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Campagna

Città della Campania, in provincia di Salerno, con più di quindicimila abitanti. Sorge alle pendici delle estreme propaggini dei monti Picentini, tra il fiume Sele e i torrenti Atri e Tenza. E' medaglia d'oro al merito civile.

Storia

Storia dell'insediamento di Campagna è inquadrabile nello sviluppo delle province dell’Italia meridionale. Le sue origini risalgono al periodo delle grandi migrazioni dei popoli indoeuropei che si stanziarono ai margini dell’antica Campania. L'origine del suo nome deriverebbe appunto dalla contrazione della dicitura finibus Campanie. Tracce certe dei primi insediamenti si hanno a partire dal IV sec. a.C., quando le popolazioni autoctone vennero a contatto con coloni greci, come hanno testimoniano i ritrovamenti di numerose tombe alla località Piantito e Palazza e nelle zone dell'alto Sele. Scarne sono le notizie e le evidenze archeologiche del periodo romano. Bisognerà attendere l’alto medioevo per ritrovare documenti che attestino l’esistenza di pievi e mulini nel territorio dell’attuale Campagna. A partire dall’XI secolo si hanno le prime notizie dell’abitato di Campagna e dei casali sparsi sul territorio. Successivamente prospereranno i casali di Zappino, Giudeca, Pedenzone e Pianello. Sotto Federico II l’abitato dovette essere particolarmente importante, dato che il castello fu compreso tra i castra exempta del regno. A partire dal 1266 fu feudo angioino e, nel 1437, fu concesso alla Famiglia Orsini di Gravina. Da allora, dal punto di vista dell'assetto urbanistico, la città non ha cambiato aspetto, almeno fino all'inizio del '900. Gli stemmi gentilizi sui palazzi più antichi, le iscrizioni nei muri, le chiese, i complessi conventuali ed il castello Gerione sono la testimonianza di quella civiltà ricca ed intensa. Nel 1518 Papa Leone X, rispondendo alle richieste di Ferdinando Orsini e Melchiorre Guerriero, concesse al nucleo abitato il titolo di "città" e l'assenso alla fondazione di uno "Studio Generale". Nel 1525 con Clemente VII viene costituita la diocesi di Campagna ed in seguito sorgono ovunque edifici religiosi e monumenti. Colpita dal terremoto del 1980, la città ha subito gravi danni sia agli edifici pubblici che a quelli di edilizia abitativa. La ricostruzione, che ha alterato non poco l’antico tessuto urbano e architettonico, è in fase di ultimazione. La sua origine, secondo gli storici locali , affonda le radici, con presenze di insediamenti umani, fin dal medio bronzo. Questi antichi popoli hanno lasciato tracce della loro presenza in una “grotta ossifera” nelle vicinanze di Campagna, e in insediamenti con resti di manufatti sul Monte Polveracchio. Campagna è situata nel cuore dei monti Picentini e la vetta più alta è Polveracchio con i suoi 1780 metri, da cui nascono tre piccoli fiumi: Atri, Tenza e Trigento che l’attraversano da Nord a Sud e si versano nel fiume Sele. Le loro acque nel tempo sono state il motore dell’economia locale perché , incanalate, hanno alimentato macchine e irrigato i campi sia della zona collinare che della pianura. Questa presenza ha favorito l’insediamento umano, fra le vallate pedemontane e lungo il corso dei fiumi dove si sono avvicendate diverse popolazioni e civiltà: Opici, Oschi, Sanniti, Etruschi, Greci, Latini, di cui ancora oggi è possibile rinvenire reperti e testimonianze. Questi studiosi riportano le iscrizioni di lapidi, di cui la sola esistente è quella che oggi si trova incastonata nel muro di sinistra del ponte sul fiume Tenza in Piazza Guerriero: Naio del casato Successo, uomo designato a ricoprire incarichi pubblici, fu prefetto romano sulla regione che va da Nocera al Fiume Sele. Fu nominato dall’Imperatore Augusto qui dove morì con la moglie Marcia nell’anno 53 d.c. Anche un toponimo “ Chiangone “* prendeva il nome dal console P.Plancone mandato a Campagna perché proscritto come si legge da un’iscrizione riportata da De Nigris : Plotino Planco, proscritto dai Triunviri, per mettersi al sicuro, si ritira presso il fiume Sele nell’antica città di Campagna, soggiacque al supplizio nonostante l’orridezza dei monti, accessibili alle sole fiere, ma il suo rifugio fu scoperto dall’intensità dei profumi usati”. La storia di Campagna, letta attraverso la toponomastica, cambia con la penetrazione della religione cristiana, che si diffuse fra tutte le classi sociali e il De Nigris nella sua opera celebre il martirologio dei primi testimoni della fede cristiana: Domenica, Assunta, Doroteo, Vito, Candido, al tempo dell’imperatore Diocleziano. Nel secolo degli Orsini fu risistemato l’assetto della città intorno ai tre nuclei più importanti esistenti, Zappino, Giudeca e San Bartolomeo; fu istituito uno spazio per il mercato nei pressi della cappella palatina dell’Annunziata annessa al Palazzo Orsini dove sarà trasferito più tardi il convento degli Agostiniani che si trovava in località Torricella; per motivi di sicurezza la dimora dei Conti Orsini ritorna ad essere quella antica dei Sanseverino in località Costa Torre.

