Calendasco è un comune in provincia di Piacenza, della regione Emilia Romagna con 2.395 abitanti. Il territorio comunale confina con quello di Piacenza. E situato a circa sette chilometri dalla città di Piacenza sulla riva destra del Po, il principale fiume d'Italia.
Sul territorio sono presenti alcuni resti archeologici di insediamenti abitativi e produttivi di epoca preistorica, mentre sono numerosi quelli di epoca romana. È ancora visibile un ampio tratto della centuriazione romana e parte dell'antica consolare. L'importanza di Calendasco durante l'alto medioevo è testimoniata dalle carte longobarde e da quelle imperiali successive qui vivevano ed operavano due scabini, ed il presbitero di questo borgo, come attesta una pergamena dell' 804 aveva terre e possedimenti anche a Campione presso Como, a testimonianza di come il luogo fosse strategicamente importante ed abitato quindi da nobili che ne sfruttavano le risorse. Nella seconda metà dell'Ottocento, nei pressi di Calendasco, in una cava di argilla presso una fornace, fu rinvenuto un ripostiglio con sette pugnali di selce dell'età del rame. Calendasco fa parte del percorso della Via Francigena, o Romea, in quanto l'Arcivescovo di Canterbury Sigerico attraversò qui il Po nell'anno 990 d.C., durante il suo viaggio a Roma per ricevere l'investitura dal Papa. Al porto di Calendasco le imbarcazioni dovevano pagare una gabella per l'attracco o per il solo transito in direzione di Venezia o Pavia. Importantissimo il fatto che Calendasco sia stato feudo del Vescovo Conte di Piacenza già dal 1000 e qui ritroviamo tra i maggiori monumenti del borgo un recetto, il castello, l'antica chiesa, il romitorio e un hospitale per pellegrini che fu anche dei ePenitenti francescani e luogo del primo ritiro di san Corrado alla sua conversione e nativo del borgo. Il feudo di Calendasco è dai primi anni mille dipendente dal Vescovo di Piacenza, che fa erigere un recetto, cioè un luogo di difesa dei contadini locali e centro di raccolta dei prodotti agricoli, un antico prototipo di consorzio. Come ampiamente documentato i documenti longobardi testimoniano dei presbiteri locali già dai secoli VII e VIII, in piena epoca della dominazione dei longobardi prima, e franca, in seguito. Un documento conservato in Archivio Parrocchiale in Calendasco del 1461 riporta ancora apertamente la dizione burgo, tanti altri si conservano negli Archivi. La carta datata 12 gennaio 1461 è stata scritta nella Curia Vescovile di Piacenza, ed interessava il "Dominus presbiter Gulielmus de Ferrariis rector ecclesiae sanctae Mariae de Calendascho Placentinae Diocesis" e vengono pure citati patrte in causa in questo atto notarile i feudatari del borgo "Nobilis Vir Bernabos de Confanoneriis filio Divi Lodovici et Nobil Donne Helena matris suae" e si legge che vengono fatte permute e fitti di terre casamentate et in parte canellate che sono poste in burgo dicti loci Calendaschi.
L'eremo-hospitale di san Corrado Confalonieri - gli studi riportano che i Terziari francescani avevano in Italia molti romitori come quello detto 'al gorgolare' di Calendasco, ove spinti dal desiderio di perfezione, sotto la guida di un superiore da loro stessi scelto, si dedicavano al servizio degli infermi poveri e pellegrini presso qualche pubblico ospedale od ospitio.
Castello di Calendasco - è una fortificazione situata nel paese di Calendasco in provincia di Piacenza. L'edificio, costruito interamente in mattoni, è ben conservato e sebbene bisogni di restauro, mostra tutta la sua imponenza di maniero difensivo. La facciata conserva ancora una parte del profondo fossato, essa comprende una torre cilindrica, un ingresso con ponte, un tempo levatoio, come testioniano gli incassi del rivellino; è ancora ben evidente anche la pusterla, la porta più piccola, ad accesso levatoio. Il castello con il recetto formava, assieme alla chiesa e all'hospitale dei pellegrini, il burgi Calendaschi.
L'abbazia benedettina di san Pietro a Cotrebbia - nei pressi di Calendasco, a Cotrebbia, si trovava nell’alto medioevo un’importante abbazia benedettina, dove si tennero importanti eventi storici. Il toponimo di Cotrebbia appare per la prima volta in un documento datato 3 giugno 865, con il quale l’Imperatore di Germania Ludovico II fa delle donazioni al monastero di san Sisto in Piacenza. L’abbazia di san Pietro compare nel testamento dell’ex imperatrice Angilberga dell’anno 877. Cotrebbia e la sua abbazia sono citate ancora nell’anno 889: Angilberga, per il tramite della figlia Ermengarda, supplica l’imperatore Arnolfo di riconfermarle la donazione di terre e beni immobili precedentemente ottenuti dal padre. Ludovico il Germanico. Nella zona si tenne la seconda celebre “Dieta di Roncaglia” del 1158, nella quale l’imperatore Barbarossa concesse le “Regalie” ai Comuni come affermano fior fiore di studi pubblicati.
In treno: Stazione FS di Piacenza. Calendasco e a 11 Km da Piacenza.
In aereo: Aeroporto di Parma Km 74.8.
In auto: Autostrada A21 Brescia - Piacenza o A1 Milano - Bologna.