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Conca dei Marini

E un comune di 697 abitanti della provincia di Salerno, facente parte del territorio della Costiera Amalfitana. Deve il suo nome alla specifica conformazione geografica a forma di conca, con l'aggiunta della denominazione dei Marini per sottolineare la vicinanza al mare e l'antico ruolo svolto dai marinai che vi abitavano, un tempo molto numerosi ed esperti delle tecniche della navigazione.

Storia

Secondo alcuni il nome deriva dalla funzione svolta già dai tempi della seconda guerra punica, quando divenne rifugio dei marinai. Secondo altri il nome è legato invece alla sua forma naturale "a conca" e la specifica "dei Marini" deriva dalla sua posizione presso il mare. Le origini di Conca dei Marini sono piuttosto incerte; si ritiene con buona probabilità che sia stata fondata dai Tirreni con il nome di Cossa e, data la conformazione ripida ed irregolare dell’entroterra, fin da subito i primi abitanti si dedicarono alle attività marittime. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Conca divenne una base di supporto per la vicina Repubblica marinara di Amalfi, intrattendo pertanto rapporti commerciali con gli altri popoli del Mediterraneo e accrescendo ulteriormente la propria bravura nel campo marinaro, poiché iniziò a poter disporre di ben 27 grandi galeoni come attestano le cronache del tempo. Nel 1543 una ciurma di pirati approdò nella baia saccheggiando la cittadina e profanando la chiesa di San Pancrazio, la quale rimase spoglia di tutto e rimase chiusa per lungo tempo. Gli abitanti terrorizzati, lasciarono tempestivamente ogni cosa rifugiandosi sui monti superiori e riuscendo a salvarsi. In 1861, dopo la cacciata dei Borbone di Napoli, Conca dei Marini passò al Regno d'Italia. Nel periodo fascista a Conca fu unito il paese di Furore, ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale i due comuni tornarono ad essere separati. Attualmente la principale risorsa economica del paese è costituita dal turismo di massa. L'economia di Conca dei Marini da sempre è basato soprattutto sulla pesca ed è stato il primo paese della Costiera Amalfitana ad adottare le tonnare; un complesso sistema di reti utilizzato per pescare i tonni ed altri pesci. Il paese, sviluppato in prevalenza nella parte alta, offre ottimi e caratteristici servizi di ristorazione. Conca dei Marini è da tempo luogo di turismo per chi ama le vacanze tranquille e riservate, numerose splendide ville sparse sulla costa sono spesso luogo di soggiorno di noti personaggi alla ricerca di privacty. Conca dei Marini negli anni settanta era il luogo preferito dalla Principessa Margaret d'Inghilterra, che vi giungeva sempre via mare.

Da vedere

Marina di Conca - è una piccola baia circondata da numerose casettine bianche e rappresenta il principale stabilimento balneare del paese, nonché il porto in cui attraccano tuttora le imbarcazioni dei pescatori locali. In tempi molto remoti era proprio in questa baia che si concentravano tutte le attività del paese, dalla pesca con la tonnara ai traffici marittimi; in più, qui vi era l'usanza di eleggere pubblicamente il sindaco nel mese di agosto. Al suo interno sorge una graziosa cappellina dedicata alla Madonna della Neve, cui viene celebrata una solenne festa il 5 agosto con una processione via mare. Di origine antica, fu edificata appositamente nella Marina per permettere ai marinai e ai visitatori di giungervi con notevole facilità. Vi si venera un altorilievo raffigurante la Madonna con il Bambino, proveniente dall'oriente come lascia credere l'iscrizione che reca nella parte inferiore in greco cirillico.

Torre del Capo di Conca - detta anche Torre Saracena o Torre Bianca, è un'antica torre di guardia cinquecentesca che sorge sul promontorio chiamato Capo di Conca. Fu fatta costruire nel 1563 dal viceré di Napoli Pedro de Toledo, a difesa del territorio contro le invasioni dei Turchi. Si scelse di erigerla su pianta quadrata anziché su pianta circolare, dal momento che, a partire da Carlo V in poi, la resistenza delle torri circolari, largamente impiegate in passato, fu messa in dubbio. La torre è composta da un'unica grande sala, al di sopra della quale sono situate due stanzette riservate alle guardie.

Grotta dello Smeraldo - è una cavità carsica parzialmente sommersa dalle acque marine, già avvistata e descritta nel XIX secolo, ma scoperta ufficialmente e resa pubblica nel 1932 dal marinaio Luigi Buonocore. La grotta è formata da una sorta di volta a cupola alta circa 24 metri, lunga 60 metri e larga 30 metri, e deve il suo nome alle tonalità smeraldine che assume l'acqua per via della luce solare filtrata attraverso una fenditura sottomarina. Con passare del tempo, numerose stalattiti e stalagmiti, che in alcuni tratti si uniscono tra di loro, formando delle possenti colonne alte più di dieci metri; solo in seguito ad un fenomeno di bradisismo, il suolo della grotta si è abbassato, facendola sprofondare sott'acqua. Nel 1956, sul suo fondale, è stato allestito un presepe subacqueo, composto da statuine di ceramica; annualmente, durante il periodo natalizio, un gruppo di sommozzatori depone fasci di fiori ai piedi di Gesù Bambino.

Chiesa di Santa Maria di Grado - è situata nella parte alta del paese in località “Grado” da cui prende il nome. Questa chiesa risalente al IX secolo, fu distrutta da un cataclisma e ricostruita nel secolo successivo. Chiesa è stata ampliata e abbellita in chiave tipicamente tardo barocca nel periodo di massimo splendore dell’ adiacente conservatorio dedicato a Santa Rosa da Lima. Un cancello sormontato da un’edicola introduce in uno stretto e lungo sagrato chiuso da un muro costruito nel XVIII per proteggere la clausura. Un piccolo portico, sul quale si trova una stanza dove sono ancora in sito i sedili delle domenicane per assistere alle funzioni, precede l’ingresso. L’altro è una stanzetta ripostiglio che si trova al piano inferiore della torre campanaria. Al di sopra del portone c’è il coro delimitato da un parapetto ligneo sormontato da una grata bombata e dorata. In ogni lato ci sono tre cappelle: a destra sono dedicate all'Immacolata Concezione e a Santa Lucia, al Crocifisso e a Santa Rosa; a sinistra alla Madonna del Carmelo, a San Nicola e all’Madonna del Rosario fra un gruppo di santi apparteneni all'ordine dei domenicani. Purtroppo è andato perduto l’altare maggiore in legno dorato del presbiterio che doveva essere il punto cruciale per chi entrava e sostituito con un altro in marmo nel 1858. Sopravvissuti ai continui rimaneggiamenti i pavimenti dell’ambiente messi nel 1750 in sostituzione al calpestio in lapillo presente ancora oggi nel conservatorio. Sulla parete di fondo, a fianco all’altare maggiore si possono vedere a sinistra la porta con una fascia dipinta di grigio che introduce nel corridoio antistante la sacrestia. A destra la finestra del comunichino decorata con motivi floreali e con una doppia grata dorata e con la porticina per la comunione. Questo ambiente era destinato soltanto alle monache e l’accesso era dal monastero affinché le suore potessero ricevere la comunione senza essere viste. Sul sagrato ci sono varie aperture attraverso cui si accede in locali che erano adibiti a parlatorio, come dimostrano le grate, e da ingresso alla casa monastica finché il conservatorio non fu alienato dal comune che è rimasto proprietario della chiesa.

