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Lentiscosa

Lentiscosa e' una frazione del comune di Camerota, della regione Campania, provincia di Salerno. E situata tra mare e montagna, si caratterizza per il borgo antico e le vaste campagne agricole coltivate maggiormente ad olivi, da cui ogni anno si produce un discreto olio extra - vergine.

Storia

Ritrovata nella sua veste di borgo antico, Lentiscosa ha rivelato le tracce di un Medioevo interessante sotto il profilo della fede e dell'arte. Non è una forzatura parlare di fede qui, perchè è chiarissimo a tutti che i nostri paesi sono nati attorno a un nucleo sacro primitivo che ha funzionato da muscolo cardiaco per tutto il loro percorso lungo i secoli. Lentiscosa non presenta  segni di archeologia, per cui la sua vita parte, senza dubbio, dall'Alto Medioevo basiliano, motore dell'evangelizzazione e della civiltà della nostra terra. Il centro antico del paese si allarga attorno ad un autentico gioiello dell'architettura basiliana: la cappella di S. Maria dei Martiri. L'interno, certamente posteriore all'impianto murario, è completamente affrescato secondo l'iconografia tipica della teologia cristiana d'Oriente: il Cristo Pantocratico, la Santissima Trinità, gli Evangelisti, i Padri della Chiesa, la Madre del Signore, regina dei martiri, motivo molto ricorrente nell'affresco e il ciclo di alcuni martiri. I dipinti, di rara eleganza espressiva, apparirebbero come opera medioevale, ma di fatto sono di chiara fattura rinascimentale e testimoniano una grande vivacità religiosa del popolo  lentiscosano sin dai secoli XIII e XIV. La prima fabbrica dell'edificio risale alla fine del  e i secoli immediatamente successivi ci hanno regalato opere notevoli: la Pala dell'altare maggiore con predella; la tela della Madonna del Rosario; la statua lignea dell'Immacolata. L'attuale impianto architettonico della Chiesa, sovrastato da una grande cupola maiolicata, ha ingabbiato e ampliato la prima fabbrica e risale al primo decennio del . Il è il vero polmone della storia e della fede lentiscosana. Avanzando nel tempo e anche fisicamente nello spazio, Lentiscosa conquista con un segno di pietà un altro colle , splendido balcone sul mare, collocandovi la cappella di S. Rosalia. Da lì, tempio di feste e di grandi preghiere, prende vita la devozione per la giovane nobile Palermitana, che dalla Sicilia approda a Lentiscosa per non lasciarla mai più. Circa quattro secoli non sono bastati a saziare questo popolo dell'affetto verso S. Rosalia. Il nome del paese è tratto dall'arbusto del lentisco che vi alligna spontaneamente su tutto il territorio sia a monte che a mare. Fu scelto, come avvenne per altri centri del Basso Cilento, dai monaci seguaci della regola di S. Basilio, perciò  detti basiliani, che, a partire dal VII secolo d. C. iniziarono a "colonizzare" le colline antistanti le coste della Magna Grecia e in modo massiccio dopo la guerra  iconoclasta dell'impero d'Oriente. Il territorio, a dire il vero, era già abitato molte migliaia di anni fa: bisogna risalire fino al Paleolitico Inferiore. Nella zona di Cala Bianca esisteva una capanna preistorica, ciò è confermato da studiosi di fama, grazie ai reperti trovati in "situ" così come sono stati rinvenuti altri reperti a Porto Infreschi e, nel 1968, nella grotta delle Noglie, dove è stata scoperta una capanna del bronzo Appenninico.

Da vedere

S. Maria dei Martiri  - la prima notizia scritta è del 1636, ma questa data è di molto superiore alla realtà. Infatti la zona di Lentiscosa rientra nella fascia di "colonizzazione" religiosa dei monaci bizantini dopo la diaspora del 726 d.C., iniziata da Leone III Isaurico e Costantino Copronimo.  Il centro di irradiamento della cultura bizantina fu la valle del Lao e di là si partivano i monaci per giungere nelle nostre terre. Gli abitanti di Lentiscosa per lo più cadevano sotto la giurisdizione della badia di S Pietro di Licusati. Che i monaci greci si fossero fermati a lungo da noi è provato, oltre che dall'abbondante toponomastica, anche e soprattutto dalla chiesa di S. Maria.  Entrando dalla scala davanti all'ingresso - una volta doveva essere a forma rotonda con gradini a semicerchio che si ingrandivano man mano - si accede al tempietto che è diviso in due parti: la prima è disadorna con un'acquasantiera sulla destra - di epoca successiva - e due nicchie vuote ai due lati. Un grande arco, presumibilmente vecchia parete perimetrale poi trasformata, immette nella seconda parte della chiesetta e qui la sorpresa : alle pareti, sul fondo e sul soffitto a lamia bellissimi affreschi che lasciano meravigliati per colori e la perfezione. A destra abbiamo la Trinità, la Madonna protettrice delle anime, S. Basilio, segue la Presentazione al tempio e, al centro dietro l'altare, la Madonna col Bambino e una monaca da identificare. Sovrasta il Cristo benedicente. A sinistra dietro l'altare figure di martiri con iscrizione.  Esiste un'acquasantiera di pietra mimetizzata da una porticina di legno sul lato sinistro. Sul soffitto gli evangelisti e i dottori della Chiesa: S. Agostino, S. Gregorio, S. Marco, S. Giovanni, S. Ambrogio, S. Girolamo, S. Matteo e S. Luca.  La chiesetta di S. Maria dei Martiri, radice artistica e culturale del cristianesimo lentiscosano, ultimamente è stata interessata da un approfondito restauro, che ha rimosso dal ciclo di affreschi che decorano completamente l'interno della cappella un'ingombrante ridipittura che nascondeva la bellezza medievale delle figure.

Come arrivare

In auto: la strada nazionale S.S.562, la strada provinciale S.R 64.

Tipologie