Italynet

Hotel Minori, Agriturismo Minori, Bed and Breakfast Minori

Italia

ricerca

Minori

E un comune di 3.012 abitanti della provincia di Salerno, nella Costiera Amalfitana. Minori, assieme a tutta la Costiera, dal 1997 é stata dichiarata dall' Unesco Patrimonio dell' Umanita'.

Economia

L'economia si basava sulla pesca, attivitá ora svolta da poche persone, ma attualmente Minori vive principalmente del turismo e della fiorente industria alberghiera. La sua produzione agricola é centrata intorno ai frutteti ed agli alberi di limoni ed arance che fanno da cornice al paese. Tra i turisti anglosassoni sono rinomate le pasticcerie artigianali di Minori. Da dieci anni nel mese di settembre il paese ospita la manifestazione enogastronomica "Gusta Minori".

Storia

La cittadina di Minori é separata dalla contigua Maiori da un piccolo costone roccioso, per cui le due localitá si possono considerare gemelle. Il nome originario di Minori era "Reginna" e faceva parte di "Reginna Maior" Maiori, successivamente "Reginna Minor" in ragione del paese confinante di cui faceva parte. Gli antichi abitanti di Minori erano disposti diversamente dal paesaggio attuale, il nucleo dell'antico insediamento si trovava nel Borgo di Forcella dove fu fondata la Chiesa di San Maffeo, attualmente Chiesa di San Matteo. Le antiche descrizioni degli abitanti di Minori esaltavano la notevole forza fisica e l'imponenza degli uomini; la bellezza straordinaria delle donne le quali potevano prestare come modelle a scultori e pittori. La particolare e protettiva posizione geografica di Minori ben presto fece gola ai naviganti amalfitani e a vari nobili di Scala e Ravello ed ai Dogi della
Repubblica di Amalfi, questa la ragione per cui alcuni di loro sono seppelliti all'interno del Duomo. Minori fu cantiere ed arsenale delle galere e sede vescovile dal 987. Acerrima rivale di Amalfi per i suoi prodotti e le sue industrie. Condivise ed ebbe sorte comune a tutti paesi della Costiera Amalfitana nello splendore e nella sventura, come nel 1656 la peste colpì particolarmente gli abitanti di Minori più che in altri paesi circostanti. Dall'undicesimo secolo Minori conobbe una nuova ripresa, le strade ben curate ed appena a ridosso della spiaggia faceva bella mostra una fontana con leoni e circondata da aiuole fiorite. La Basilica inferiore a tre navate fu restaurata nel 1700 e presenta sull'altare un urna di alabastro contenente le spoglie di Santa Trofimena e fu realizzata da Gennaro Ragozzino. E sin dal XIII secolo che i tribunali e gli istituti religiosi di varie zone della Campania e Costiera si fornivano dai laboriosi Minoresi. Minori e' detta "Eden della Costiera Amalfitana" per il suo clima mite e ventilato che rimane fresco anche nei periodi più caldi dell'estate. Attualmente Minori offre varie fabbrichette artigianali di liquori a base di agrumi e frutti di bosco; pasticcerie, le quali esportano i loro prodotti ed una fiorente industria alberghiera essendo la località molto apprezzata dai turisti di tutto il mondo.

Da vedere

Villa Romana - nell'itinerario turistico e archeologico di Minori non può mancare la visita ai grandiosi resti della Villa Romana, risalente al primo secolo d.C., della quale si conserva il pianterreno. Era accaduto, infatti, che durante i lavori, all'improvviso, si era aperta una grossa buca nel pavimento dando la possibilità di intravedere come, al di sotto, vi fosse un vuoto di apprezzabili dimensioni da dover immediatamente controllare. In seguito all'alluvione del 26 ottobre 1954 la villa fu sepolta nuovamente, e solo successivamente fu messa in luce nella sua possibile interezza. Fu costruita per volontà di patrizi campani, se non romani, di cui però null'altro si sa di certo che il loro gusto di classe. Aperta anche agli ospiti in tutti i mesi dell'anno, questa villa - come il Palazzo a mare di Augusto a Capri - sorse marittima e originariamente doveva specchiarsi nel Tirreno e liberamente mostrarsi ai naviganti. Della destinazione dei diversi ambienti della villa poco può dirsi, in quanto la suppellettile ci è pervenuta in pochissimi esemplari: la loro assenza e, soprattutto, la mancanza di lastre di marmo asportate, lascia intendere che altri, prima del ritrovamento ufficiale, scoprirono questo tesoro di inestimabile valore storico e artistico, e, dopo averlo derubato, lo sepolsero nuovamente in un freddo silenzio. Di notevole interesse, tecnico oltre che storico, è anche l'impianto termale strettamente connesso a quello idraulico: una tale ricerca di soluzioni tecniche lascia intuire il grande interesse che i Romani, a partire dal I° secolo in poi, nutrirono per quello che per loro era un'attività altamente civile sociale, quale quella delle "thermae".In corrispondenza del piano superiore vi era una terrazza ove è stato riportato alla luce un ambiente con "suspensurae", colonnine di mattoni su cui poggiava il pavimento di ambienti termali riscaldati per la diffusione, nell'intercapedine venutasi così a creare, dei vapori necessari al riscaldamento.

Basilica di S. Trofimena - le caratteristiche architettoniche della Basilica è opportuno ricordare che l'importanza di quella che un tempo era la cattedrale di Minori, dedicata alla Santa Croce, è legata alla presenza delle reliquie di Santa Trofimena, giovane martire di Patti in Sicilia, di cui si occupano le cronache medievali e vari scritti del nostro tempo. La tradizione vuole che le sue ossa furono rinvenute sulla spiaggia e depositate in un tempietto non lontano costruito per l'occasione: in quel periodo era l'unico corpo integro di una Santa venerata nel territorio della Repubblica di Amalfi per cui Minori godette di un notevole rilievo in ambito religioso. Nell'antico tempio, demolito verso la metà del XVIII secolo perché cadente, restano evidenti due absidi all'esterno dell'attuale Basilica: esso era orientato da nord a sud con facciata rivolta verso il mare e, cioè, ortogonalmente rispetto l'attuale. La Cappella fu interamente circondata dalla nuova costruzione e, subita qualche modifica strutturale, fu incorporata nell'attuale cripta. La costruzione dell'attuale Basilica ebbe inizio al tempo del vescovo di Minori Silvestro Stanà, che ne fu strenuo promotore, e si protrassero nel secolo successivo. La prima zona in basso ha otto lesene con capitelli compositi in stucco, quattro per lato del portale principale d'ingresso, su cui si apre una trabeazione composta da cornice, fregio ed architrave: nel fregio vi è la scritta "Basilica di S. Trofimena V. e M.". Ai lati di quello principale si aprono altre due porte d'accesso in legno rivestite da lamiere metalliche e incorniciati da pregievoli portali in marmo. La parte centrale della facciata, più stretta della precedente, si raccorda a questa con due volute: essa ha quattro lesene con capitelli corinzi che si aprono a coppia ai lati del finestrone arcuato centrale. Sulla sua cornice di trabeazione si alza l'ultima zona della facciata, ancora più stretta della precedente: questa zona terminale, come si può notare in altre chiese della stessa epoca, è al di sopra della copertura a tetto. L'interno della Chiesa è lungo 54,20 m., compreso il presbiterio, e largo 33,10 m., comprese le cappelle laterali. Sugli archi della navata principale, più alta rispetto alle navate laterali per dare più luce all'interno, corre una ricca trabeazione su cui poggia, a quota 11,90 m. di altezza, la volta a botte lunettata divisa nella sua lunghezza da arconi e rivestita da eleganti stucchi barocchi. In chiave di volta dell'arco trionfale vi è la riproduzione in stucco dello stemma della città di Minori. Nella navata centrale, in verticale con l'ingresso principale, in alto, vi è il quadro a contorni sagomati raffigurante S. Andrea, S. Trofimena e S. Matteo, compatroni di Minori. Ai lati di quest'antica tela ci sono due dipinti moderni del pittore Carotenuto, raffiguranti episodi di vita di S. Trofimena. Alle tre navate segue l'ampio transetto che occupa buona parte dell'area antica della Cattedrale demolita. All'incrocio dei bracci si apre la bellissima cupola del diametro di 9,80 m. circa, impostata, senza tamburo, su quattro arconi sorretti da altrettanto grossi pilastri; i pennacchi sferici sono determinati dal passaggio della pianta quadrata a quella circolare. Questa cupola è protetta all'esterno da un tiburio ottagonale, con le coperture ravennate a tetto con tegole. Di fronte a questo altare, dalla parte opposta, si apre un altro altare anch'esso decorato con marmi colorati. Alla sua sinistra, in un armadio munito di porta in legno di noce, si custodisce il simulacro di S. Trofimena, busto eseguito nei primi decenni del nostro secolo con sopravveste d'argento che apparteneva ad una precedente statua della Santa.

