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Luni

Luni è una frazione del comune di Ortonovo, in provincia di La Spezia, nota per essere stata un'antica e prosperosa colonia romana. Al confine tra  Liguria e  Toscana, nel comune di Ortonovo, sulle riva del fiume Magra si trova Luni.

Storia

Il nome della città deriverebbe dalla sua consacrazione alla dea romana "Lunae", anche in considerazione della forma a falce dell'allora porto cittadino. La colonia, con il nome di Luna, venne fondata dai Romani nel 177 a.C., come avamposto militare delle legioni romane, durante la campagna contro i Liguri. In suo onore venne eretto un monumento nella città, nella quale all'epoca si stava costruendo il tempio del capitolium. Si pensa che anche il toponimo della vicina località di Montemarcello derivi dal nome di questo console. Nell'89 a.C., dopo la Guerra Sociale, che vide come principali ed ostinati protagonisti i Sanniti Luni ottenne la cittadinanza romana assieme a tutto il resto della Liguria. Sotto l'impero di Augusto la Liguria divenne definitivamente una provincia romana, e Luni conobbe il periodo del suo massimo splendore, con l'ampliamento del foro ed una forte espansione edilizia. In 416 la città è ancora fiorente, come testimoniato da Rutilio Namaziano, che ebbe modo di attraversare la regione. Nel corso del V secolo la città fu scelta come sede vescovile, segno che doveva trattarsi del centro più importante della zona. Nel 552 la città venne riconquistata dai Bizantini di Narsete e inserita all'estremo limite settentrionale della Provincia Italica. Anzi, da quel tempo Luni assunse il ruolo di capitale della Provincia Maritima Italorum, di cui rimane traccia evidente nell'attuale Comando in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dell'Alto Tirreno. La città divenne un importante porto dell'Impero Romano d'Oriente e, trovandosi lungo il principale asse stradale bizantino in Italia, ottenne un nuovo periodo di prosperità, anche se entrò in competizione con Lucca per il predominio nella regione. In anno 773 Carlo Magno occupò la città, che divenne capoluogo di Comitato sotto l'autorità di un vescovo - conte. Il  aprile del 774 i delegati di Carlo Magno e il pontefice Adriano I stabilirono le rispettive sfere di influenza in Italia; Luni venne a trovarsi proprio sul confine. Nell'860 Luni fu nuovamente saccheggiata, questa volta dai Normanni guidati da re Hasting. Il saccheggio fu particolarmente violento, e il vescovo della città venne trucidato. Pare che per diversi anni i lunensi superstiti trovassero scampo a Carrara, prima di tornare ad abitare le rovine della loro città. Alcuni storici ritengono che il religioso ucciso dai Normanni sia identificabile in san Ceccardo, un vescovo di Luni fatto santo la cui esistenza storica è di difficile inquadramento; altri invece vogliono che San Ceccardo fosse il successore del vescovo trucidato, e che morì martire a Carrara nell'892, ucciso dagli abitanti della regione mentre cercava di procurarsi il marmo necessario alla ricostruzione della città dopo il saccheggio normanno. La tradizione, che vuole San Ceccardo vissuto intorno all'anno 600, è considerata inattendibile. Durante l'ultimo secolo la città mostrò segni di dinamismo economico: è un passaggio obbligato per la transumanza, e rappresenta il mercato principale per la vendita dei prodotti agricoli della regione, incluse le isole del Tino e della Palmaria. È accertato che nel 927 i vescovi mantenessero una loro delegazione a Pavia per facilitare gli scambi commerciali. Già nel 945 infatti l'imperatore Ottone I nominò Oberto conte di Luni concedendogli autorità su numerosi territori. Con la sconfitta dell'usurpatore al trono d'Italia Berengario II ad opera di Ottone I, Oberto estese ulteriomente i suoi domini ricevendo la signoria su tutta la Marca Ligure Orientale, territorio appena costituito per respingere in modo più efficace le incursioni dei corsari arabi. Infatti, già nel 998, il vescovo Gotifredo stabilì temporaneamente a Carrara la sede della diocesi, per sfuggire alla malaria e ai pirati. A questa data risale anche la donazione al vescovo di quattro pievi da parte del marchese Oberto II, nipote del conte Oberto I. Un'altra pieve era già stata donata da Oberto II nel 981. Nella regione costiera, i discendenti degli Obertenghi stabilirono la sede del loro potere nel castello di Arcola piuttosto che nella città di Luni vera e propria. Come diretta conseguenza, in città e nelle regioni limitrofe il potere dei vescovi andò consolidandosi. Nel 1033 il piccolo paese di Arcola, già appartenuto a Oberto di Luni, entrò a far parte del dominio dei vescovi di Luni. In 1058 l'intera popolazione di Luni si trasferì a Sarzana; altri gruppi di profughi fondarono gli abitati di Ortonovo e Nicola, e la città venne definitivamente abbandonata. Agli albori del sec. XIV fu Dante Alighieri a redigere dell'antica nostra "splendida civitas lunensis" l'epitaffio immortale. Lo lasciò nella sublimità del Canto XVI del Paradiso. È quella la citazione più "alta" che possa essere vantata da una valenza Lunigianese nella scala cosmica del Poema Sacro.

Da vedere

Museo Nazionale dell'Antica Città - inaugurato nel 1964, allo scopo di ospitare i reperti rinvenuti presso l’area di scavo, venne riallestito nel 1981 in quanto gli spazi espositivi non consentivano l'adeguata visione di tutto il materiale. L'intero complesso è formato dalla attigua zona archeologica e dal distaccato anfiteatro ellittico, in buone condizioni di conservazione e costruito nel I secolo.

Decumano Massimo - e soprattutto, il portico del Foro con ambienti legati all’attività commerciale del luogo. Di particolare interesse sono i resti degli antichi apprestamenti realizzati per lo stoccaggio delle merci deperibili, dai quali si possono ricavare le cognizioni e le tecniche romane, in materia di conservazione e "refrigerazione" delle derrate alimentari.

Come arrivare

In auto: autostradale di Carrara sull'autostrada A12 è l uscita consigliata per raggiungere la destinazione.

In treno: stazione ferroviaria più vicina è quella di Carrara.

Tipologie