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Capranica

Capranica è un comune, in provincia di Viterbo, della regione Lazio, con circa 6.200 abitanti. Si trova tra i monti Cimini e i colli Sabatini su una rocca tufacea che domina la Cassia. E famosa per la grande produzione di nocciole.

Storia

Il territorio, come ormai sappiamo, è d’origine vulcanica, e l’abbondanza di minerali presenti nel sottosuolo arricchisce le acque senza per questo renderle sgradevoli al gusto. Un nuovo abitato fondato più a nord dai romani venne chiamato Vico Matrino: il suo territorio era attraversato dalla Via Cassia, importante arteria che collegava Roma con Viterbo, così da consentire il veloce transito delle merci qui prodotte e smerciate nei centri maggiori. Al crollo della potenza di Roma i barbari invasero anche queste zone, distrussero Vico Matrino e ne dispersero la popolazione; le case dell’antico centro, abbandonate e diroccate, divennero presto un rifugio per i pastori, che vi si stabilirono poi definitivamente con i loro greggi di capre dando così alla città il suo nome. Sappiamo che nel X secolo Capranica fu concessa dall’imperatore Ottone III al monastero dei Santi Alessio e Bonifacio sull’Aventino; sempre nel Medioevo, Capranica costituì un importante presidio della Santa Sede ma ebbe a soffrire nei secoli diverse invasioni: vi giunsero i Longobardi ed i Franchi; fu terrorizzata da briganti e dalle truppe dei signori feudali che ne disputarono il possesso alla Santa Sede. Feudo degli Anguillara, passò poi ai Da Vico per ritornare agli antichi Signori ospite di questi ultimi fu Francesco Petrarca, che vi giunse nel 1337. Scacciati gli Anguillara nel 1465, la popolazione fece atto di dedizione al Papa, ricevendone in cambio esenzioni e benefici. In epoca moderna le vicende di Capranica non raggiunsero i drammatici vertici vissuti altrove, a Ronciglione, ad esempio, o a Monterano fu conquistata dalle truppe francesi e si adeguò alla nuova gestione amministrativa, abbastanza apprezzata, se si esclude l’abitudine alla leva forzata, la partecipazione alle imprese militari del nuovo ed intraprendente governo e la deportazione degli oppositori e degli affezionati all’Ancien Régime. Anche la comunità di Capranica eresse il proprio Albero della Libertà, abbattuto nel 1799, e l’aquila dorata, pacificamente trasportata nel Duomo. Più tardi, conquistato dalle armate guidate dal Principe di Sassonia, Capranica avrà un suo governo provvisorio del quale faranno parte distinti membri della borghesia locale. Vi passerà Mazzini, diretto a Roma, che ne conserverà un vivido ricordo; ed infine dalle milizie del Re d’Italia, che vi entreranno il 17 settembre 1870.

Da vedere

Chiesa di Santa Maria - risalente probabilmente al XIII secolo ha subito notevoli restauri e fu quasi interamente ricostruita nel XVIII secolo. Della primitiva edificazione resta oggi un pregevole campanile tardo-romanico. All'interno è possibile ammirare tavole, tele ed affreschi che vanno dal XIII al XVI secolo. Molto bello un trittico che raffigura San Terenziano, San Sebastiano e San Rocco.

Chiesa di San Francesco - eretta nel XII secolo, è stata più volte ristrutturata e notevolmente ampliata nel periodo che va dal XIII al XIV secolo. All'interno si può ammirare il magnifico sepolcro dei gemelli Francesco e Nicola Anguillara, realizzato in forme gotiche nel '400.

Collegiata di S. Giovanni - completamente ricostruita su un preesistente edificio romanico, conserva di questo periodo il campanile a cuspide. Vi si conserva un Crocefisso in legno del XVI sec. e un tabernacolo in marmo.

San Pietro Apostolo - dalla posizione e dalla struttura risulta essere la prima chiesa castrale del Castrum Capralice, il primo nucleo abitato di Capranica, costituita da poche case arroccate lungo il costone in pendio di cui la chiesa occupa il punto terminale. La piccola chiesa mostra all' esterno evidenti segni di ristrutturazioni successive. L'interno semplice e disadorno ha i muri intonacati con due nicchie occupate da immagini di santi, l'Altar Maggiore in muratura e due piccoli altari laterali. La chiesa, oggi sede della Confraternita dei Santi Terenziano e Rocco, precedentemente ospitava la Confraternita di San Pietro e dei calzolai.

Chiesa Madonna delle Grazie - si celebra la seconda Domenica di Maggio. La primitiva cappelletta con volta a crociera, recuperata durante i recenti lavori di consolidamento, fu ampliata sicuramente per offrire ai pellegrini un rifugio e un luogo di preghiera lungo la via per Roma. Un semplice tabernacolo contornato da una cornice in tufo posto sulla parete di fondo della cappella, riporta l'immagine della Madonna con Bambino dipinta su tegola. Si trovano all'interno altri resti di affreschi raffiguranti l'Ultima Cena, assai suggestivi malgrado le condizioni in cui sono ridotti. L'unico altare, addossato ad un fondale in stile barocco con timpano spezzato, fu aggiunto in epoca posteriore e sorge sotto la crociera dell'antica cappella votiva aperta sul fronte con un arioso arco gotico.

Chiesa di San Rocco - fu costruita per la devozione dei fedeli intorno all’anno 1495 vicino alla celebre fonte che dal Santo prende nome. E' sorta anche come lazzaretto per ospitare soprattutto i pellegrini malati di peste. Presenta un'unica navata, altare maggiore in muratura e intonaco addossato all' abside poliangolare affrescata con le immagini della Vergine con Bambino e San Rocco nei due specchi centrali, San Terenziano e San Sebastiano in quelli estremi. Delle due piccole absidi laterali, resta solo quella di sinistra occupata da un altare in pietra. La costruzione conservatasi nel tempo semplice ed originale, mostra elementi di transizione tra il romanico e il gotico.

Come arrivare

In auto: A1 verso Roma, esci a Orte e imbocca la E45 verso Viterbo, uscita Vetralla, prosegui verso Roma e incontro Capranica; sulla E45 verso Roma, svoltare per Viterbo - Orte; prosegui sulla superstrada verso Viterbo, uscita Vetralla prosegui verso Roma e incontri Capranica.

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