Da vedere

Castello Gerione - fu edificato dal longobardo Gisulfo II nel sec. XI. Situato sulla collina del Girolo ne segue l'andamento orografico a forma di fuso. Ridotto ormai a rudere sono ancora visibili i resti della torre principale a pianta quadrata, due corti separate da un ponte levatoio, alcune volte a crociera ed altre a botte, alcune cisterne, resti del palazzo signorile e resti delle mura esterne con una torre intermedia Raggiungibile solo a piedi, dalla sommità della collina si può ammirare un panorama mozzafiato.

Palazzo Municipale-ex Convento Agostiniano - fatto erigere dai feudatari Del Balzo-D'Apia come loro dimora intorno al trecento, intorno al 1580 fu trasformato completamente dagli Orsini e destinato a Convento degli Agostiniani. Con l'abolizione degli ordini monastici fu destinato a uffici pubblici e l'edificio fu modificato per adattarlo alle nuove esigenze. Di notevole interesse storico artistico è da segnalare il bellissimo chiostro tardocinquecento scandito, su ogni lato, dalla successione di quattro archi in pietra viva sottilmente lavorata.; da notevoli affreschi con scene di vita agostiniana. Al centro del chiostro è situata una fontana monumentale ottagonale, tricefala nei getti d'acqua.

Chiesa della SS. Annunziata - parte dell'antico monastero, la chiesa è stata parzialmente demolita a seguito del terremota del 1980. Tuttora in fase di ricostruzione, della struttura originaria conserva solo due archi della navata, l'abside e Molti degli arredi interni di pregevole fattura fra cui la pala di S. Maria della Cintura con S. Agostino e S. Monica opera di Michele e Francesco Curìa, l'Ecce Homo, la tela di S. Gaetano, il Crocifisso, S. Nicola, S. Biagio, le reliquie di S. Serafino e di S. Vito martire e la statua di S. Liberato Martire.

Palazzo Tercasio - posto a ridosso del fiume Tenza, si affaccia su Piazza Melchiorre Guerriero. Palazzo nobiliare dei conti Tercasio, nella seconda metà del cinquecento fu ingrandito e trasformato in monastero francescano dedicato ai SS. Filippo e Giacomo, rimanendo attivo fino al 1866. Il palazzo presenta notevole interesse architettonico .La parte più antica dell'edificio è quella compresa fra il chiostro e la piazza La facciata su piazza Guerriero, oggetto di numerosi rimaneggiamenti, è costituita da due corpi distinti: quello della cappella, e quello del convento che riecheggia la struttura di una torre. L' ingresso della cappella è caratterizzato da un pregevole basamento lapideo definito da una cornice cui si collega il portale di ingresso. L'ingresso del monastero invece presenta il portone di ingresso racchiuso in una cornice imponente. 

Chiesa di S.Giovanni - posta su c.so Umberto I° fu edificata prima del XVII secolo. Essa è costituita da una facciata in parte manierista e in parte barocca. L'edificio è di piccole dimensione ed è coperta da una cupola. L'interno, finemente abbellito da stucchi, presenta tre nicchie simmetriche poste sui muri. Vi si conservano le statue di S. Giovanni Battista e S. Emidio e S. Sofia

Chiesa ed ex convento di S. Bartolomeo - gli edifici sacri impiantati ex novo o parzialmente rinnovati in età angioina erano sufficienti per le necessità degli ordini monastici e dei loro fedeli poiché non sono rimaste che scarse notizie di trasformazioni di chiese e conventi e di formazioni di nuovi insediamenti destinati al clero regolare in età aragonese e nel primo cinquantennio del viceregno spagnolo; unica eccezione la ricostruzione, o ampliamento, del convento di S. Bartolomeo. Alcune fonti riportano la fondazione del monastero domenicano agli inizi del ‘400. Nel 1449 ebbe la conferma papale. Il Rivelli assegna la ricostruzione del monastero a «Francesco Orsini prefetto di Roma». E' probabile che il nuovo edificio «facendone spiantare gli antichi fabbricati» sia stato commissionato fra il 1496, anno della conferma nel ducato di Francesco, ed il 1503, data della sua morte, e terminato in epoca molto posteriore. Sul chiostro, di modeste dimensioni, si elevano tre piani, risultato di una sopraelevazione di probabile origine ottocentesca. L'invaso claustrale è costituito da grossi pilastri segnati da leggeri risalti in muratura, con arcate a tutto sesto, ed è del tutto privo di decorazioni. La chiesa, che aveva anche le funzioni di parrocchia, è costituita da un unico ambiente rettangolare con due cappelle laterali del tutto estranee all'insieme, e da una abside quadrata definita da un arcone a tutto sesto e coperta da volta a crociera priva di qualsiasi elemento decorativo probabilmente a causa dei restauri cui è stata sottoposta. L'aula è disadorna; dalle pareti laterali sono stati eliminati gli altari e sono rimaste soltanto quattro edicole con stucchi di gusto tardosettecentesco di rozza fattura.

