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Castelnuovo di Conza

Comune montano in provincia di Salerno con circa 966 abitanti. Sorge nell'alta valle del Sele, delimitata dal Massiccio del Cervialto ad est, dalla Sella di Conza a nord e dal passo di Contursi a sud, sul versante destro della valle del Temele. Il comune è ai confini con la Basilicata. E' medaglia d'oro al merito civile.

Storia

Il territorio di Castelnuovo di Conza era già abitato tra il V e il III secolo a.C., come dimostrano i ritrovamenti archeologici di alcuni siti sannitici sottoposti a saggi di scavo da parte del Prof. Werner Johannowshi della Soprintendenza di Salerno e non ancora portati completamente alla luce. In contrada Cupone sono stati ritrovati manufatti litici senza contesto, assegnabili ad un periodo che va, grosso modo, dal Paleolitico superiore al Neolitico fino all’Età del bronzo. Per la sua posizione il territorio di Castelnuovo di Conza ha rappresentato fin da tempi antichi un importante nodo viario, affermazione attestata dai tratturi che fungevano da vie di comunicazione con le regioni dell’Italia Centrale e Meridionale; come confermato da molti studiosi, importante era il ruolo della Sella di Conza come passaggio di comunicazione tra il versante tirrenico dell’alta valle del Sele e con quello adriatico della valle dell’Ofanto. Passò sotto il dominio di Don Francesco Gesualdo, che poi vendette a Fabio Bavosa della Terra di Pescopagano, suo vassallo. La presenza di un comodo castello posto in luogo ameno per uso del Barone di detta terra è una probabile ricostruzione di una precedente struttura longobarda posta a guardia della valle e del confine con i territori bizantini. In data 17 agosto 1254, Innocenzo III affidava in possesso di Filippo di Acerno, il Castello di Castelnuovo, che era stato restaurato nel 1230-1231 insieme ad altri nella zona, per volere di Federico II di Svevia. Altre notizie ci sono riportate dall’Acocella, che parla di un "terremoto del 14 gennaio 1466, che colpì Buccino, Pescopagano, Conza ed altre terre" e, data la sua posizione, sicuramente Castelnuovo di Conza. Nella Cronista Conzana si parla ancora della sua "forte torre". Castelnuovo sorgeva una chiesa madre di S. Maria della Petrara che si affiancava nelle funzioni parrocchiali alla chiesa di San Nicola incastellata nell’antico borgo, presumibilmente intorno al X secolo. Il nome di S. Maria della Petrara trae origine dalla località Petrara, estremità dell’antico borgo arroccato su un promontorio caratterizzato da caverne e grotte. Si narra che ad un Castelnovese apparve in questo luogo la Madonna, chiedendogli un pezzo di pane negatole da un abitante del limitrofo borgo di San Menna, da qui distante un paio di chilometri. Il buon uomo si recò nella sua abitazione e preso dall'impastapane un pezzo di pasta lievitata lo offrì alla Madonna. Come le chiese paleocristiane sorsero sulle rovine di templi pagani, così sulle antiche laure basiliane era infatti consuetudine edificare edicole e chiese campestri. Intorno alla chiesa di S. Maria della Petrara si andarono addensando abitazioni come già era avvenuto nei pressi del monastero benedettino di S. Menna dopo l’ XI secolo. Un’altra tradizione tramandataci e tuttora viva nella memoria collettiva, ritiene, attribuendo ad un episodio di storia recente ciò che s’era verificato in tempi remoti, e cioè che Castelnuovo di Conza fosse sorto per l’abbandono di un antico insediamento posto nel Bosco più a valle a causa di una eccessiva presenza dei serpenti. In verità nella seconda metà del XV secolo gli abitanti di Torricella, una terra sita nel Bosco, si trasferirono in borghi vicini. Una parte di questi si insediò a Castelnuovo di Conza, che forse per l’incremento demografico e per mancanza di spazio, o per il cessato pericolo di aggressioni così frequenti dei secoli precedenti, edificò fuori della porta di “chiecole” dove già doveva esistere una realtà urbana consolidata intorno alla chiesa della Petrara. Oggi Castelnuovo di Conza presenta un'urbanistica molto variegata. Il centro storico, in posizione arroccata, è stato riedificato quasi nella sua interezza, ripristinando molti degli antichi vicoli digradanti in cui si snodava la vita di un tempo. I quartieri ricostruiti dopo il sisma del 1980 presentano un tessuto edilizio formato da abitazioni disposte in serie parallele, allineato secondo la direzione di penetrazione all'interno. A nord - est sopravvive un caratteristico quartiere di edifici prefabbricati in legno, impiantati per offrire accoglienza provvisoria agli sfollati, in attesa che il processo di ricostruzione giungesse a termine, ma mai più dismessi.

Da vedere

Chiesa Parrocchiale - di antica fondazione e ricca di opere d’arte.

Reperti archeologici, rinvenuti nel centro abitato e nelle campagne limitrofe, che sono la viva testimonianza della storicità del luogo.

Come arrivare

In auto: è necessario percorrere l'A3 Salerno - Reggio Calabria, uscire allo svincolo di Contursi ed immettersi sulla SS 91.

In aereo: l'aeroprto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie