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Cava de' Tirreni

Cava de` Tirreni conta 52.616 abitanti, in provincia di Salerno, e ha una superficie di 36,3 chilometri quadrati per una densità abitativa di 1.449,48 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 180 metri sopra il livello del mare. Clima è tipicamente mediterraneo, caratterizzato da inverni miti ed estati con piogge scarse.

Economia

Cittadina dedita principalmente al commercio, molti i negozi sotto i porticati del Centro Storico; nelle frazioni coltivazioni di frutta e tabacco e nella zona industriale si lavorano prodotti alimentari, meccanici.

Storia

Nome di Cava è molto discusso. Secondo altri il nome Cava significa "grotta" e deriva dalla presenza di alcune grotte, la cui piu' famosa è quella "Arsicia", dove fu fondata l'Abbazia Benedettina della Santissima Trinità. Altra ipotesi è la derivazione da Caba, riferita alla via Caba che, buia e densa di vegetazione, collegava Salerno a Napoli già nel Medioevo e percorreva tutta la vallata. Questa viene chiamata, nei tempi d'oggi, anche la piccola svizzera. Legioni romane provenienti dall'insediamento di Nuceria Alphaterna attraversavano spesso la valle di "Marcina" per raggiungere il Sud dello stivale. Talune famiglie patrizie romane, tra le quali quella del console Metello, soggiornavano nella valle di Cava. A dimostrazione di ciò sono alcuni reperti archeologici ritrovati nelle località di Pregiato, S. Lucia e S. Cesareo. I resti di un imponente acquedotto, tra i più notevoli dell'Italia Meridionale, databile ad epoca imperiale, si levano a valle della sorgente Frestola, ai piedi dell'Abbazia della SS. Trinità, con triplice ordine di arcate. Al periodo imperiale successero tempi di invasioni barbariche e di miseria; tuttavia, una continuità insediativa sul territorio è testimoniata dall'esistenza, nel Casale di Vetranto, di una lapide funeraria risalente al VI secolo e dedicata all'abate Pascasio. La lastra tombale indica la data della morte dell'eremita, che dedicò la sua vita alla preghiera e alla carità, assistendo malati e pellegrini. In quei momenti di violenza e in condizioni di vita difficili esercitarono la loro attività vari centri monsatici, anche basiliani, ovvero di rito greco, diffuso nella zona. Agli inizi dell'XI secolo alle falde del Monte Finestra si riunì un primo nucleo di monaci, attirati in quel luogo dalla fama di santità di un nobile longobardo, Alferio Pappacarbone, che vi si era ritirato per vivere in contemplazione e in preghiera. Lungo il percorso, il pontefice, nell'attuale località della Pietrasanta, scese da cavallo e, togliendosi i calzari, invitò quanti lo seguivano a fare altrettanto, affermando che la terra sulla quale stavano camminando era sacra. Il prestigio dei santi uomini alla guida dell'Abbazia, oltre alla necessità di trovare protezione, fece sì che intorno ad essa si raccogliesse la popolazione. Gli abitanti di Cava, saputa la notizia e capeggiati dai Regi Capitanei: Giosuè e Marino Longo, Giovannello Grimaldi, Matteo Stendardo e Bernardo Quaranta si armarono in fretta e furia alla meglio, con forconi, altri oggetti di fortuna e armi vere e proprie, e giunti in prossimità del luogo dell'imboscata attaccarono gli Angioini, che sorpresi dall'accaduto e non potendo determinare l'entità dell'attacco furono costretti ad arretrare concedendo a re Ferdinando D'Aragona la possibilità di aprirsi una via di fuga verso Napoli. Riconoscente per il coraggio dimostrato ed il servizio reso, il re inviò al sindaco Onofrio Scannapieco una pergamena bianca, su cui la città avrebbe potuto indicare ogni sorta di richiesta. Nel corso dell'Ottocento la floridezza della città fu colpita da una profonda crisi, in quanto la produzione tessile, che fino ad allora era stata uno dei cardini dell'economia cavese, fu messa in ginocchio dall'introduzione delle "macchine" nelle fabbriche impiantate a Salerno.

