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Bonassola

Bonassola è un piccolo comune in provincia della Spezia, di circa 940 abitanti, che si estende per circa 5 km. lungo la costa orientale ligure e confina ad oriente con Levanto, ad occidente con Framura. L'economia di Bonassola era fondata in origine sul commercio di vino, sulla pesca e sulla coltivazione di olivi, castagni e viti. Il comune fa parte della Comunità Montana della Riviera Spezzina.

Storia

Il toponimo Bonassola non si sa da dove derivi né quando sia stato usato per la prima volta. L’atto più antico in cui è citata indirettamente Bonassola risale al 18 marzo 1154. E’ il cosiddetto Privilegio di Papa Anastasio IV, con il quale viene confermata al Vescovo di Luni Gottifredo la giurisdizione ecclesiastica sulla pieve di Ceula avente alle sue dipendenze la chiesa di Flerno. Nel 1569, quando viene fondata la Compagnia di mutuo soccorso per riscattare i prigionieri dai pirati, nell’atto costitutivo compare Bonassolla. Bonassola è nominata per la prima volta in un documento del 29 gennaio 1269 in cui compare anche la chiesa di San Giorgio de Resegunti, mentre in un atto notarile del 21 aprile 1277 sono presenti come testimoni Bonaccorso Scerno e Giovannino Zanegno, entrambi di Bonassola. Le prime notizie che si conoscono sui centri storici di mezza costa risalgono alla prima metà del Quattrocento, periodo in cui Bonassola dipendeva amministrativamente dalla Podesteria di Framura, e riguardano Reggimonti e Montaretto, ove era abbondante la produzione di olio, vino e castagne e la popolazione era di 300 habitatores. La storia di Bonassola è ancora quasi tutta da scrivere, per cui questa sintesi presenta inevitabilmente alcune lacune e taluni aspetti non sufficientemente approfonditi. In effetti quest’ultima, dedicata a San Pietro, funzionava ancora nel 1584 e dipendeva dalla parrocchiale di Bonassola, anche se ormai era in cattive condizioni e vi si celebrava la Messa solo quattro volte l’anno. Matteo Vinzoni, in una sua carta del 1773, la indica poco sopra l’attuale bivio stradale tra Levanto e Bonassola. Dal cadrasto del 1778 risulta che ha i muri diruti. Nel luglio del 1799 avvenne l’occupazione francese e le truppe causarono danni non indifferenti alla popolazione obbligandola a rifornirle di pane, vino, olio, legna e fieno, con il disagio che si può facilmente immaginare. Per non parlare dei danni subiti dal naviglio di Bonassola durante il blocco navale attuato dall’Inghilterra a partire dal 1806. A quest’ultimo proposito, nel 1809 il Sindaco fa una situazione delle navi di Bonassola prima e dopo la guerra. Dal confronto emerge un calo di oltre il 50% del numero di imbarcazioni e di circa il 75% della portata complessiva. Nel 1832, durante lavori per riparare la vecchia strada per la Baracca, venne casualmente scoperto il marmo. Questa risorsa venne sfruttata intensivamente e Bonassola fu invasa da molti cavatori. Oggi l’estrazione di questo pregiato materiale prosegue, anche se a ritmo molto più modesto, perché il filone si sta esaurendo. Ma la testimonianza più remota relativa alla Vallis Bonazolae è fornita dall’archeologia. Tra il 1959 e il 1960 Leopoldo Cimaschi effettuò una campagna di scavi sui ruderi della Chiesarotta ubicata nell’omonima località, a circa 1 km di distanza da Reggimonti.

Da vedere

La Parrocchiale di Santa Caterina - edificata probabilmente nella prima metà del ‘500, e completamente trasformata in epoca barocca, fu consacrata l’8 luglio 1668 dal Vescovo di Luni e Sarzana Giovanni Battista Spinola, come ricorda una lapide murata nell’interno, in basso sul lato sinistro. In questo periodo vennero infatti costruiti l’altar maggiore, la balaustrata, l’altare della Madonna del Rosario, il pulpito e le acquasantiere. Al centro della cornice quattro simboli: una palma e un giglio poggianti su una ruota, reggono una corona. La ruota, la palma e il giglio sono riferiti a Santa Caterina, la corona alla Madonna. Si fa notare che tutte le decorazioni della facciata richiamano quelle dell’interno. Nella parte centrale dell’ordine superiore, un finestrone a tre settori con vetrate istoriate. A sinistra San Francesco che riceve le stigmate, al centro la Madonna del Rosario e a destra Santa Caterina da Siena, che con San Francesco è patrona d’Italia. Nelle altre tre vetrate istoriate della chiesa sono rappresentati: in quella sul fianco nord, San Giuseppe con Gesù Bambino, in quella sul lato opposto, Santa Caterina d’Alessandria, a cui è dedicata la chiesa, in quella dell’abside, San Nicola da Bari con il pastorale, un frutto e un’imbarcazione sullo sfondo. L’interno presenta uno schema planimetrico consueto nelle architetture sacre di metà Seicento: un’ampia aula rettangolare con volta di copertura a botte lunettata e cappelle lungo le due pareti laterali scandite da lesene.

