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Auletta

E un comune di 2.520 abitanti della provincia di Salerno, l'atitudine da 280 m s.l.m. L'abitato di Auletta è fiancheggiato a valle dal Fiume Tanagro, inoltre ricade nell'area perimetrata del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Storia

Alcuni storici invece affermano che il termine Auletta sia un fitonimo: dal momento che la zona è piena di ulivi, si fa derivare il nome proprio da “olea”. Ad avvalorare tale tesi sono stati trovati documenti notarili nei quali la città è nominata come “olibola” nel 1095 e come “olivola” nel 1131. Altri studiosi invece attribuiscono origini greche al nome Auletta, facendolo derivare da “Auletes” che vuol dire “suonatori di flauto” richiamandosi anche alle origini pastorali del primo nucleo abitato, che pare si sia stanziato nella zona vicina alla Grotta dell'Angelo. Intorno all'anno Mille Auletta era già stata fortificata e aveva tre vie di accesso, che confluivano verso le tre porte delle mura di cinta denominate: Porta del Castello, Porta del Fiume e Porta Rivelino o Piano.In tale periodo era stato già realizzato il Castello Marchesale con le sue torri, che era parte integrante del sistema di difesa del Ducato di Salerno e nel 1535 permise di resistere alle truppe spagnole di Carlo V.

Da vedere

Il Centro Storico - nel centro storico di Auletta, gravemente colpito dal sisma del 1980, ce l'ha una piccola caratteristica piazzetta di un fascino ancora intatto, il “largo Santi Quaranta”, da cui si diramano varie stradine anguste e scalette che lo attraversano. Accanto al Castello Marchesale, nella piazzetta detta “Campitello”, si trova la “Chiesa di Santa Maria delle Grazie”, risalente ai primi secoli dopo l'anno Mille, che dal XVIII secolo in poi ha ospitato la congregazione laica della Carità.

Il Castello Marchesale - fa parte del sistema difensivo del Ducato di Salerno. Ebbe l'attuale impianto solo dopo il 1494, in seguito all'ispezione condotta dall'esperto in fortificazioni Antonio Marchesi. Così risistemato, fu in grado di opporre resistenza agli assalti delle truppe spagnole di Carlo V nel 1535. Successivamente ne furono proprietari i Gesualdo i Vitilio, i Di Gennaro, i Castriota Scandenberg e, per successione ereditaria, i Maioli, che sono gli attuali proprietari. Più volte trasformato tra’500 e’600, il Castello finì per perdere l'originaria impostazione militare, conservando solo il torrione cilindrico nell'angolo nord del giardino.

Palazzi Gentilizi - tra i Palazzi Gentilizi, ricordiamo quello dei signori Carusi, quello dei De Maffutiis, dei Fallace, dei D'Amato, dei Mari e dei Caggiano.

Il Casino dei Monaci - questa importante costruzione, ancora abitabile e ben visibile a distanza, è stata a lungo dimora estiva dei monaci benedettini. Appartenente oggi alla famiglia Carusi, essa è delimitata da un vasto terreno ricco di vigne e ulivi.

Chiesa di San Nicola di Mira - questa antica Chiesa, oggi chiesa parrocchiale di San Nicola di Mira era già documentata nel'300 insieme alla Cappella della Circoncisione posta fuori dalle mura. Fu distrutta dal terremoto del 1857 e di essa venne poi ricostruito solo il Campanile. Al suo interno è conservata una lapide murata del 1750 con un'epigrafe in latino dedicata al nobile e generoso medico De Maffutiis.

Chiesa Santa Maria Assunta -  fu edificata tra il ’500 e il ’600 in seguito a una pestilenza che colpì la zona.

Come arrivare

In aereo: scalo aereo più vicino, in attesa dell´ampliamento dell´aereoporto di Pontecagnano, è lo scalo di Napoli - Capodichino.
In treno: linea Napoli - Salerno - Reggio di Calabria che serve tutta la zona costiera del parco.La stazione di Sapri è quella più vicina, sulla linea Battipaglia - Reggio Calabria.

In auto: se deve andare sul l´autostrada E45 - A3 Salerno - Reggio Calabria, ed uscire a Buonabitacolo, quindi prendere la S.S. 517 e immettersi al bivio per Caselle in Pittari.

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