Da vedere

Monte Castello - il castello medievale, sede di un'antica fortezza ed indiscusso protagonista di una delle più celebrate feste cittadine, domina la vallata di Cava de' Tirreni.

Parco Naturale Diecimare - in gestione ai comuni di Cava de' Tirreni, Baronissi, Mercato San Severino ed al WWF, si estende per 444 ettari, includendo i rilievi di Monte Caruso, di Forcella della Cava, parzialmente di Poggio e Monte Cuculo e il Montagnone. Geologicamente il Parco può essere diviso in due aree: Monte Caruso e Forcella della Cava.

Centro storico di Cava - il borgo originario, nucleo della città di Cava, caratterizzato dai portici che ancora oggi si snodano lungo tutto il corso, accompagnando lo shopping cittadino e la vita notturna.

Itinerari d'ambiente - comode strade collegano Cava de' Tirreni ai villaggi ed ai casali della Valle Metelliana offrendo in tal modo occasione per escursioni naturalistiche. Tonificanti passeggiate a piedi vengono organizzate nel corso dell'anno.

Villa Comunale - la villa adiacente al municipio è un polmone nel cuore della città, luogo di ritrovo e svago per cittadini e turisti.

Borgo Scacciaventi - le superbe facciate delle residenze storiche quattrocentesche e settecentesche, sulle quali è possibile leggere inconfondibili tratti di barocco e architetture durazzesche e tardocatalane, conferiscono al Borgo Scacciaventi quella nobiltà ed importanza politica, storica, culturale ed economica che la città ebbe dal 1400 in avanti.

Badia della Santissima Trinità - essa è il simbolo stesso di Cava, il suo maggior monumento e gloria. Sorge alle pendici del Monte Finestra, sotto l'immensa cava arsicia, e fu fondata nel 1011 da S. Alferio Pappacarbone, che ne fu anche primo abate. L'attuale facciata risale alla seconda metà del '700. La Cupola, il Coro e la Traversa furono affrescati nell'800 da Vincenzo Morani. Di notevole interesse: l'Ambone con mosaico del XII secolo; i due bassorilievi rinascimentali raffiguranti S. Matteo e S. Felicita.

Palazzo di Città di Cava de' Tirreni - il progetto del teatro di Cava fu elaborato dall'architetto Lorenzo Gelanzé poco dopo l'abbattimento del precedente teatro, avvenuto nell'aprile 1860. A causa di stime sbagliate sul costo dell'opera, il costruttore dell'epoca, il Sig. Andrea Maddaloni di Napoli, bloccò i lavori e, nonostante dal lato giuridico i cavesi avevano ragione, motivi umani e morali militavano a favore dell'appaltatore, che sarebbe dovuta costare l'opera. Fu così che la Corte d'Appello di Napoli, al contrario del Tribunale di Salerno, diede ragione al costruttore e, solo dopo anni di immobilità, il 26 ottobre 1875, l'architetto Fausto Niccolini presentò un nuovo progetto con un preventivo di Lire 52.956 ed i lavori furono ultimati il 2 ottobre 1878.

Duomo di Cava de' Tirreni - nel 1517 iniziò la costruzione del Duomo, che fu aperto nel 1571. Gravemente danneggiato dal sisma del 1980, è stato riconsegnato alla cittadinanza negli ultimi anni.