Il castello Gerione - sorge in mezzo una gran rocca, primo edificio della Città, si per antichità, come per l’architettura; poiche si riguardevole, ed inespugnabil di natura, ed arte appare per le fortificazioni, cortine, e belluardi. Fu sopra un Monte a guisa di piramide edificata, che alla Salita, non si facile si dà l’ardito. A torno del sudetto Castello fabricorono otto Parochie; o Casali; alla falda del quale è il Girone. Così nel ‘600 Niccolò de Nigris descriveva il castello. Secondo alcuni autori il maniero sarebbe stato edificato dal longobardo Gisulfo II nel sec. XI, per fronteggiare le scorribande dei normanni Guglielmo ed Umfredo d’Altavilla che avevano occupato alcuni castelli nei dintorni di Eboli. Attorno al castello Gerione, sorse il sottostante centro abitato denominato castellum o castrum per tutto il sec. XI, mentre il restante territorio fu denominato con le espressioni territorium e pertinentiis castelli Campanie, Campanie o finibus Campanie. L’impianto planimetrico del castello è a forma di fuso e segue l’andamento orografico della collina del Girolo, dalla sommità della quale si ergono i ruderi dell’antico maniero.

Cattedrale di Santa Maria della Pace - Nel giugno del 1564 si pose, a settentrione dell’antica parrocchia di S. Maria della Giudeca, la prima pietra della monumentale chiesa che avrebbe acquisito il nome di S. Maria della Pace e che si sarebbe completata più di un secolo dopo. Soltanto nel 1634 si iniziarono le opere di fondazione della navata e del transetto sinistro. Nelle murature furono impiegati i materiali di antichi edifici romani e la chiesa fu sopraelevata rispetto alla sponda destra del fiume Tenza. Al di sotto del transetto e dell’abside si ricavarono un soccorpo e la cappella della confraternita del Monte dei Morti dedicata alla Beata Vergine del Carmelo; di recente, al di sotto di quest’ultimo locale sono stati ritrovati i resti di un antico cimitero. La chiesa fu consacrata solennemente nel 1683 e le rifiniture e le decorazioni richiesero un tempo ancora più lungo di quello dedicato all’edificazione, prima di essere completati, protraendosi fino al secolo scorso. Ha subito gravi danni dal sisma del 1980, sia nella parte absidale che nel timpano della facciata ed è stata sottoposta quindi ad un lungo periodo di restauro. L’impianto della cattedrale è a tre navate a croce latina con un campanile che si innalza alle spalle del transetto a destra dell’abside. All'esterno spicca la facciata in stile tardo rinascimentale che riflette, con le sue tre aperture, le navate interne e presenta sulla sommità un timpano che viene raccordato al resto della facciata con due ampie volute laterali. Il campanile con i suoi sette piani fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1694 e fu quindi in parte ricostruito nella parte più alta, terminante a “bulbo” di chiaro gusto barocco; le lastre di piombo che ricoprivano la guglia furono utilizzate all’inizio dell’800 per farne munizioni di artiglieria.

Palazzo Pironti - Nel 1695 il feudo di Campagna fu acquistato dal duca Nicolò Pironti per 40050 ducati, ed ottenne anche per i discendenti il titolo nobiliare. Di origini salernitane, il nuovo signore, non avendo intenzione di lasciare il feudo in mano ai suoi intendenti, volle costruire un palazzo nel centro cittadino che avesse quelle caratteristiche di residenza nobiliare, degne del blasone familiare, e si adattasse alle nuove esigenze funzionali della fine del seicento. La scelta del luogo di costruzione ricadde sull’antico quartiere di Zappino nei pressi della chiesa di S. Salvatore e di fronte al palazzo Greco. Si configurava così una piazza sulla quale poteva evidenziarsi la facciata del nuovo edifico ducale e lo stesso Pironti fece ribaltare la posizione della chiesa adiacente in modo da spostarne l’accesso principale sulla piazza stessa. Il palazzo Pironti occupa un’insula quadrangolare e si sviluppa su tre livelli con corte centrale rettangolare.

Palazzo Vescovile - Il palazzo vescovile risale al XVIII sec. e fu costruito sul luogo di un’antica fabbrica che, probabilmente, si presentava di dimensioni minori rispetto all’attuale impianto, quindi non adatta a ospitare la curia. Molti sono i vescovi che hanno dimorato nell’edificio tra cui, certamente il più noto, Juan Caramuel y Lobkowitz. egli fu un grande matematico, autore del “Mathesis Biceps” dove viene illustrato il sistema binario e a Campagna fondò una delle prime tipografie dell’Italia meridionale, situata proprio nei locali del palazzo vescovile. Nel XIX sec. arriva a Campagna Mons. La facciata del palazzo è arricchita da un portale a bugnato in pietra e da un portone ligneo decorato da bassorilievi del settecento.

Come arrivare

In auto: l'autostrada A3 Salerno - Reggio di Calabria, uscita Campagna

In treno: scalo alle stazioni di Campagna ed Eboli

Tipologie