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Montano Antilia

Comune cilentano in regione Campania provincia di Salerno con circa duemiladuecento abitanti. Sorge sul fianco sud del monte Antilia, le cui pendici orientali chiudono la valle del fiume Mingardo, alla sinistra del torrente Palistro. Fa parte del Parco del Cilento e Vallo di Diano. I prodotti agricoli sono cereali, castagne, noci, olive e uva. Vi sono vasti boschi di querce e castagni, che consentono una forte produzione di legname e pascoli per l'allevamento del bestiame.

Storia

Il termine Montano deriva dal latino montanus, ossia "di montagna", oppure da un nome di persona, precisamente San Montano, le cui spoglie, secondo la tradizione locale, sarebbero state ritrovate e poi depositate in un reliquiario in zona. La specifica Antilia, secondo alcuni, deriva dal latino ante Elios, ossia davanti al sole, secondo altri, invece, deriva dal termine altilia, che indica una zona con la presenza di antichi edifici. Montano Antilia è un suggestivo agglomerato di case incastonate lungo le pendici del Monte Antilia, che si erge ad un’altezza di 1316 metri; il territorio declina verso le colline e le vallate del Lambro e del Mingardo, mentre in lontananza si scorgono il Monte Gelbison, meta di pellegrinaggi di fede, e il Monte Centaurino. Ad oriente sorge invece il Monte Fulgenti, che ha preso il nome da un paese oggi distrutto. Dietro questo monte si apre la valle del Faraone tributaria di quella del Mingardo, ed in fondo il Monte Centaurino chiude il Manorama colle sue pendici grige e azzurrognole. Il Monte Bulgheria domina tutto, dalla gola della Dragara fino alla marina di Scario ed allo sbocco del Bussento. Poi l'occhio si spinge in giù, nei monti della Basilicata e della Calabria, che sfumano all'estremo orizzonte. Questa posizione ha da sempre favorito l’agricoltura e la pastorizia, determinando la produzione di genuini sapori che rappresentano una rarità in tutto il territorio. Appartenne sempre al territorio di Cuccaro Vetere con il nome di Montagna e fu un piccolo casale, che le numerazioni del regno, ovvero i censimenti della popolazione, menzionano a partire dal secolo XVI. Staccatosi successivamente da Cuccaro Vetere, fu dato in feudo ai Monforte.

Da vedere

Chiesa Madre - e' formata da una grande navata, dal presbiterio, da un coro e da una piccola navata dalla quale si accede alla sacrestia. La sua costruzione risale al 1466; nel 1739 la chiesa fu arricchita e formata da soffitto in legno ben lavorato con al centro un quadro in tela che rappresentava l'Annunziata; l'altare Maggiore e il coro hanno un grande valore artigianale perché realizzato da un artista Salernitano; l'ultimo intervento di restauro della chiesa è stato effettuato dopo il terremoto del 1980. 

L'orologio - la metà del secolo 18°  fu installato l'orologio in piazza in una torre quadrata, che è alta più di tre piani. Questa data, che è in ceramica di Vietri, non rispecchia l'anno dell'installazione dell'orologio, ma quello di un ammodernamento. Il meccanismo originario era "a pesi": grosse catene sostenevano enormi calibri che con il loro saliscendi azionavano il movimento delle sfere, che,a loro volta, facevano scattare dei percussori che davano i "tocchi" ogni quarto d'ora. Da sempre è stata un simbolo; con il tempo, anzi, è diventato il monumento più importante del paese.

La Scala Santa - è situata nella parte alta del paese, poco distante dalla chiesa di San Sebastiano. Forse anticamente da li passano le comitive in pellegrinaggio per il Monte Sacro di Novi Velia.
La costruzione è tipica del 600 come la scritta che era sulla porta fino a pochi anni fa. Essa è composta da due aperture: una in basso, una in alto unite da una scalinata coperta, formata da 28 scalini. Sulle due pareti che chiudono lateralmente la scalinata ci sono ancora alcuni dei quadri che rappresentavano le stazioni della Via Crucis. Il tempietto ha perso quasi del tutto il bellissimo affresco che era posto vicino la porta, in alto, dietro l'altare.

La Cappella di San Sebastiano - le piccole cappelle situate a Montano Antilia, sono di grande bellezza artistica e architettonica. Incamminandosi tra i caratteristici vicoli del centro storico, si incontra la Cappella di San Sebastiano particolare di questa chiesetta è il campanile e la disposizione dell'entrata e dell'uscita.

La Chiesa Madre - e presenta su pianta a croce latina. E' formata da una grande navata, dal presbiterio, da un coro e da una piccola navata dalla quale si accede alla sacrestia.
La sua costruzione risale al 1466; nel 1739 la chiesa fu arricchita e si presentava cosi: soffitto in legno ben lavorato con al centro un quadro in tela che rappresentava l'Annunziata; altare Maggiore e il coro hanno un grande valore artigianale perché realizzato da un artista Salernitano.

Come arrivare

In auto:  l'autostrada A3 Salerno - Reggio di Calabria, uscita al casello di Battipaglia, e proseguendo per la S.S. 18.

In treno: la stazione FS più vicina è quella di Vallo della Lucania sulla linea Napoli - Reggio di Calabria.

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