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Cuma

Il territorio è caratterizzato da una fascia costiera bassa e sabbiosa, in un tratto di raccordo alle pendici dei rilievi vulcanici. Si trova in Campania, provincia di Napoli, nell'area vulcanica dei Campi Flegrei. Area di versanti non molto ripidi e diversamente modellati dall'erosione delle acque piovane.

Storia

Il territorio dove sorse la colonia greca, fu abitato fin dall’età preistorica e protostorica. Non sono state finora rinvenute tracce paleolitiche o mesolitiche, mentre nella chora cumana sono documentati il neolitico a Monte di Procida, la civiltà del Gaudo nella piana di Licola, tutto l’arco cronologico dell’età del Bronzo sul Monte Gauro e Montagna Spaccata, e tombe dell’età del Ferro nella necropoli cumana. Il periodo immediatamente anteriore alla deduzione della colonia euboica di Cuma, è situato nell’età del ferro e caratterizzato da Tombe a fossa e Preellenico I e Preellenico II. La fondazione di Cuma fu preceduta da quella di Ischia ad opera dei Greci dell’Eubea intorno al 770 a.C. Ischia fu un notevole centro artigianale e commerciale, una testa di ponte verso l’Etruria ed il Lazio ed inoltre era ricchissima di giacimenti di argilla per la fabbricazione dei vasi. Infatti, che essi abbiano con ogni mezzo tentato di difendere la loro terra dagli Etruschi di Capua, dagli Aurunci, dalle popolazioni interne della Campania, lo prova la fondazione di Neapolis da parte dei loro cittadini mentre nel 530 a. C., c’era stato il gradito accoglimento di un gruppo di profughi di Samo che, nel territorio cumano, fondarono l’esigua polis di Dicearchia. La riscossa dei popoli confinanti, però non si lascio attendere a lungo; questi sotto la guida degli Etruschi di Capua che vedevano ostacolato da Cuma il loro piano di espansione territoriale e commerciale, si unirono in una lega. Lo scontro, però, che si svolse in un luogo accidentato ed impervio, si risolse favorevolmente per i Cumani, grazie all’abilità strategica del tiranno Aristodemo detto Màlaco. Tuttavia il suo ruolo si avviava al tramonto : posta com’era su una collina in zona di difficili comunicazioni, circondata dall’impenetrabile Silvia Gallinaria e da paludi, Cuma restò, nel grandissimo sviluppo economico della Campania, una città di secondo piano, mentre assumeva sempre maggiore importanza Puteoli che, per oltre tre secoli, sarà il più importante porto commerciale di Roma. Durante le guerre civili, Cuma fu una delle più valide piazzeforti che Ottaviano oppose a Sesto Pompeo ma, dopo la vittoria di Ottaviano, essa diventò posto di riposo e di quiete, un rifugio dalla vita tempestosa ed agitata di Puteoli, città tanto tranquilla che Giovenale, nella III satira, non può fare a meno di invidiare un suo amico che può godere il silenzio e la pace di Cuma, mentre egli non può mai dormire a Roma, per il fragore della turbolenta metropoli. Durante la guerra tra Goti e Bizantini, Cuma fu a lungo teatro delle alterne vicende della lotta, ma, caduta sotto il potere dei Bizantini, fu nel 558 d.C. fortificata dal prefetto della flotta Flavio Nonio Erasto, finché non cadde sotto la dominazione longobarda e governata dai duchi di Napoli. Le scorrerie dei Saraceni dettero il colpo di grazia a Cuma ; insediati sull’acropoli dove potevano trovare un rifugio sicuro nelle gallerie del monte, i pirati seminarono a lungo il terrore nel golfo di Napoli, finché i napoletani, nel 1207, al comando di Goffredo di Montefuscolo, non decisero di porre fine alle razzie e alle incursioni, stanando i Saraceni nei loro rifugi e liberando il golfo da quella piaga. In parecchie tombe di questo cimitero sono stati rinvenuti oggetti che attestano che , prima della fondazione della colonia greca, ci furono dei rapporti con l’Oriente e la Grecia infatti in queste tombe furono trovati oggetti come grani di collana in pasta di vetro, scarabei, la parte superiore di una statuetta egiziana di maiolica verde, ed infine tre skyphoi à chevrons. Il territorio di Cuma si estende anche nella zona pianeggiante ai piedi della scoscesa rupe, ma sull’acropoli si trovano oggi le più antiche testimonianze della città greca, spesso occultate dalle numerose trasformazioni ; sono tuttavia evidenti le opere di fortificazione che i coloni greci costruirono intorno alla rupe per rinsaldarla e renderla inespugnabile. Uno dei più suggestivi monumenti dell’acropoli cumana, o, come dice 1 il Maiuri, uno dei più singolari ed evocatori che si abbiano non solo in Italia, ma in tutto il territorio della civiltà mediterranea, è certamente quello che fu portato alla luce nel 1932 e identificato con l’antro della Sibilla.

Da vedere

L'ANTRO DELLA SIBILLA - alta circa 5 metri e lunga oltre 130, la galleria evidenzia un'inconfondibile sezione dovuta a due distinte fasi di escavazione: la più antica, databile forse al IV sec. a.C., è documentata dal regolare taglio trapezoidale visibile nella parte superiore; ad epoca probabilmente augustea è invece riferibile il taglio rettangolare che abbassò il livello del piano di transito. Sul lato orientale, a metà percorso della galleria, vi è un altro braccio articolato in tre vani rettangolari disposti a croce ed utilizzati in epoca romana come cisterne. Tali cisterne e, in generale, l'intero antro, ospitarono successivamente diverse sepolture cristiane ad inumazione.

CRYPTA ROMANA - e'una galleria che congiungeva la città bassa con l'area portuale al di là dell'acropoli. Scavata nel masso tufaceo per circa 180 metri, attraversa da Est ad Ovest il rilievo occupato dalla cittadella e risale all'epoca augustea. Illuminata da una serie di pozzi aperti nella volta, la galleria presenta ad Est un imponente vestibolo rettangolare enfatizzato, sulla parete sinistra, da quattro nicchioni per statue. Il paramento murario in blocchetti di tufo si è conservato in questo ambiente per un'altezza di 14 metri.

TEMPIO DI APOLLO - sorge sulla terrazza inferiore dell'acropoli ed è scenograficamente rivolto ad Est, in direzione della città bassa. Innalzato su una terrazza ampliata artificialmente dai primi coloni greci, ingloba nel podio i resti degli edifici sacri di epoca greca e sannita e attualmente offre alla vista i ruderi pertinenti alla fase romana e paleocristiana. Il suo ingresso si apriva sul lato orientale ed era fiancheggiato da due pilastri laterizi. Molto scarsi sono i resti del colonnato ionico. La peristasi poggia su un pavimento in lastre di travertino e negli angoli presenta una soluzione decisamente inconsueta: le colonne sono trilobate, derivando infatti dalla fusione di tre fusti.

TEMPIO CON PORTICO - risale alla prima metà del I sec. d.C. e si trova sul lato meridionale del Foro. Edificato su un alto podio con gradinata sul prospetto, è ora scarsamente conservato in elevato.
E' racchiuso da un portico di metri 40x25 che ebbe 24 colonne e tre ingressi dai gradini in peperino affacciati sul lato Sud del Foro. Il tempio sorge sul lato di fondo del cortile cinto dal portico. Nel muro perimetrale di tale portico si aprono quattro nicchie destinate ad accogliere statue onorarie e qua e là si intravedono tracce di intonaco colorato.

TEMPIO DEI GIGANTI - il monumento si articolava in tre ambienti: al centro si trovava una vasta aula voltata con abside sul fondo e ai lati si collocavano due ambienti minori. Realizzato in opera mista e datato tra la fine del I sec. d.C. e gli inizi di quello seguente, l'edificio era probabilmente destinato ad accogliere i membri dell'amministrazione municipale e trae il suo nome attuale dal rinvenimento, avvenuto nei pressi, del colossale busto di Giove conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

ANFITEATRO FLAVIO - l'edificio, in tre ordini di arcate, era circondato da un portico ellittico che sorgeva su di una platea in travertino i cui pilastri in piperno furono sostituiti, con grandi colonne di laterisio, in eta' anonima. Dei tre ordini di gradinate della cavea ne restano due; la capienza era di circa 40.000 spettatori. L'arena, ellittica, che misura 75x42 m, e' aperta al centro da un corridoio. Due scale nei lati lunghi conducono agli imponenti sotterranei perfettamente conservati, tre profondi corridoi, quaranta celle al piano inferiore, altre quaranta, destinate alle belve, al piano superiore.

CASTELLO DI BAIA - la fortificazione fu eretta in un'area di rilevante importanza strategica dalla quale si dominava il vasto specchio di mare che si estende dal golfo di Pozzuoli all'acropoli di Cuma, con veduta di Capri, Procida ed Ischia. La natura del promontorio tufaceo a picco sul mare, la presenza di profondi valloni verso l'entroterra costituiti dai crateri detti Fondi di Baia, le opere di difesa - mura, fossati e ponti levatoi - rendevano il castello pressoché inespugnabile. Il complesso è stato fino al 1984 nel possesso della Regione Campania; poi, rientrato nelle disponibilità del demanio statale, fu consegnato alla Soprintendenza Archeologica di Napoli perché vi realizzasse il Museo Archeologico dei Campi Flegrei.

GROTTA DELLA SIBILLA - nel parco archeologico di Cuma, a Pozzuoli, in provincia di Napoli, un affascinante percorso che narra delle popolazioni preelleniche della nostra penisola. Tra le curiosità: l'antro della mitica sibilla cumana. L'antro di Cuma è stato uno dei santuari più frequentati del mondo antico. La sua struttura, di matrice greca, risale al IV secolo avanti Cristo ed è costituita da un'enorme galleria a sezione trapezoidale lunga 131 m, larga 2, 4 e alta 5, illuminata dalla luce filtrata attraverso altri sei cunicoli. La leggenda vuole che l'ultimo re etrusco, Tarquinio il Superfluo abbia utilizzato l'antro come cisterna. In seguito si narra che i primi cristiano la usassero come necropoli ma scoprendo che i cadaveri lì sepolti ritornavano in vita, abbandonarono in fretta e furia il luogo e non vi posero più piede.

Come arrivare

In auto: da Napoli imboccare Tangenziale di Napoli verso Pozzuoli. Uscita n. 13 Cuma; da Roma a Napoli - proseguire per Baia Domizia, Mondragone, Castel Volturno. Poi percorrere la strada a scorrimento veloce variante SS. n° 7 Quater che immette sulla Tangenziale di Napoli, oppure percorrere la via Domiziana SS. n° 7 Quater. Seguire indicazioni per Cuma.

In treno: Metropolitana direzione Pozzuoli. Stazione di Pozzuoli; raggiungere 50 mt. circa.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie