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Melicuccà

Comune della Calabria, in provincia di Reggio Calabria, con 1.036 abitanti e ha una superficie di 17,2 chilometri quadrati. Sorge a 273 metri sopra il livello del mare. L'economia del centro calabrese è tipicamente agricola e molto sviluppato è l'artigianato locale.

Storia

Le origini del borgo sono molto antiche e recenti studi hanno attestato la fondazione di Melicuccà al 650 a.C. ad opera dei Bizantini. Il suo nome originario, Grecìa, fu mantenuto sino al 1700, ma da questa data in poi assunse l'attuale denominazione. Riguardo al nome del paese si propongono due etimologie: alcuni del luogo sostengono che Melicuccà sia una deformazione del latino melis conca e forse lo stemma del Comune, dove sono visibili delle api che volano su una coppa di miele, deriva da questa etimologia che in realtà è falsa; il nome deriva con ogni probabilità dal greco melikokkoV 'bagolaro', un albero che evidentemente cresceva in abbondanza nella zona. Nel 1783 a causa di un terremoto si ebbero ingentissimi danni e gli abitanti dell’epoca avevano pensato di ricostruire le loro abitazioni in un altro luogo. Nel 1807, i Francesi, nel dare una nuova sistemazione amministrativa alla Calabria, fecero di Melicuccà un luogo, ovvero Università, nel cosiddetto Governo di S. Eufemia di Sinopoli.  Con il primo riordino decretato il 4 maggio 1811 e con l’istituzione dei Circondari e Comuni, Melicuccà venne trasferito nel Circondario di Palmi prima e nel 1835 in quello di Bagnara per poi essere aggregato nel 1841 all’allora costituito Circondario di Seminara. Nel 1134 il re Ruggero II sottopose il Conento di S.Elia all’archimandrita del SS. Salvatore di Messina. Dopo il conflitto tra Angioini e Aragonesi nel XIV secolo, l’archimandrita di Messina fu costretto a delegare i poteri all’abate di San Pancrazio di Scilla. Nel XV secolo, invece, i beni del Monastero passarono al baliaggio gerosolimitano di S:Eufemia del Golfo con la giurisdizione religiosa di Serio Saripando che acquistò, per conto dei Cavalieri di Malta, quello che era il feudo del re d’Aragona. Un secolo dopo cominciò il declino del Monastero e della comunità greca. Il culto per S.Elia, considerato il patrono del paese, venne sostituito con la venerazione per S.Giovanni Battista. Dopo il terremoto del 1783 i beni di Melicuccà furono incamerati da Ferdinando IV di Borbone, con l’istituzione della Cassa Sacra a beneficio delle popolazioni terremotate. Nel 1806 Melicuccà divenne Universita’.

Da vedere

Chiesa di S. Antonio da Padova - edificata intorno al 1682 insieme al Convento di S. Antonio, sui ruderi della chiesetta dedicata a San Leonardo, da una comunità di frati francescani minori riformati del Veneto, per la struttura si rifà all’arte gotica, rimarcata soprattutto per gli archi a sesto acuto delle finestre e per quelli interni. All’esterno si nota la bifora posta sul portale e quella del campanile. Nella navata interna sono state ricavate delle nicchie in cui si custodiscono cinque statue del XVII che fungono da reliquario in cui venivano custodite le ossa dei priori del convento. Sull’altare maggiore campeggia la statua di S. Antonio, recentemente restaurata e risalente al XVIII secolo; ad una parete è affisso il quadro raffigurante le “Anime del Purgatorio”.

Chiesa di S. Rocco - rimane in piedi soltanto il portale in stile barocco.

Chiesa di S. Maria delle Grazie - nella parte bassa del paese, nel centro storico, si trovano i ruderi della Chiesetta delle Grazie, che raccoglieva i fedeli dell’antico sito cittadino e precisamente fino al terremoto del 1783. Ciò che rimane visibile è la caratteristica abside rotonda in stile bizantino e le mura con pietre a vista.

Chiesa dell’Assunta - anche questo tempietto venne distrutto dal terremoto del 1783. Costruita in località “Motta”, nei pressi di un ruscello, era l’Oratorio della Confraternita di Maria SS Assunta.

Torre Civica - nel XX secolo, gli amministratori locali del tempo, fecero costruire sui resti del castello dei cavalieri di Malta, una torre dove nel 1918 venne inserito un orologio meccanico. Dell’antico maniero sono ancora visibili il bastione a pianta quadrata e i baluardi angolari. Nel sottosuolo erano stati ricavati dei cunicoli segreti che arrivavano fin sotto la Chiesa di San Giovanni.

Palazzo Gambacorta - edificato nel XVII secolo, conserva un portale in pietra calcarea a bugne con decoro alla chiave di volta.

Palazzo Spina - costruito intorno al XIX secolo, l’edificio oltre ad un immenso giardino ha annessa una cappella votiva dedicata allo Spirito Santo nel cui interno è conservata una statua di S. Rocco ed un quadro del pittore Grillo.

Palazzo Capua - sorge su due livelli e si contraddistingue per un portale con arco a tutto sesto. Le finestre del primo piano hanno cornici decorate, nel secondo piano le finestre sono sovrastate da piccoli timpani.

Monumento a Lorenzo Calogero - costituito da due blocchi in cemento. In quello più grande è scolpito il mezzobusto del poeta con cappello e occhiali. Sul blocco piccolo oltre alla targa con il nome e le date di nascita e di morte si può leggere una strofa di una sua bellissima poesia.

Come arrivare

In auto: per raggiungere Melicuccà è necessario percorrere l'A3 Salerno - Reggio di Calabria, uscire allo svincolo di Sant'Elia e proseguire per la SS 18. La distanza da Reggio di Calabria è di 27 km.

In treno: Melicuccà è servita dalla stazione ferroviaria di Gioia Tauro, che dista 25 km.

In aereo: l'aeroporto più vicino è a Reggio di Calabria.

Tipologie