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Mirandola

Mirandola è un comune di 23.571 abitanti in provincia di Modena, della regione Emilia Romagna e ha una superficie di 137,1 chilometri quadrati. E situata al centro di un vasto triangolo formato dai fiumi Po, Panaro e Secchia. Sorge a 18 metri sopra il livello del mare. Fa parte dei nove comuni dell' Unione Comuni Modenesi Area Nord. L'economia mirandolese è caratterizzata principalmente da due settori: il biomedicale e l'agricoltura.

Storia

Dopo gli insediamenti etruschi, celtici e romani, attestati dai dati archeologici, dalla toponomastica e dalle tracce superstiti della centuriazione, per parlare di un vero e proprio distretto pubblico autonomo a Mirandola bisogna attendere i secoli XI-XII, quando il territorio figura organizzato attorno alla Corte e alla Pieve di Quarantoli. Nel 1353 Paolo Pico ottiene dal vescovo di Reggio il feudo di San Martino Spino, mentre l'anno successivo Carlo IV di Boemia stacca il territorio dei Pico dalla soggezione a Reggio e lo dichiara immediatamente soggetto all'Impero. Nel 1386 si provvede a raccogliere le consuetudini e le leggi in un corpo unitario, dando così organicità alla vita istituzionale, sociale ed economica della zona. Nel corso del Quattrocento si assiste ad un forte sviluppo urbanistico e monumentale dell'antico borgo. A Mirandola e dintorni si diffonde il sistema della piantata, si assiste alla diffusione del contratto di soccida e si favorisce l'immigrazione di personale specializzato nell'allevamento, proveniente soprattutto dal bergamasco, al punto tale che da allora gli allevatori-casari verranno chiamati "bergamini". Accanto allo sviluppo economico, urbanistico e monumentale si registra anche l'ascesa politica della famiglia, tant'è che nel 1432 Giovanni Pico ottiene dall' Imperatore Sigismondo di Lussemburgo il titolo di Conte della Concordia. Fra la fine del Quattrocento e tutta la prima metà del Cinquecento, tra i rami della famiglia si ebbero contrasti e liti. Ciò portò ai due celebri assedi che Mirandola dovette subire, prima nell'inverno 1510 e 1511 da parte delle truppe di papa Giulio II e poi tra il luglio 1551 e il maggio 1552 ad opera delle truppe di Giulio III. Nel 1597, ritornata all'obbedienza imperiale, Mirandola riceve il titolo di città e i Pico sono nominati principi della Mirandola e Marchesi della Concordia. Nel 1617 Alessandro I riesce a ottenere il titolo di Duca, raggiungendo così il massimo livello nella gerarchia delle cariche giurisdizionali. Le continue operazioni belliche incisero comunque negativamente nella vita della Signoria, che conobbe traversie economiche, distruzioni, carestie e pesti: notissima quella del 1630 quando il territorio venne occupato dalle truppe imperiali guidate dal Collalto. Si arrivò così al 1708 quando il Duca Francesco Maria, accusato di tradimento per essere stato costretto a consegnare Mirandola ai francesi, si vide privato del Ducato che, in qualità di feudo imperiale, venne incamerato dall' Imperatore Carlo VI di Asburgo. Messo all'asta, il 15 luglio 1710, nonostante le suppliche dei Mirandolesi, venne ceduto al Duca di Modena Rinaldo d'Este per la somma di 175.000 doppie d'oro. Un ulteriore indebolimento si ebbe quando gli Estensi ottennero l'istituzione della diocesi di Carpi (1779), cui Mirandola venne aggregata nel 1821. Tutto ciò non fece che aumentare l'astio e l'avversione dei mirandolesi nei confronti del governo estense, cosicché dopo l' Età napoleonica e la Restaurazione, Mirandola figura fortemente impegnata nei moti del 1820-21, del 1831 e del 1848, partecipando attivamente alla realizzazione dello Stato unitario e alle imprese di Garibaldi. Nel 1860 viene eretta a Comune della provincia di Modena con sede di sottoprefettura, anche se all'antico territorio dei Pico venivano sottratti Concordia e San Possidonio, divenuti anch'essi Comuni autonomi. Nel 1877 usciva il primo numero de "L'Indicatore Mirandolese, periodico mensuale di storie patrie". In seguito alle disposizioni della legge Casati, dopo il 1860 Mirandola si dota di nuove scuole infantili, elementari, tecniche e ginnasiali. Nel 1892 veniva costituito il Consorzio di Burana. Nel 1900 sorgeva a Mirandola la prima Camera del Lavoro, simbolo dell'unità di tutti i lavoratori. Nel 1908 si ebbe l'inaugurazione del nuovo ospedale nella zona dove sorge tuttora. Nel 1927 si trasferiva a Mirandola da Concordia la carrozzeria Barbi, fondata nel 1905 a Fossa.

