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Maiori

E un comune di 5.745 abitanti della provincia di Salerno, situato sul Golfo di Salerno a metà strada tra Amalfi e Salerno. Maiori è un piccolo e caratteristico centro situato sulla Costiera amalfitana, all'imbocco della valle di Tramonti. Gode di un clima piacevole, con poche precipitazioni. La cittadina è principalmente una località turistica e può contare - oltre ad una vista mirabile - anche sulla spiaggia più lunga di questo tratto di costa della penisola amalfitana.

Storia

Ci sono teorie che attribuiscono la fondazione della cittadina ai greci, agli etruschi, ai picentini, ai romani e finanche al principe dei longobardi Sicardo. Il nome originario di Maiori era Reghinna Maior per distinguerlo dalla vicina cittadina Reghinna Minor. Tutte le cittadine della costa vennero formate dai conquistatori che si susseguivano, come p.e. gli etruschi ed i romani. Nel periodo della caduta dell' Impero Romano d'Occidente vi furono altri insediamenti. Fecero parte della Repubblica marinara di Amalfi le città tra Lettere e Tramonti e tra Cetara e Positano. I loro abitanti, in maniera collettiva, vennero chiamati "Amalfitani". Ogni città in quel periodo mantenne il proprio nome e la propria autonomia amministrativa, svolgendo un ruolo specifico nella Confederazione. Nel 1343 una mareggiata distrusse gran parte del litorale di tutta la Costiera, che -tra l'altro- viene anche menzionata in una lettera diFrancesco Petrarca al Cardinale Giovanni Colonna. Il più antico insediamento di Maiori sembra risalga al periodo etrusco, quando i reduci di Marcinna si rifugiarono qui e fondarono il villaggio di Cossa, l'attuale quartiere di San Pietro in Posula. La toponomastica avrebbe conservato il ricordo di questo insediamento nel nome della piazza principale davanti alla chiesa, fino al secolo scorso Piazza Vertunno, dal nome del dio etrusco Vertumno a cui era consacrato il tempio. All'epoca romana risale invece il nome di Reginna Maior, anche se il nome Reginna sembra derivare pure esso dall'etrusco. Per la sua posizione strategica fu cinta di fortificazioni, di cui rimangono alcuni torri di difesa e il Castello di San Francesco, ricostruito nel Quattrocento. Anche dopo l'entrata nel Regno di Napoli, Maiori conservò la sua funzione commerciale e un certo benessere, che le valsero il titolo di "città regia" durante il Viceregno Spagnolo.

Da vedere

 

       

Palazzo Mezzacapo - Il palazzo è stato costruito nella prima metà del XIX secolo ed è stato ristrutturato completamente dalla famiglia Mezzacapo. La sede degli uffici del comune si trova al centro del Corso Reginna, la via "centrale" di Maiori. Esso è testimone del fiorente passato della città, perché un tempo era la residenza del Marchese Mezzacapo. Quando ci si trova nel cortile interno si vedono due scale marmoree che a destra e sinistra portano ai piani superiori del palazzo che è composto da numerosi vani, il più importante dei quali è la odierna sala consiliare di riunione con un ampio soffitto a volta. Accanto al palazzo si trovano i giardini Mezzacapo la cui disposizione forma una Croce di Malta.

   

Castello di S.Nicola de Thoro-Plano - ed un vasto castello da rifugio, pegli estremi casi di espugnazione del baluardo, venne costruito sulla prominnza della Posula, fralle contrade Accola e Carpineto, dirimpetto in distanza dirtta un terzo miglio ai descritti fortilizii S. Angelo e S. Sebastiano; formato da un circuito di mura, che distendeasi, come vedesi tuttora, per 270 passi geometrici, o pressoché 550 metri linari, in una figura indefinibile, or più or. Tali fortificazioni stettero salde a varie aggressioni, persino alla seconda dei Pisani, avvenuta nel 1137, quando due anni dopo la prima, avendo Amalfi capitolato, e gli altri castelli dessa Costiera resistito; vennro questi ad estremi sforzi espugnati e distrutti. Quei di Majori furono ristrutturati, e consta tuttora il ristauro:degli altri rimane poco più che una rimembranza. Del Castello de Toro-plano sussistono le mura, e le torri, bastantemente rispiarmiate dalla edacità del tmpo. Fino a 40 anni addietro restava pure buona parte dei casolari e caserme: or' appena qualch avanzo. A quel tempo esistevano benanche le mura della chiesa col campanile benché soppressa fin dal 1593, allorché furono incamerate le rendit alla massa capitolare della insigne collegiata, di cui terremo discorso a suo luogo. Piucchè il tempo, la improbità e la indolenza, non fanno essre in migliore stato questo monumento, che fino a po' fa gli straniri visitavano, d i paesani, nelle feste di Pasqua e di Pentcoste, ogni anno esilaravano; ed ora pur qusto dalle politiche vicende intrdetto, msso l'intrno a coltura del capitolo della collegiata predetta da cui si prossiede ..."

