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Giffoni Valle Piana

Giffoni Valle Piana è un comune di 11.739 abitanti della provincia di Salerno. Si estende nella catena dei Monti Picentini ed è ricco di noccioleti, castagneti, boschi cedui, cerreti, e faggete d'alto fusto. La fauna abbonda di cinghiali, volpi, lepri, martore, tassi, ghiri, poiane, merli, ghiandaie, fringuelli, pettirossi, cinciallegre, e qualche fagiano.

Storia

Giffoni è un antico paese della provincia di Salerno, composto da 13 frazioni: S. Maria a Vico, Mercato, Vassi, Chieve, Curti, Curticelle, Sovvieco, S. Giovanni, S. Caterina, Terravecchia, Ornito, Catelde, Sardone. Da reperti archeologici rinvenuti, si ricavano interessanti prove delle evoluzioni umane nella zona in cui trattasi che è stata sede di numerevoli generazioni di uomini: Italici, Musoni, Sabelli, Osci, colonizzati in epoca storica da Etruschi, Greci e Romani. Colonizzata dai Picentini, Giffoni diviene capitale e chiamasi Picenza, città che diviene sempre più potente, fino a che non sarà distrutta dai Romani ben due volte, dopo la seconda guerra punica e durante la guerra sociale. I Romani, costretti i pochi Picentini, superstiti ad abitare “per vicos” ed impadronitisi dei campi, non riescono facilmente a  trovare mano d’ opera e la piccola proprietà viene man mano assorbita dai grandi possedimenti di ricchi proprietari, che, poi non reggeranno all’ imposizione di tasse esorbitanti. Intanto, all’ abbandono delle terre si aggiunge la minaccia delle incursioni barbariche, l’ imperversare della malaria, la rovina economica. Durante la dominazione Sveva Giffoni gode di un periodo di pace, di prosperità e di benessere, perché le leggi sono rispettate, la cultura si diffonde, l’ agricoltura è una risorsa consistente. Nel 1266 il Regno di Napoli passa agli Angioini, con la cui venuta a Giffoni entra in una fase nuova della sua vita; i funzionari francesi, infatti, sempre disponibili alla difesa della corona, allo scopo di rendere più agile l’ amministrazione, esigono il pagamento di tasse e di imposte molto spesso esagerate ed oppressive. Sarà poi la volta degli Aragonesi, sotto cui, a Giffoni, diviene fiorente l’ arte della lana che, ben presto esce dalla fase di occupazione familiare, per evolversi rapidamente in attività artigianali e diventare una vera e propria industria. L’arte della lana contribuisce alla formazione di un ceto piccolo borghese, affiancato da una classe operaia, non ricca, ma neppure misera ed affamata. La storia del brigantaggio giffonese è del tutto particolare: se essa è priva di un capobanda locale, il paese più volte rimane in balia di diverse bande. I pastori divengono i principali complici dei briganti, forniscono loro pane, formaggi, carni e perciò sono perseguiti dalla legge. Il turista che giunge in questa tranquilla e ridente cittadina, percorrendo la strada provinciale di Salerno, giungerà a S.Maria a Vico, frazione distante circa 4 km dal capoluogo, il cui nome deriva dall’antico tempio pagano, a lungo identificato con il tempio di Giunone Argiva, costruito con otto colonne sormontate da capitelli corinzi, trasformato in tempio paleocristiano a croce greca in epoca bizantina; monumento di inestimabile valore storico ed artistico. La frazione in cui,più che altrove sono ancorate le tradizioni è sicuramente Vassi.Questa frazione ha notevoli ricchezze come le case con portali pregevoli,volte,colonne,porticati , scale che si armonizzano in una linea di architettura rurale di antica tradizione. Nel 1806 con l’abolizione dei feudi, lo Stato di Giffoni, composto da ben 36 casali, fu sciolto e nacquero i due comuni di Giffoni Valle Piana e Giffoni Sei Casali.

Da vedere

La piazza Mercato - è una delle più belle della provincia: vi si possono ammirare i palazzo baronale e la fontana che è stata realizzata su disegno del Vanvitelli tra 1871 1873.

Il Tempio di Ercole - è sito nel rione Campo a trecento metri dalla piazza risale al I sec. d. C., e sorge su di una necropoli romana: fu scoperto nel 1962 in occasione di uno scavo. All’entrata, con apertura squadrata troviamo una lapide dedicata ad un senatore romano; al centro c’è un frammento di colonna e qualche accenno di mosaico.

Chiesa della SS. Annunziata - la sua origine risale al 1511. Essa è la chiesa madre, è a croce latina con tre navate, ha un rivestimento stile barocco, ai lati della navata centrale vi sono 14 tele che rappresentano le varie stazioni della via Crucis, di scuola tedesca. È venerata in questa chiesa la Sacra Spina che è una delle reliquie più importanti della cristianità essa viene esposta ai fedeli i venerdì di marzo ed il venerdì santo, con una grande processione che mobilita tutti i fedeli. Oggi è in fase di restauro.

Convento dei Padri Cappuccini “S. Antonio” - fu eretto tra il 1584 e il 1588, il sito prescelto apparteneva ad un gentiluomo giffonese, il quale donava gratuitamente ai cappuccini quel suo podere ubicato in uno dei punti più belli della città. L’edificio escluso la chiesa è di forma quadrangolare, con la tipica cisterna nel centro del chiostro. E formato da due piani: quello terreno con dieci vani, quello superiore conta 30 celle che ospitano ogni anno allievi che si preparano al sacerdozio, vi è una biblioteca e la stanza di comunità. Sull’ altare spicca un quadro della SS. Trinità, al quale inizialmente venne dedicata la chiesa. A destra di chi entra sorge l’ altare dedicato a S. Felice da Cantalice con la relativa statua in legno, poi vi è quello di S. Francesco di Paola con la tela ad olio rappresentante il Santo. I Cappelloni sono a Sinistra dell’ ingresso. Il Primo è l’altare della Madonna del Carmine con una bellissima statua, un secondo altare è in onore a S. Francesco con relativa statua. L’ultima cappella è dell’ Immacolata. Nella stessa chiesa sono custoditi i resti gloriosi di S. Feliciana. S. Antonio, a Giffoni, fa parte della storia e della vita della fraternità cappuccina, che ne conserva il culto, ma anche un’ importante componente culturale del paese. E’ anche per questo che la festività di S. Antonio, il tredici giugno, è celebrata solennemente con manifestazioni che coinvolgono tutta la comunità.

Come arrivare

In auto: da Nord autostrada Roma - Caserta (A30) o Autostrada Napoli - Salerno (A3), uscita Zona Industriale, strada provinciale da Fuorni per Giffoni Valle Piana; da Sud autostrada Salerno - Reggio di Calabria, uscita Pontecagnano Faiano, strada provinciale da Fuorni per Giffoni Valle Piana.

Tipologie