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Gonars

Gonars conta 4.639 abitanti e ha un'estensione di 19,90 kmq e si trova a 21 m slm, in provincia di Udine, nella regione Friuli Venezia Giulia.

Storia

Le più antiche tracce della presenza dell'uomo nella Bassa Friulana risalgono al Mesolitico si tratta di strumenti in selce scheggiata di piccole dimensioni, utilizzati per armare le punte delle frecce da caccia. Più tardi, nel 5000 a.C., mutati ormai il rapporto dell'uomo con l'ambiente e i modi di usare il territorio, questa zona fu colonizzata dalle prime comunità di agricoltori e allevatori neolitici, che occuparono la pianura abbattendo gli alberi, bruciando vaste porzioni dell'antico bosco e spostandosi periodicamente alla ricerca di nuove terre. Dei periodi successivi, Età del Rame e Età del Bronzo antico, non ci sono testimonianze archeologiche di rilievo. Nel resto dell'Italia settentrionale, l'Età del Bronzo antico è molto ben documentata e conosciuta: è l'epoca delle palafitte, dei grandi villaggi costruiti su palificazioni, le cui comunità sono stabilmente insediate in un territorio definito e si reggono su un'economia agricola e pastorale, oltre che sulla caccia e sulla raccolta. Documentazione di insediamenti e villaggi sono invece presenti a partire dal Bronzo Medio  è di questo periodo l'insediamento di Porpetto, che sorgeva su un dosso allungato ed era  protetto sia da elementi naturali, sia da interventi umani. Le testimonianze relative all'Età del Ferro sono scarse i pochi siti si trovano lungo i fiumi principali e abbastanza vicini al mare. Con ogni probabilità, il periodo romano vide i territori di Gonars abitati da alcune famiglie di agricoltori, che iniziarono a bonificare e mondare il terreno rendendolo adatto all'agricoltura. Per quanto riguarda particolarmente l'abitato di Gonars ed il suo territorio, le vicende della seconda guerra mondiale si intersecano in maniera strettissima con la vita della comunità locale per la realizzazione nell'autunno del 1941 da parte del regime fascista di un campo di concentramento, in cui dalla primavera del '42 furono internati molte migliaia di civili rastrellati nei territori della Jugoslavia occupati dall'esercito italiano. Il 23 febbraio 1942 il regime fascista creò un campo di concentramento nella cittadina, principalmente per i prigionieri provenienti dalle attuali Croazia e Slovenia. Il campo venne chiuso l'8 settembre 1943, immediatamente dopo la resa dell'Italia. In seguito venne fatto ogni sforzo possibile per dimenticare questo nero interludio nella storia italiana.

Da vedere

Chiesa di San Canciano - fu costruita tra il 1970 e il 1972, su progetto dell'architetto Giacomo Della Mea, sulla stessa area su cui sorgeva in precedenza una chiesa del 1750 circa, demolita nel 1962 perché ormai pericolante. La chiesa ha una forma circolare, un diametro interno di 30,50 m e un'altezza massima di 16 m.  All'interno, elemento caratterizzante sono le due colonne che sorreggono il tetto. Degna di menzione la vetrata posta sopra l'ingresso principale, realizzata da Arrigo Poz con la tecnica della legatura a piombo. Rappresenta la Vergine col Bambino e i due santi Patroni: Canziano e Rocco.

Chiesa di San Giorgio martire - fu costruita tra il 1854 e il 1868, sulla base di un edificio precedente. La pavimentazione dell'interno è in marmo e risale al 1901. Il campanile attuale fu costruito tra il 1905 e il 1909, ma è ancora visibile la vecchia torre campanaria del XVIII secolo. La chiesa precedente, forse risalente al 1701 come è riportato sul timpano del vecchio ingresso, era costituita da un'unica navata orientata con l'abside disposta ad est e l'ingresso ad ovest. La navata della chiesa attuale corre quindi da nord a sud, andando a formare, con la vecchia chiesa, una croce latina.

Chiesa di San Michele - le prime notizie risalgono alla fine del XV secolo e riguardano due state lignee, ora perdute, dello scultore Domenico da Tolmezzo. La chiesa fu più volte rimaneggiata nei secoli XVIII e XX. Nel 1711 fu rifatta la navata e nel 1915 il presbiterio e l'altare maggiore; gli altri altari risalgono al XVIII secolo. Degna di nota la pala rappresentante una crocifissione con Santi.

San Michele Arcangelo - è spesso raffigurato mente calpesta un drago che rappresenta il male o Satana. Nell'iconografia, si distingue da San Giorgio per il fatto di avere le ali, come tutti gli angeli. L'arcangelo Michele nella Bibbia è il difensore del popolo ebraico e viene adottato dalla Chiesa come santo protettore del cristiano militante.

Chiesa di San Martino - fu eretta forse nel XIII secolo; di essa rimane oggi solo parte dell'abside, nella quale sino a poco tempo fa erano visibili tracce di un affresco forse del XIV secolo. Nel 1955 fu inaugurata una nuova cappella situata all'interno del cimitero di Ontagnano anch'essa dedicata a San Martino.

Chiesa di Santa Maria della Salute - fu fatta costruire nel 1859 da Giovanni Battista Bordiga per osservare un voto espresso durante una lunga malattia. Il progetto è forse  dell'architetto Andrea Scala. È a pianta circolare, sormontata da una cupola con aperture disposte in modo che l'abside sia illuminato dalla luce del sole durante l'intero arco della giornata. La facciata è di tipo palladiano; il portico è sormontato da un timpano che poggia su quattro colonne.

Come arrivare

In treno: stazioni più vicine sono San Giorgio di Nogaro, Cervignano del Friuli, linea Venezia - Trieste.

In aereo: Aeroporto di Ronchi dei Legionari.

In auto: casello più vicino è Porpetto - S. Giorgio autostrada A4; venendo da Udine e Trieste prendere la direzione Venezia. All'uscita dall'autostrada, girare a sinistra e proseguire per ca. 7 km, fino alle indicazioni stradali per Gonars.

Tipologie