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Ceraso

Comune cilentano con più di duemilacinquecento abitanti. Sorge alla fine di un vallone, nel parco del Cilento e del Vallo di Diano, alla destra del torrente Fiumicello, sotto al Timpa di Cuccaro Vetere. Fa parte del Parco del Cilento e Vallo di Diano. Situato a circa 300 m s.l.m. il territorio è in parte montagnoso - collinare e gode del clima tipico delle zone collinari che ne garantisce la vegetazione della macchia mediterranea, nonché di numerosi boschi di ontano, faggio e castagno, ma il vero fiore all’occhiello di Ceraso sono i secolari uliveti, numerosi e produttivi di un olio tipico della zona. L'economia è legata principalmente all'agricoltura ed all'allevamento, anche se negli ultimi anni l'industria dell'edilizia si è molto sviluppata.

Storia

È probabile che i greci di Focea e di Elea abbiano percorso tutto il territorio dell’odierno Comune di Ceraso nel salire alle Terre Rosse e al passo Beta. Non è da escludere che alcuni di essi, alla ricerca di buon legname per alimentare il cantiere navale di Velia, si fossero fermati, e poi trattenuti, sull’ampio terrazzo di fiume alla cui foce era il porto settentrionale di Velia. Località che apparve loro assai ridente, vista dall’alto delle Tempe, ricca com’era di piante di ciliegio del genere prunus. Certamente vi si trattennero quando la località divenne un importante nodo viario. Vi giungeva, infatti, la via fluviale, la via lungo il Palistro; passava a poca distanza da quel luogo, la via per le Terre Rosse; di là partiva la comoda via che per le odierne Coste delle monache portava al passo Alfa e di là nel Vallo di Diano. L’abitato s’ingrandì anche per la sua felice posizione geografica, al centro degli abitati che dovevano poi costruire le sue frazioni in età napoleonica, quando il paese venne scelto come capoluogo del Comune. Importante centro agricolo, per i suoi fertilissimi terreni alluvionali, il paese continuò via via a svilupparsi, realizzando in questi ultimi anni un singolare incremento edilizio. Particolare importanza per il paese è stata la presenza agli inizi del novecento dell’unica industria presente nella zona di proprietà dei F.lli Ravera sita a San Sumino, di cui ancora oggi sono presenti i ruderi. Petrosa è la più giovane tra le frazioni, in quanto è stata elevata a frazione solo il 16 febbraio del 1959, il nome trae origine dalla natura del suo terreno.

Da vedere

Piazza San Silvestro - la piazza prese nome dalla seicentesca chiesa costruita dalla famiglia Lancillotti nel proprio giardino, ma con ingresso principale dalla piazza. Cappella, che avrebbe dovuto sostituirla, non venne più costruita dal Municipio all’ “aria del ponte”, a destra dopo le ultime case ora esistenti dell’odierna via Marconi. Dalla piazza partono tre vie: la via Isca, di cui si è detto, la via Guglielmo Marconi e via Roma. Per disposizione ministeriale degli anni Venti, si stabilì che in ogni Comune d’Italia venisse dedicata una via a Guglielmo Marconi, il genio italiano che con l’ S.O.S., l’ universale richiamo radio, tante vite sono state salvate; lo scienziato che con le sue ricerche dischiuse nuove vie alla conoscenza delle meraviglie dell’universo.

Via Roma - la terza via che parte da Piazza San Silvestro è la principale del paese: via Roma, l’antica via Regie Poste quando venne aperto a Ceraso l’ufficio postale. Pure negli anni Venti, per disposizione ministeriale si volle che in ogni città, ogni capoluogo di Comune dedicasse la via principale al nome eterno di Roma, dove convergono e partono tutte le vie d’Italia. La via Roma prosegue fino a Piazza Mazzini. È inutile dire del grande esule genovese, simbolo del diritto di ogni popolo di liberarsi dagli oppressori e che aspirava, operando, a un’Italia repubblicana. Il nome venne dato alla piazza principale del Capoluogo alla fine dell’Ottocento, quando s’incisero sul marmo oltre la dicitura di Piazza Mazzini, quelle di via Fuschi e via Velina a Ceraso, via Ferolla e via Montesanto a Santa Barbara e Corso Garibaldi a San Biase.

Via Fuschi -
venne così denominata la via che da Piazza Mazzini, voltando a destra, si univa a via Ponte, poi via Marconi. La via ricorda gli antenati della famiglia de Fusco che in quella via avevano le proprie abitazioni. Fiero oppositore dell’ Inquisizione di Spagna, che si tentava di istituire nel Regno, fu ambasciatore di Napoli presso papa Odelcaschi (papa Innocenzo XI). Il papa gli dimostrò la sua benevolenza offrendogli delle reliquie che egli poi donò alla chiesa di San Nicola di Ceraso, alla chiesa della sua famiglia, dove si conservano tuttora.

Via Velina, via Municipio, via Vecchia - La lastra marmorea indica ancora l’antica via per Velia. Essa lascia a sinistra un passaggio sotto arcate che l’unisce alla via dei Conciatori che dovrebbero ricordare l’industria della concia delle pelli. Questa via lascia a sinistra il Vico dietro la chiesa e termina sulla via Velina di fianco alla cancellata del sagrato della chiesa di San Nicola. Chiesa ampliata nel Settecento e definitivamente completata cento anni or sono. Una delle più belle chiese della diocesi con i suoi altari policromi e la sua splendente nudità per un più intimo raccoglimento spirituale. La via Municipio, già via Santa Barbara e poi via Serre, taglia a destra il giardino Iannicelli e si amplia, a destra in una piazza antistante la nuova sede comunale. Un dislivello tra la strada e l’ingresso del Nuovo Municipio verrà utilizzato come anfiteatro, la cui “cavea” tocca il palazzo municipale. La strada prosegue, svolta a sinistra, lascia a destra l’attuale tratto della via Vecchia, l’edificio scolastico e via Lunga. Svoltando a destra, la via attraversa il ponte e si amplia a triangolo lasciando a destra un tratto dell’antica via per S.Barbara, ora via Campo Sportivo e via Serre, tratto della provinciale che per le case che la fiancheggiano è da considerare via interna dell’abitato. Via Vecchia parte pure, a sinistra, da Piazza Mazzini. È l’antica via pedonale che da Ceraso portava Santa Barbara. La via, dopo aver lasciato, a destra, il triangolare relitto del giardino Iannicelli ora "Giardini Pio Fusco", che si proponeva chiamare Villa Iannicelli, poi adibito a giardino pubblico con fontana e panchine, sale verso la parte alta del paese. Svoltando a sinistra lascia, a destra, un accesso con scalini che porta a via Municipio.

Come arrivare

In auto: autostrada A3 uscita di Battipaglia Variante alla Strada Statale 18 uscita Ceraso, distanza stimata Km 75.

In treno: stazione ferroviaria di Vallo della Lucania.

In aereo: aeroporto di Napoli Distanza da Capodichino Km. 143.

Tipologie