Da vedere

PALAZZO MUNICIPALE - e' una della più belle costruzioni del rinascimento emiliano. Fu edificato dal 1460 al 1468 da Galeotto I Pico e Giulia Boiardo, genitori di Giovanni Pico. La parte settentrionale, che guarda la piazza principale, era anticamente frontale alla porta della città. La facciata si presenta, come nella maggioranza degli antichi edifici mirandolesi, con mattoni a vista e fu restaurata nel 1868. Il palazzo venne ampiato nel 1784 sui disegni del generale Angelo Scarabelli - Pedocca. Del palazzo, notevole è il loggiato con colonne joniche in marmo rosato di Verona. All'interno la sala consiliare, detta Sala Granda, presenta un soffitto a cassettoni intarsiati.

DUOMO DI SANTA MARIA MAGGIORE - costruito dai fratelli Giovanni e Francesco Pico, Signori di Mirandola, tra il 1400 e il 1470, fu dal papa Paolo II eretto a chiesa collegiata. La facciata, di forme goticizzanti, è dovuta ad un rifacimento ottocentesco, mentre sono originali i fianchi e le absidi poligonali; il campanile è seicentesco. L'interno, diviso in tre navate da pilastri cilindrici e a fascio, è di aspetto gotico.

CHIESA DI SAN FRANCESCO - di proprietà comunale, è una delle più antiche chiese francescane di Italia, forse la terza dopo Assisi e Bologna, e sembra che originariamente fosse ad una sola navata subito dopo la canonizzazione del Santo. La prima notizia di essa risale al 1287. Fu riedificata intorno al 1400 da Costanza Pico, figlia di Tomasino, per adibirla a "pantheon" del casato. L'interno è a tre navate su archi ogivali. In fondo alla navata destra, nella cappella della Madonna di Reggio, già sepolcreto dei Pico, ricco altare seicentesco in marmi pregiati, opera di Francesco e Marco Marchesini.

CHIESA DEL GESÙ - cominciata dal duca Alessandro I Pico nel 1627, fu consacrata nel 1689, sotto Alessandro II, e fu affidata ai gesuiti. L'interno, ad aula unica, cruciforme in stile corinto, ha sette altari ed è ricco di stucchi e statue del XVII e XVIII secolo. Le statue in scagliola sono opera di Pompeo Solari. La chiesa è famosa per i magnifici e colossali altari barocchi di cipresso montano e per le splendide cornici intagliate, lavori eseguiti dal mirandolese Paolo Bonelli e da Felice Brancolini, Giovan Battista Salani, Giovanni Besutti.

ORATORIO DELLA BEATA VERGINE DELLA PORTA - cominciato nel 1602 da Federico II Pico, fu terminato nel 1604 da Alessandro I. La facciata fu ultimata nel 1868. Sorse in segno di ringraziamento per la cessata epidemia chiamata "la burraschetta". Alll'interno, ben conservati i paliotti di scagliola di scuola carpigiana del Massa e del Pozzuoli. Sull'altare maggiore, un affresco del XV secolo, opera di Francesco Pacchioni.La statua sul timpano esterno, Madonna col bambino, è del 1468.

Come arrivare

In auto: si può raggiungere percorrendo la statale n°12 Abetone - Brennero che collega Modena e Verona, oppure dalle autostrade A22 Modena - Brennero uscita Reggiolo Rolo; A13 Bologna - Padova, uscita Ferrara Nord; A1 uscita Modena Nord.

In treno: ferrovia Verona - Bologna. Presso la località Cividale si trova la stazione di Mirandola.

In aereo: Aeroporto di Bologna.

Tipologie