Castrum S. Adjutoris - Castello di S. Adiutore - l'importanza strategica della collina su cui sorge il castello, posta a cavallo delle due strade che conducevano a Salerno, non sfuggì ai Principi Longobardi, i quali, perciò, vi edificarono una fortezza, che dovette essere un bell'esemplare di architettura militare nella quale i discendenti di Alboino si distinsero. Per renderla più efficiente, la fecero caposaldo di una serie di torri, terrapieni e mura che, attraversando la Serra, Borrello e Campitello, si attestava ad Arco, per dove passava la "via Maggiore". Questo schieramento difensivo fu prima denominato "Castrum Salerno", poi "Castrum Sancti Adiutoris", dal Santo che aveva dato il nome alla plaga circostante. Ma fin dal 1500 prevalse il termine generico di "Castello". L'aggirarsi della flotta turca per il Tirreno mise in stato di emergenza il Viceré di Napoli, il quale fu notificato ai paesi costieri, e a "La Cava", con i consueti richiami alla fedeltà e allo spirito guerriero dei Cavesi. "Che lo Sindaco facza conzare le porte del Castello e del Corpo di Cava, del che se ne da piso al Corpo de la Cava Messere Antonio Longo et al Castello Messer Antonio De Falco". Incerta è la data di nascita del Castello, ma essa fu anteriore al Mille, essendo menzionato nei noti diplomi di donazioni alla Badia del 1035 e del 1058. Quale importanza acquistasse il caposaldo con le sue propaggini lo prova il fatto che il diploma di Gisulfo, col quale tutto il territorio della valle metelliana veniva concesso in feudo al Monastero della SS. 

Santa Maria del Quadruviale - chiamata così perché situata nei pressi di un quadrivio. La cinquecentesca facciata e il campanile a sei ordini con il cupolino ricoperto di maiolica, arricchito di elementi scultorei, rappresentano un valido esempio di quell'architettura rinascimentale, opera dei noti mastri muratori de "La Cava". Edificata intorno al 1383, prese la forma attuale alla fine del '500. Attiguo è l'oratorio dell'omonima congregazione con stalli lignei e soffitto finemente dipinto. Nei locali sottostanti vi era anche un ospizio per i pellegrini, poiché nei pressi passava l'importante Via Maggiore. Ancora oggi possiamo ripercorrere tratti di quell'antica strada, se vogliamo raggiungere da qui Salerno valicando i monti.

San Pietro: la chiesa - dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo, detta comunemente di San Pietro a Siepi, risale all'XI secolo ed è tra le più importanti e meglio conservate. All'interno si ammira un soffitto a cassettoni, risalente al XVIII secolo, e, nella cappella a destra dell'altare maggiore. Nelle cappelle laterali si notano alcune sculture e vari stemmi gentilizi; nella sacrestia si conservano bassorilievi in marmo di pregevole fattura, opera, nel XVI secolo, dello scultore cavese Ambrogio della Monica; nelle stanze attigue un museo contiene opere di grande pregio.

Chiesa e Convento di S. Francesco e S. Antonio: fondati nel 1544 conserva 22 manoscritti, 15.000 volumi ed opuscoli 106 periodici. La chiesa, un tempo dedicata a Santa Maria di Gesù e oggi a San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova, ha subito più volte danni, causati da vari eventi bellici e naturali. Il terremoto del 1980 l'ha quasi rasa al suolo: si sono salvati la facciata assieme al bel campanile del 1571, forse di Pignoloso Cafaro, che sfiora i 36 metri di altezza. Il transetto è ricco di decorazioni: vi sono i resti di affreschi di Francesco Autoriello del 1862; un altare marmoreo del XVIII secolo; varie opere scultoree di ottima fattura; un coro ligneo del 1534 opera di Giovan Marino Vitale; un potente organo del 1960 da poco riattivato. Nella zona ancora semidistrutta si conserva il monumento funebre del 1668 del generale Pietro Carola; sulla facciata principale, invece, si possono ammirare ancora il portale e i battenti lignei del 1528, realizzati da Giovan Marino Vitale e Marcantonio Ferrari.

Come arrivare

In auto: l'autostrada A3 Napoli - Salerno.

In treno: stazione di Cava de' Tirreni si trova sulla linea Napoli - Salerno, più precisamente sulla diramazione che da Nocera Inferiore porta al capoluogo provinciale.

Tipologie