’altare di Santa Lucia sulla destra, con una bella tela dedicata alla santa ma da restaurare e quello di S. Maria Maddalena la penitente sulla sinistra. La chiesa sta vicina all’oratorio Cimini, tanto da condividerne il campanile: delle 4 campane, due appartengono alla chiesa di S. Michele, le altre due all’oratorio.

La chiesa parrocchiale di S. Pietro e Tommaso - è costruita quasi alla sommità dell’abitato e custodisce un’epigrafe, posta sulla porta d’accesso alla chiesa, che ci dà la data di fondazione della cittadina avvenuta nell’anno 1191 per opera di Papa Celestino III, ricordando nel contempo la costruzione della chiesa dedicata agli apostoli Pietro e Tommaso e la dipendenza dall’Abbazia di Farfa.  Nella nicchia centrale dell’abside è collocata la statua lignea dell’Assunta; alla sua destra una statua raffigurante S.Antonio e alla sinistra un’altra immagine della Madonna, veneratissima nel culto delle popolazioni sabine. La balaustra in marmo rosa è stata installata nel 1923, asportata dalla  chiesa di S.Maria Morella per due terzi portata nella chiesa parrocchiale e un terzo nella chiesa dell’oratorio. Partendo dalla parete destra, entrando, si scopre subito un meraviglioso altare del ‘500, dedicato alla Madonna del Rosario o detto anche “della Via Crucis”. La tela, raffigurante la Madonna tra il fondatore dell’ordine domenicano, S.Domenico e la corrispettiva suora dello stesso ordine, è installato all’interno di una preziosissima cornice in legno intagliato, originale del XVI secolo, rappresentante  con i suoi 15 riquadri gli altrettanti misteri del Rosario. All’esterno,la facciata della chiesa non presenta un alto valore artistico; aldilà delle epigrafi che vi compaiono non si rivela altro che una semplice facciata intonacata. Uno dei motivi potrebbe essere proprio l’alto numero delle ristrutturazioni e rimaneggiamenti effettuati alla chiesa nel corso dei secoli; tant’è che, s’è visto, la direzione originaria potrebbe non coincidere con l’attuale direzione della chiesa;oltremodo giustificato dal fatto che la facciata si indirizza non su una piazza o su una via che goda di visibilità,tipico di un luogo dedicato al culto religioso, ma stretta tra le piccole vie che caratterizzano la struttura medievale del borgo.

Chiesa S. Maria Morella - fu certamente costruita su rovine romane le quali affiorano ancora oggi tutti intorno ed in parte riutilizzati per la fabbricazione del tempio, di cui s’ignora con certezza la data d’erezione, ma che si presume intorno al XII secolo. Si tratta di un edificio ad aula unica che conserva sulle facciate alcune importanti scritture del XIV secolo. Nella parte alta della fronte sono murate, infatti, una serie di mensole che sorreggono una cornice e dei bassorilievi. La chiesa ebbe funzione parrocchiale ancora nel secolo XIV ed aveva alle sue dipendenze alcune cappelle. In questo periodo la facciata subì delle modifiche che rimasero  intatte fino all’ultimo restauro, nel 1693,eseguito per opera del curato Angelo Bonelli, il quale ha l’importanza di aver apportato benefici e miglioramenti, nonché la ristrutturazione di una pregiata tela che ora si trova tuttavia all’interno della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Tommaso. Alla sua morte, nel 1697, il Bonelli ricevette sepoltura sotto lo stesso  pavimento della chiesa, in onore delle attenzioni dimostrate verso questo luogo. Al centro della facciata si apre una bella monofora, intorno alla quale sono disposte tre sculture molto interessanti: in alto un uccello, forse un’aquila, lateralmente, su due colonne con capitelli, due leoni.

Come arrivare

In auto: da Rieti: 30Km in direzione Contigliano, qundi tramite la provinciale Fontecerro fino al bivio di Cottanello. direzione Poggio Mirteto lungo la provinciale il Finochietto per circa 6 KM.
da Roma: 65 Km Via Salaria fino a Passo Corese, quindi si imbocca la S.S. 313 fino al bivio di Torri in Sabina - Montasola.

Tipologie