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Caggiano

Comune campano, in provincia di Salerno, con più 3.011 abitanti. Sorge tra i torrenti Tanagro e Meandro e si distende fra collina e pianura, ai piedi del Capo Serra, in prossimità dei Monti della Maddalena. Il comune è ai confini con la Basilicata. L'economia è legata principalmente all'agricoltura e in particolare si producono ottimi vini; notevoli sono i piatti tipici a base di ingredienti locali.

Storia

Le origini del paese sono da far risalire al III sec. a.C. quando i Romani conquistarono il Vallo di Diano. Nel corso dei secoli il paese venne occupato da diverse famiglie di origine nobile. Nel territorio sono stati rinvenuti resti preistorici, in particolare nelle "grotte dello Zachito" ai piedi del monte sulla cui cima si trova oggi il paese, luogo particolarmente favorevole per la vicinanza del fiume Melandro. Il territorio entrò a far parte dei domini romani dopo le tre guerre sannitiche. Durante la seconda guerra punica Annibale vi tese un agguato al console romano Marco Claudio Marcello e non lontano Spartaco fu definitivamente sconfitto presso Dianum. Sotto il dominio dei Romani il territorio faceva parte dell'ager Volceianus, territorio della città di Volcei, attuale Buccino e i suoi abitanti fecero parte della "tribus Pomptina". Sono attestate numerose epigrafi e la famiglia degli Instei costruì una tomba monumentale nella località San Stasio. Con la riorganizzazione dioclezianea il territorio di Caggiano fece parte della nuova Regio III Lucania et Bruttii. Durante il periodo delle invasioni barbariche il territorio fu percorso da Vandali e Visigoti e fu interessato nel VI secolo dalle guerre tra Goti e Bizantini. Intorno al castello si sviluppò quindi un piccolo borgo, primo nucleo dell'attuale abitato, con alcune dimore ed altri edifici che ben presto ottenne il titolo di università feudale. Nel XII secolo i Templari vi eressero una mansio in contrada "Sant'Agata", mentre l'ordine degli Ospitalieri gestiva l'ospedale dedicato a San Giovanni. Il primo signore di Caggiano di cui si abbia notizia è un certo Guglielmo de Cauciciano, citato in un atto di donazione del 1092 conservato nell'archivio della Badia di Cava. Da questi la signoria passò al figlio Roberto, che in un primo momento vi associò anche i fratelli Guglielmo e Omfrida, e successivamente al figlio di Roberto, Ruggero. Il nuovo signore di Caggiano si mantenne fedele agli Angioini: nel 1284 fu nominato da Carlo I "Giustiziere della Basilicata" e quattro anni dopo fu nominato cavaliere da Carlo II. Espanse inoltre i suoi domini, acquisendo anche Pertosa, Castiglione e Paterno. Nel 1330 gli successe il primogenito Niccolò e a questi prima il figlio Giovanni e poi l'altro figlio Mattia, che acquistò la signoria di Pescopagano e fu ciambellano di Roberto d'Angiò e della regina Giovanna. La diffusione degli ideali rivoluzionari fece nascere anche a Caggiano un "Club della Libertà", guidato da Vincenzo Lupo e da Giuseppe Antonio Abbamonte. Il regime borbonico arrestò il primo e costrinse all'esilio il secondo, che divenne in seguito Segretario generale del ministro delle finanze nella Repubblica Cisalpina. Nel 1799 quando il generale francese Championnet proclamò a Napoli la repubblica napoletana, Abbamonte, conosciuto a Caggiano come "don Peppe", fu nominato presidente del Comitato Centrale. L'ordinamento delle amministrazioni locali istituito durante l'occupazione francese e i regni di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat, con il consiglio comunale che eleggeva il sindaco, sopravvisse alla Restaurazione. Il terremoto del 23 novembre 1980, contrariamente a quanto avvenuto nei comuni limitrofi, ha solo sfiorato Caggiano senza provocare né morti né feriti, tanto che nell'occasione già nelle prime ore successive all'evento partirono gruppi di volontari per soccorrere i paesi vicini. D'altra parte anche in passato eventi sismici distruttivi hanno più spesso risparmiato Caggiano di quanto non sia successo ai comuni che lo circondano.

Da vedere

Chiesa del SS.Salvatore - presenta la facciata in stile romanico e l'interno ad una sola navata e con volta affrescata. Nel XV secolo svolse di fatto il ruolo di cattedrale, avendo ospitato i vescovi della soppressa diocesi di Satriano, distrutta dalla regina Giovanna II di Napoli. Subì diversi rifacimenti e il campanile moderno, in cemento armato, è opera dell'ingegnere Salvatore Ruiz degli inizi del XX secolo. Ospita un altar maggiore seicentesco con trono in legno dorato, altri dieci altari, nove dei quali furono sotto il patronato delle principali famiglie del paese, diversi dipinti e un pergamo ligneo scolpito da Fortunato Cafaro.

Castello medioevale e le Mura di cinta - fortificazioni risalgono al IX o X secolo e furono posti a difesa dell'abitato. Delle quattro porte di accesso presenti lungo le Mura di cinta, uno degli accessi, denominato Porta del Ponte e posto nella parte orientale, aveva un ponte levatoio. Le Mura di cinta sono state interessate da un recente intervento di recupero e pertanto sono in buono stato di conservazione.

Cappella di S. Luca Evangelista - situata nel Centro Storico della città e fu eretta a suo tempo da una confraternita.

Chiesa di Sant'Antonio - situata presso l'ex monastero dei Padri Riformati, posta in posizione esterna rispetto al Borgo Medievale, ha due navate.

Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire - ha una struttura a crociera ed è attualmente interessata da un intervento di recupero.

Chiesa di Santa Maria dei Greci - fino all'anno 1770 ha conservato la vera forma di chiesa greca e da i dieci anni immediatamente successivi custodisce gelosamente ben nove opere del celebre pittore Nicola Peccheneda, tra le quali la celebre "Madonna del Carmine con angeli e dannati".

Convento dei Padri Riformati - costruito nel 1634, venne chiuso all'attività religiosa nel 1866, quando il fabbricato passò alla proprietà comunale. Alla fine del secolo scorso fu sede di un importante Osservatorio Meteorologico. Recentemente è stato oggetto di lavori di ristrutturazione e attualmente ospita l'Archivio Storico del Comune, la Biblioteca Comunale, L'Antiquarium che ospita la Mostra dei reperti del Monumento Funerario degli Insteii di età romana, ritrovato sul territorio del Comune.

Come arrivare

In auto: autostrada Salerno - Reggio di Calabria ed uscendo a Polla, da cui il città dista circa 8 km, oppure si può seguire la Strada Statale n.19ter, giungendo al km 75 da Salerno.
In treno: sulla la linea Salerno - Sicignano - Polla scendendo alla stazione di Caggiano.
In aereo: l'aeroporto più vicino è a Napoli - Capodichino

Tipologie