L’ex Oratorio di Sant’Erasmo - costruito all’inizio del Cinquecento, inizialmente era intitolato anche a San Nicola di Bari. In seguito è rimasta solo la dedicazione a Sant’Erasmo, che a Genova, già nel XV secolo, era stato scelto dall’Arte dei Barcaioli come protettore. L’oratorio anticamente era sede di una confraternita che, ancora all’inizio dell’Ottocento aveva 120 aderenti fra uomini e donne. Nel Cinquecento qua si radunavano gli uomini di mare di Bonassola per discutere sulle decisioni da prendere. Al centro Sant’Erasmo con in una mano un libro e nell’altra il pastorale. In cima due angeli aprono il tendaggio sulla scena. I volti del santo e degli angeli non sono integri. Sull’altare tela dipinta raffigurante la Madonna con il Bambino, San Giuseppe e quattro angeli. La scena è ambientata all’aperto e il santo, con aureola e barba, è genuflesso su un inginocchiatoio in atteggiamento orante ed ha nella mano sinistra un cartiglio. La tela, restaurata di recente, è molto reintegrata nella parte centrale ove fu danneggiata dai soldati che sostarono in Sant’Erasmo durante la seconda guerra mondiale.

La Cappella della Madonnina della Punta - edificare dalla famiglia Poggi verso la fine del ‘600. Nel 1932 fu restaurata su progetto di Orlando Grosso e, nell’occasione, vi fu aggiunto il porticato antistante.

Il castello - fu costruito nella seconda metà del XVI secolo, dopo la grave incursione barbaresca del 1560. Eccettuate le scorribande piratesche, non si trovò mai coinvolto in rilevanti fatti d’arme, finché nel corso dell’Ottocento venne adibito a cimitero. Nel 1963, in occasione dello spostamento a monte della ferrovia, fu demolita una parte consistente del prospetto verso mare, sul quale si trovavano due bastioni a forma quadrangolare. La parte rimasta, a forma quadrilatera, presenta due torri circolari sugli spigoli d’angolo e alcune aperture, oltre all’orologio pubblico, d’epoca relativamente recente.

Palazzo Vinzoni - posta sulla facciata indica che in questa casa soggiornava Matteo Vinzoni per ritemprarsi dopo le fatiche genovesi. L’edificio, a due piani, con tetto a quattro falde, è semplice e lineare. Tra i n. 63 e 65 della medesima via, statua di San Giovanni Battista in marmo, entro nicchia.

Palazzo Paganetto - edificio signorile settecentesco, probabilmente uno dei più interessanti di Bonassola, che fu degli armatori Paganetto. A due piani, ha una decorazione pittorica ancora leggibile sul prospetto che dà sulla piazza e su quello verso il giardino. Tra il primo e il secondo piano, una fascia color arancio con disegnate una serie di figure grottesche in vari atteggiamenti. Dal lato opposto, al centro tra le due finestre, in corrispondenza del primo piano, figura maschile; del secondo, grande stemma. Sulla facciata, lapide marmorea con un sonetto attribuito al Metastasio.

La Chiesa di San Giorgio - si erge questo tempio, preceduto da un piazzale con sagrato a pietre di tre colori. La facciata è suddivisa da una fascia capitellare in due parti orizzontalmente, mentre verticalmente è tripartita da quattro lesene. Nell’ordine superiore, sui due lati nicchie con statue della Vergine e un santo. Al centro, piccolo bassorilievo con San Giorgio che uccide il drago, entro cornice. Nell’ordine superiore, finestra trilobata in stile barocco, come le altre decorazioni della facciata. L’interno, purtroppo non visitabile perché chiuso per restauri, è ad aula chiusa da un’ampia abside semicircolare all’interno della quale si trova il coro. Sul secondo altare a destra dell’ingresso, tela dipinta del XVIII secolo con la Madonna del Carmine, San Pietro Martire e Santa Lucia. Tra il secondo e il terzo altare, Crocifisso ligneo processionale di scuola genovese. Sul terzo altare, statua raffigurante la Madonna del Carmine di scuola genovese dello stesso periodo.

La Chiesa di Santa Maria Assunta di Reggimonti - è probabilmente avvenuta tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento, quando crollò la Chiesarotta e dovette essere sostituita da un’altra. Certo è che la costruzione attuale non presenta visibilmente nessuna traccia di quella medievale e, forse, solo l’orientamento è rimasto inalterato. L’interno è a tre navate separate da due coppie di pilastri con una sola abside. La larghezza è molto accentuata rispetto alla lunghezza, sicché internamente si ha l’impressione di una certa mancanza di proporzioni. Sull’altare del fianco sinistro, martirio di San Pietro, olio su tela lobata in alto, del XVII sec. Sopra l’altar maggiore, statua lignea dipinta dell’Assunta attribuita alla bottega del Maragliano.

L’Oratorio di San Rocco a Montaretto - all’inizio della parte antica del borgo, di forme molto semplici, è internamente ad aula, chiusa da un’abside semicircolare. La facciata reca delle finte lesene dipinte, probabilmente d’epoca relativamente recente. Nell’interno, con un solo altare in muratura, due statue del santo titolare, una in legno su cassa processionale, l’altra in marmo bianco sull’altare. Era altresì compito della confraternita, regolata da statuti molto antichi, provvedere per l’assistenza agli ammalati e per i festeggiamenti da fare in occasione della festa del Santo titolare. Nelle vicinanze dell’oratorio si trovava un ospitale per i poveri ed i pellegrini, al cui mantenimento provvedeva, in parte, la Confraternita stessa.

Come arrivare

In auto: autostradali di Deiva Marina, a nord e Carrodano - Levanto, a sud, sull'autostrada A12 sono le uscite consigliate per raggiungere la destinazione.

In treno: stazione ferroviaria sulla linea Genova – Roma nel tratto locale compreso tra Genova e La Spezia.

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