 

Collegiata di S. Maria a Mare - si trova sul monte Torina e prende il suo nome dalla Statua che nel 1204 venne trovata sulla spiaggia di Maiori. La chiesa che originariamente era dedicata a S. Michele Arcangelo è di origine antichissima e fu oggetto di vari interventi di restauro e di ampliamento, in particolare negli anni 1529, 1748 e 1836. Nel 1505 riceve il titolo di Insigne Collegiata da parte del Papa Giulio II. Soppressa la prepositura da Benedetto XIII nel 1727, viene successivamente ripristinata con la bolla Romanus Pontifex di Papa Benedetto XIV del 2 aprile 1742, esecutoriata dalla Regia Corte il 18 maggio successivo. Il soffitto a cassettoni, commissionato dalle famiglie Mezzacapo, Lanario e De Ponte, che copre la volta della navata centrale è stato eseguito nel 1529 dal pittore napoletano Alessandro de Fulco ed è una delle poche parti antiche che sono rimaste invariate. La sagrestia monumentale è stata edificata nel 1866 sul luogo ove un tempo sorgeva il palazzo prepositurale donato dalla Città al Prevosto pro tempore nel 1507. Il monumentale organo plurifonico della chiesa fu costruito da Zeno Fedeli di Foligno e collaudato dal maestro D. Lorenzo Perosi.

 

Chiesa di S. Rocco - corrispone all'antica Chiesa di S. Sebastiano, e si trova nella piazza Raffaele Amato. La Chiesa di S. Sebastiano fu distrutta durante le incursioni dei Pisani, successivamente ricostruita e quindi dedicata a S. Rocco, il patrono delle pestilenze.

  

Chiesa e Convento del S. Rosario - questa chiesa, eretta e donata nel 1660 dal maiorese Leonardo Russo, fu chiusa a causa del terremoto 1980.

 

Santuario di S. Maria delle Grazie - è stata distrutto dall'alluvione nel 1910 e successivamente ricostruito. Di particolare interesse sono il dipinto "La Visitazione" del XIV secolo e la fonte battesimale del XIII secolo. Anche il campanile e la facciata del secolo XVII sono degni di nota.

 

Chiesa di S. Martino - si trova nella frazione Vecite. La sua struttura è di matrice romanica ed è trinavata, con colonne inglobate nei pilastri dopo i rifacimenti barocchi.

 

Chiesa di S. Pietro in Posula - si trova nella omonima frazione. Secondo Filippo Cerasuoli fu visitata dalla Regina di Napoli Giovanna II d'Angiò, durante il suo soggiorno in Maiori, ospite nel palazzo del nobiluomo Niccolò de Ponte.

 

Chiesa di S. Maria del Principio - si trova nella frazione Ponteprimario. La prima edificazione della Chiesa risale al VII secolo, ma è stata ricostruita varie volte. Al suo interno si conserva una statua lignea della Madonna, opera di un pastore del XIII secolo. La statua andò perduta e fu poi miracolosamente rinvenuta da un contadino del luogo.

     

Chiesa di S. Maria Assunta - la chiesa si trova nella frazione Erchie. Nel suo interno si venera la B.V. Maria Assunta in Cielo. Da notare la cornice del portale in tufo, le colonne originali del battistero, il capitello posto sopra il crocifisso e le due colonne originali dell'altare oltre all'altare stesso.

Complesso monastico di S.Maria Olearia - questa abbazia è stata fondata nel 973 da monaci benedettini che in quel luogo ebbero un frantoio per la produzione di olio. Santa Maria de Olearia è un antico insediamento rupestre risalente al X secolo interamente ricavato nella roccia, progressivamente ampliato fino a diventare un Monastero. Strutturato in tre cappelle sovrapposte al livello più basso troviamo la più antica, nota come "Cappella delle catacombe" o "Cripta". Sul muro orientale dell'anticamera della Cripta si trovano gli affreschi meglio conservati di tutto il complesso: la "Vergine coi Santi". A destra della Vergine un santo barbuto indossa una tunica bianca, con clavi rossi ed un mantello giallo; alla sinistra un santo in armi. Proseguendo nella Cripta si trovano tre figure con aureola, le cui teste, purtroppo, sono state rimosse. Si presuppone le immagini fossero di Cristo con ai lati S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista. L'abside centrale della cripta presenta un Cristo, in piedi, vestito di una tunica bianca con un mantello d'oro con ai lati due arcangeli bizantini. Una rampa di scale conduce alla Cappella Principale.

Convento di S. Maria della Pietà e la Chiesa delle Clarisse - ebbe inizio in data 27 settembre 1515. In questa data il dottor Luca Staibano inserisce nel suo testamento il trasferimnto di un casamento con giardino al Comune di Maiori che determinava che venisse fondato un monastero di monache clarisse. Circa quattro anni più tardi furono iniziati i lavori che terminarono attorno al 1530. Venne quindi fondato il Monasterium S. Luca seu Pitatis Ordini S. Francisci Obsrvantiae della Pietà. Donzelle nobili potettero entrare nel convento e nel 1661 il numero di esse era già salito a quindici. Tra di esse si possono trovare i nomi delle famiglie più note: de Ponte, Aurisicchio, Confalone. Nella piccola chiesa, ricca di opere artistiche, appartenente al convento sono, tra l'altro, presenti opere di Girolamo Cenatiempo e Nicola Vaccaro. A causa della soppressione dei patrimoni ecclesiastici nel 1866 il complesso passò allo Stato e poi al Comune di Maiori. In data 1 settembre 1932 il complesso passò alle Suore di Pompei.

Come arrivare

In auto: percorrendo l'autostrada A1, l'uscita consigliata è Vietri sul Mare .Vietri sul Mare dista da Maiori 15 chilometri.

In treno: stazione ferroviara di Salerno.

In aereo: l'aeroporto Napoli Capodichino dista da Maiori 65 chilometri.

Tipologie