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Laviano

Conta 1.591 abitanti in provincia di Salerno, ha una superficie di 56,6 chilometri quadrati per una densità abitativa di 28,11 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 475 metri sopra il livello del mare. Il territorio del paese per le sue caratteristiche faunistiche, vegetazionali e naturalistico - ambientali rientra in parte sia nel Sito di interesse comunitario del Massiccio del Monte Eremita sia nella Riserva naturale dei Monti Eremita - Marzano della Regione Campania.

Storia

Laviano ha origini molto antiche: nella "Storia del regno delle due Sicilie"  N. Corcia fa risalire i suoi inizi ai Sabini e lo definisce l'ultimo villaggio degli Ursentini tanto che lo stesso nome "Lavianum" sarebbe un termine sabino e vorrebbe significare feudo rustico della "gens Lavia". Inoltre alcuni ritrovamenti archeologici nell'alta valle del Sele testimoniano la presenza di popolazioni sannitiche già dal V sec. a. C. Sotto i Normanni è stata creata, invece, la contea di Laviano e ne è stato Conte anche Guglielmo che ha preso il cognome "de Laviano" e poi "Laviano". Tale contea ha avuto una certa importanza dato che dalla medesima dipendevano a livello militare ed amministrativo vari paesi circostanti. A Guglielmo è successo Oddone poi sconfitto dal Duca di Brienne mandato dal Papa Innocenzo III. Al periodo normanno risalgono le origini sia della Chiesa Madre dell'Assunta, che del Castello. Nei secoli successivi i territori di Laviano furono possedimento di diversi signori secondo le dinastie e dominazioni che si sono succedute. Ricordiamo in particolare che sotto i Normanni fu creata la Contea di Laviano, mentre in epoca longobarda il luogo apparteneva a Conza. Ne fu conte Guglielmo, che prese il cognome "Laviano"; si suppone che fu proprio quest'ultimo il fondatore del castello Svevo - Normanno i cui ruderi ne testimoniano il periodo di costruzione, che va dalla fine del X alla metà del secolo XI.

Da vedere

l Castello medievale - aveva  subito nel corso dei secoli ampliamenti e ristrutturazioni, aveva conservato sino al 1980 prevalentemente l'aspetto difensivo, un impianto planimetrico irregolare con torri cilindriche angolari  anche su base a scarpata romboidale, corpi di fabbrica a due ed a tre livelli ai quali si accedeva dalla corte interna trapezoidale, copertura a falde con manto esterno in coppi, vani principalmente con solai piani in travi lignee, ma anche ambienti voltati  ed un loggiato con volta a crociera nella parte sud-ovest che prospetta sul vallone con una apertura arcata. Facilmente i vani finestra del piano rialzato erano, così come riscontrabile ancora in due aperture prospicienti la corte interna, contorniati da cornici e soglie in pietra. Il livello inferiore era adibito presumibilmente a cantine, depositi e forse celle, quello rialzato rispetto alla corte interna era destinato anche alla residenza, mentre l'ultimo, munito di feritoie, era utilizzato, presumibilmente, per scopi difensivi ed armerie. Sottostante al cortile si trova un'ampia cisterna voltata e munita di grata. Probabilmente la disposizione planimetrica irregolare del complesso fortificato è stata determinata dalla configurazione morfologica del terreno. La costruzione, ovviamente, è in muratura di pietrame locale che nelle parti a vista si presenta per lo più regolare nei ricorsi orizzontali senza stilatura di giunti e che è impreziosita dagli elementi sempre lapidei sia decorativi, sia di pezzatura maggiore compatta e lineare nei cantonali e nelle parti di delimitazione. Il fenomeno dell'incastellamento medievale che ha interessato tutte le regioni del mediterraneo, anche nelle zone non costiere, e ha rappresentato un fenomeno epocale che ha portato ai paesi interni ed arroccati anche un miglioramento delle condizioni di vita. In tale periodo la valle del Sele è diventata una sorta di micro regione con

Chiesa S.Maria della Libera - è costituita da una navata unica, un ambiente molto grande che doveva servire all'esercizio della liturgia e del culto, un secondo ambiente, alle spalle dell'altare, funzionava probabilmente da sacrestia. L'altare, che si trova in fondo alla navata, è fatto di marmi policromi lavorato d'intarsio di una fattura molto fine e nel lato principale porta in basso un'iscrizione "Marcus Maiocca sumptib suis F.F.A.D. 1738". Nel complesso l'altare è in buone condizioni eccetto che per la parte basamentale la quale, attaccata dall'umidità, presenta un tipico sfaldamento della pietra. La composizione dell'affresco è divisa in tre parti: la scena centrale, quella con la Madonna ed il bambino che era incorniciata da un baldacchino rosso dietro il quale dalla parte destra si intravede un braccio che porta nella mano una pantera, le due laterali con S. Antonio e S. Francesco su un fondo azzurro dai toni luminosi. Il complesso architettonico interno denuncia una serie di manomissioni soprattutto del XIX secolo: infatti negli anni '60, ad esempio, è stata effettuata nella chiesa una serie di opere tra le quali un solaio piano di sottotetto in putrelle ed il ringrosso interno delle murature portanti con uno strato di mattoni successivamente intonacati che avevano coperto, tra l'altro, anche l'affresco. E' probabile, pertanto, che spicconando questo strato di mattoni si possano trovare altre testimonianze originali. Gli interventi recenti hanno causato non solo la trasformazione della composizione dell'immagine della chiesa, ma hanno alterato anche il comportamento statico del complesso. Facciata principale conserva un disegno molto semplice. A riguardo del portale si evidenzia la forma semplice ed essenziale con stipiti composti da blocchi di pietra sovrapposti ed un architrave con cornice. Allo stesso si accede con due gradini sempre in pietra i quali ai lati hanno due sedute con parte superiore lapidea.

Come arrivare

In auto: dalla A3 Salerno - Reggio di Calabria uscita Contursi Terme. Proseguire per 11 Km sulla superstrada "Fondo Valle" in direzione Lioni fino a raggiungere l'uscita per Laviano.

In treno: la stazione  piu' vicina e' quella di Contursi Terme(SA) sulla linea Salerno - Battipaglia - Potenza.

Tipologie