Chiesa di S. Lucia - fu costruita nel X secolo con l'annesso convento benedettino. Nel 1520 fu istituita una confraternita laicale che avrebbe provveduto ad un restauro determinante. Di particolare interesse sono il coro ligneo, l'altare barocco, anch'esso ligneo, e la tomba del fondatore, Giovanni Simone Palumbo, in marmo bianco con decorazioni di marmo scuro.

Chiesa dei S.S. Gennaro e Giuliano - è situata sull'altura denominata Villamena, la Chiesa presenta un portale d'ingresso sormontato da un medaglione affrescato ma molto deteriorato, rappresentante la Madonna. L'interno è a tre navate con otto pilastri di cui gli ultimi due addossati all'altare centrale. La navata centrale è coperta a botte mentre le laterali da volte a crociera.

Chiesa di S. Maria Rosario - e' omunicante con la Chiesa dei S.S. Gennaro e Giuliano, presenta una sola navata coperta da volta a botte, dov'è accennato un motivo a cassettoni a nove riquadri a forme romboidali e stellari. La decorazione barocca interna è assai ricca mentre esternamente la cupola presenta otto nicchie, delle quali quattro sono aperte a finestra, e termina con una lanterna. Anticamente la Chiesa era sede della Confraternita della Madonna del Rosario di cui si conservano pregevoli abiti da cerimonia con ricami in oro su sfondo nero. Di particolare interesse artistico sono la "pala d'altare" raffigurante la Vergine con i Santi e la statua processionale della Madonna, di fattura ottocentesca.

Campanile dell'Annunziata - l'annessa Chiesa, che per breve tempo svolse le funzioni di cappella del cimitero, fu abbattuta definitivamente nel 1950, tranne il campanile, per le larghe lesioni nelle sue masse murarie.Dai ruderi sono riconoscibili le due absidi, una ancora con resti di affreschi raffiguranti S. Michele e databili intorno al XII secolo.Il Campanile è anch'esso databile alla fine del XII secolo e per la ricca decorazione a tarsia su tre delle quattro facce della torre e sul tamburo, è ben visibile anche da notevole distanza. Da notare ancora a Minori un gruppo di tre cherubini in stucco che troviamo a coronamento dell'altare della Chiesa di S. Giovanni "a mare", in stato di abbandono. Un altro portale in pietra, simile a quello sopra citato, datato anch'esso 1727, lo rinveniamo anch'esso al Corso Vittorio Emanuele presso il fabbricato n. 160.

Come arrivare

In auto: autostrada  A3  Napoli - Salerno uscendo o a Castellammare e proseguendo sulla S.S. 163, o a Angri ed imboccando il Valico di Chiunzi o, ancora, uscendo a Vietri sul Mare seguendo poi la S.S. 163.

In treno: stazione ferroviaria più vicina è la Stazione Centrale di Salerno.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli - Capodichino che dista circa 50 km.

Tipologie