Conservatorio di Santa Rosa da Lima - per poter parlare del Monastero occorre fare un excursus sulla famiglia Pandolfo. I Pandolfo si stanziarono a Conca dei Marini nel XV secolo. Oltre a cariche pubbliche vantavano un grande potere economico, molti patronati nelle chiese di Conca, e grandi proprietà fra le quali la fonte termale di Capasso nel comune di Contursi, il suolo che incorpora la Grotta dello Smeraldo e il meraviglioso palazzo munito di una torre sito in Via Torre, abbellito con grandi blocchi di pietra tufacea lungo i bordi della terrazza. Celebrato da personaggi illustri per la vaghezza del sito, venuti in visita nel borgo costiero, svetta su un'alta rupe, sospeso tra il mare e il cielo, sormontato dal diadema delle cupole, il conservatorio dedicato a Santa Rosa da Lima. Nel 1680 Suor Maria Rosa di Gesù al secolo Vittoria Pandolfo figlia di Francesco ebbe la possibilità di fondare il conservatorio grazie all'influenza della sua famiglia. Infatti varie leggi non consentivano più la fondazione di monasteri in zone isolate per paura di assalti da parte di soldati di campagna. Molti furono i benefici che il paese ricevette grazie alle monache domenicane di clausura che erano di buona famiglia. Il luogo non perse le originarie strutture e gente illustre pernottò, tra i quali Eduardo De Filippo, rimanendone entusiasta. Dopo la morte dell'ultimo proprietario, Pierluigi Caterina, la proprietà è stata acquistata dalla signora Bianca Sharma, una ricca ereditiera statunitense.

Chiesa di San Pancrazio martire - non si conoscono fonti ufficiali che attestino l’epoca esatta della fondazione della chiesa dedicata a San Pancrazio martire. Il documento storico più antico che ne fa cenno è un attestazione risalente al 30 gennaio 1370, redatta dall’Arcivescovo di Amalfi allora in carica, Monsignor Marino, in cui si afferma che la chiesa era un patronato della famiglia Mele a partire dal 1362. Nel 1543 la chiesa di San Pancrazio venne saccheggiata da un attacco ordito dai pirati, restando inagibile per lungo tempo. Il 20 novembre 1908 subì il crollo del campanile, successivamente ricostruito. All’interno la chiesa è formata da tre navate e tre absidi. Le navate laterali sono sovrastate da volte a crociera e possiedono tre piccole cappelle a testa: a destra quelle dedicate a San Gaetano, alla Madonna della Neve e a Sant Anna, e a sinistra quelle dedicate al Sacro Cuore di Gesù, al Cristo Crocifisso e a San Raffaele. Nella chiesa, inoltre, è venerata anche la Madonna del Carmelo, la quale viene celebrata con una solenne processione in occasione della festa del 16 luglio. Nei pressi della chiesa è presente un belvedere che affaccia direttamente sul mare, denominato Punta "Vreca", poiché ha la forma di una nave, sul quale sorge una croce di ferro battuto.

Chiesa di San Michele Arcangelo - tra la vegetazione tipica della zona, sorge la chiesa di San Michele Arcangelo. Anche di questo edificio religioso non si conosce la data della fondazione e la tradizione vuole che sia molto antica. In un atto notarile si apprende che la chiesa esisteva prima del 1208 ed i dogi di Amalfi ne avevano il Patronato cioè il diritto di nominarne il rettore. Tale diritto è stato poi ceduto alla cattedrale di Amalfi. La chiesa consiste in un’aula terminante con un’abside piatta sormontata da volte a crociera. Con i rifacimenti settecenteschi è stato inglobato il portico d’ingresso. Molto bello è il pavimento settecentesco che si può vedere ormai solo nella parte absidale poiché lungo la navate è stato tolto a causa dell’usura dei secoli durante l’ultimo restauro. Caratteristico è il piccolo pulpito ligneo al quale si accede attraverso una scala in muratura e il campanile che termina in una cella cilindrica con varie monofore. L'edificio ha attraversato anni di incuria ed è stata pesantemente colpita dal terremoto del 1980 e oggetto di continui furti che l’hanno spogliata di tutti gli arredi.

Cappella della Madonna della Neve - protezione dei marinai fu eretta sulla spiaggia una cappella dedicata alla Madonna della Neve. Questo luogo di culto ancora caro ai conchesi si trova incastonato nella roccia. Le sue dimensioni sono esigue e per questo motivo il 5 Agosto la messa viene celebrata sulla spiaggia. La legenda racconta che l’alto rilievo che si trova sull’altare, raffigurante la Madonna con il bambino Gesù, fu trovato dai marinai di Conca su una spiaggia presso Costantinopoli, dopo il saccheggio della città da parte degli ottomani.

Come arrivare

In auto: Autostrada "A3" - Uscita Castellammare di Stabia

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