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Moio della Civitella

Moio della Civitella appartiene alla provincia di Salerno, conta 1.823 abitanti  e ha una superficie di 16,9 chilometri quadrati per una densità abitativa di 107,87 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 515 metri sopra il livello del mare. L'economia è legata principalmente all'agricoltura ed all'allevamento.

Storia

Sulla sommità del colle sussistono resti di mura greche e di costruzioni di età romana. NelMedioevo appartenne molto probabilmente come casale a "Vallo della Lucania". Nel secolo XVIII il borgo era possesso della famiglia Pepe con il titolo di baronia. Del 1928 al 1945 il comune fu aggregato a quello di Vallo della Lucania. La rocca si conserva in tutto il suo perimetro di circa ottocento metri. Sul versante occidentale sono i resti della strada greca di accesso; su quello meridionale, dominante i valichi montani, si distingue una porta particolarmente munita ed articolata del secolo IV° a.C., laddove sul lato orientale le fortificazioni assumono notevole spessore ed imponenza. Nell'area interna si intravvedono resti di abitazioni militari e di una area sacra. Una cappella probabilmente del secolo XII-XIV è oggi completamente occultata da costruzione del secolo scorso.Le origini di Moio sono molto antiche. Gli Scavi della Civitella riportarono alla luce mura da terrazzamento costituite da grossi blocchi squadrati, frammenti di tegole, vasi, una porta ad arco e varie fondazioni risalenti al IV sec. a.C. Moio ebbe un notevole incremento demografico tra il 1552 ed il 1595. Da protocolli notarili si ricavano interessanti notizie sui commercianti locali i quali fornivano legname e vino anche alla corte napoletana. Di Moio come centro abitato si ha una prima notizia documentata nel 1052 quando apparteneva alla baronia di Novi; il paese ebbe un notevole incremento demografico tra il 1552 ed il 1595. Nome di questo paese derivò da quello antico del torrente che scorre a valle dell'abitato dove veniva effettuata la concia delle pelli e che nel 1186 costituiva il confine tra i beni della badia di Santa Maria di Grasso e quelli di Santa Maria di Pattano. E' probabile che il primitivo insediamento si sia formato attorno alle edicole di San Bartolomeo e di Santa Sofia, come sviluppo di gruppi rurali promossi su queste bene esposte colline ove quei laboriosi monaci avevano impiantato alcuni uliveti.

Da vedere

Chiesa Parrocchiale - e di antica fondazione, conserva al suo interno numerose opere di artisti locali.

Museo della Civiltà Contadina -  in cui sono raccolti numerosi reperti storici legati alla vita quotidiana.

Resti dell'antica città di Civitella - che sorgeva ad oltre 800 m.s.l.m. e di cui oggi non restano che alcune tracce.

Bellezze naturalistiche,che è possibile ammirare grazie a piacevoli passeggiate nella natura incontaminata.

Il Museo della Civiltà Contadina Del Cilento - il museo costituisce una rassegna ampia, pressocchè completa ed anche spettacolare di quanto attiene alla attività e alla cultura del mondo rurale.Uno dei siti archeologici più suggestivi del Cilento interno è, certamente, quello ubicato sulla Civitella, protetto dal fresco ombroso di un fitto e rigoglioso castagneto.
La collina della Civitella (818 m. s.l.m.) occupa una posizione strategica di controllo di tutta la viabilità naturale tra le zone interne montuose e lo sbocco al mare. Alle pendici del colle, sul versante meridionale, si apre il valico verso Cannalonga che conduce agli Alburni e da qui al Vallo di Diano; l'altro versante domina il corso del Badolato e quindi la viabilità verso Velia.
La posizione dominante, la presenza dei corsi d'acqua e delle sorgenti, le terrazze pianeggianti hanno favorito l'impianto di un insediamento articolato e complesso che, certamente, dal controllo delle direttrici di traffico, ha ricavato ricchezza e potenza. La frequentazione del colle è documentata dalla fine del VI sec. a.C., da alcuni frammenti ceramici raccolti in superficie, ma è a partire dalla metà circa del IV sec. a.C. che inizia la costruzione di una possente cinta fortificata, articolata in due circuiti che racchiude il colle su tre lati; il lato a Nord è difeso naturalmente dallo strapiombo della roccia. La sua porta presenta un complesso sistema di difesa ed è costituita da un lungo e stretto corridoio che accede ad un vano rettangolare che, a sua volta, si restringe nel vero e proprio ingresso chiuso dalla porta di legno di cui rimangono i cardini tagliati nella pietra e la traccia del battente.La porta era coperta da un arco costruito con i blocchi squadrati tagliati, su un lato, in curva, secondo una tecnica costruttiva largamente nota in numerosi altri siti dell'Italia Meridionale. Sul pianoro centrale del colle è stato esplorato, in piccolissima parte, l'agglomerato di case, di cui si conosce ancora poco la planimetria e l'organizzazione dei vani. Il centro antico della Civitella, fiorente soprattutto tra IV e III sec. a.C., è abbandonato già alla fine del III sec. a.C. quando, con l'arrivo dei Romani, si assiste alla scomparsa improvvisa degli insediamenti ed allo spopolamento delle campagne. D'altro canto anche ad Elea, considerata un "baluardo della grecità" , non mancano, soprattutto nella cultura materiale, segni evidenti di una promiscuità con i Lucani che occupano, come si è visto, con fattorie sparse, tutto il territorio lungo la valle del Badolato.

Come arrivare

In auto:  l'A3 Salerno - Reggio di Calabria, uscire allo svincolo di Battipaglia ed  immettersi sulla variante SS 18 in direzione di Vallo della Lucania. La distanza da Salerno è di 79 km.

In treno:  stazione ferroviaria di Vallo Scalo.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie