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Castell'Arquato

Castell'Arquato è un comune in provincia di Piacenza, della regione Emilia Romagna con 4.566 abitanti. Strategicamente situato sulle prime alture della val d'Arda, il borgo medioevale è arroccato lungo la collina, e domina il passaggio.

Storia

Il primo documento dell’archivio storico della comunità arquatese è del 10 agosto 1220 e certifica che il vescovo Vicedomio cede al comune e agli homines di Castell’Arquato tutti i suoi beni nel borgo e nel territorio, dandoli in enfiteusi per 700 lire piacentine. La fase podestarile termina nel 1290 quando Alberto Scotti, sostenuto dal partito guelfo, dal ceto mercantile e dalle corporazioni degli artigiani, diventa signore di Piacenza. Anche Castell’Arquato diventa una signoria vera e propria. Alberto Scotti si lega alla famiglia Visconti ed estende il proprio dominio al territorio di Piacenza. A Castell’Arquato insedia il podestà Tedesio de’ Spectinis. L’alleanza coi Visconti finisce nel 1302, il figlio di Matteo Visconti, Galeazzo Visconti, sposa Beatrice d’Este e sposta il peso delle alleanze, dando il via ad un periodo di scontri che porteranno gli Scotti a Milano. Nel 1304 Alberto Scotti viene cacciato da Castell’Arquato dal comune di Piacenza, ma vi tornò tre anni dopo nel 1307. Dopo la discesa di Arrigo VII del 1310 Alberto Scotti governerà il borgo, a fasi alterne, fino al 1316 quando Galeazzo Visconti assediò Castell’Arquato che capitolò l’anno seguente. Galeazzo Visconti concede al borgo “grazie speciali”: facoltà di emanciparsi giuridicamente da Piacenza, privilegio di dotarsi di un autonomo corpus di norme legislative, sarà il fondamento degli statuti quattrocenteschi. Inizia il dominio visconteo che durerà fino al 1450. Nel 1324 Castell’Arquato viene ceduta al comune di Piacenza, soggetta anch’essa al dominio della Chiesa, che governa sul borgo per dodici anni. Piacenza torna ai Visconti nel 1336 con Azzone Visconti, che favorisce l’autonomia degli arquatesi da Piacenza, insediando un podestà di sua fiducia, Galvagno de’ Comini e facilitando la fortificazione di una zona così importante dal punto di vista strategico e militare. Nel 1403 Gian Galeazzo Visconti investe Borromeo de’ Borromei e la sua discendenza dei poteri feudali su Castell’Arquato, con annesse rendite fiscali. Minacciati dalla potente famiglia fiorenzuolana degli Arcelli, cedono i loro diritti agli arquatesi, che li rimettono a Filippo Maria Visconti, duca di Milano. Dal 1416 al 1470 il borgo si chiamerà Castel Visconti. Nel 1438 Filippo Maria Visconti offre il feudo al condottiero Niccolò Piccinino, sotto il suo governo vengono promulgati gli Statuti Comunali, gli Statuta et Decreta Terrae Castri Arquati. Da Niccolò il borgo passa ai figli Francesco e Jacopo. Il cupo periodo del dominio visconteo si chiude con la morte di Filippo Maria Visconti senza eredi. Su Milano si allunga la mano di suo genero Francesco I Sforza, che viene proclamato dopo il 1447 anche signore di Piacenza e del contado. Il Dominio delgi Sforza dura fino al 1707. Nel 1541 Papa Paolo III Farnese concede l’indipendenza al borgo, avendone già gettato le premesse nel 1538. Rende anche visita al Borgo nella primavera del 1543 in cui è acclamato dalla popolazione, riconoscente poiché l’indipendenza da Piacenza comportava anche alleggerimenti economici. Il governo della dinastia Sforza continua fino al 1707, quando il territorio arquatese entra a far parte del Ducato di Parma e Piacenza, è il momento dei Farnese e dei Borboni. Fino al 1860 il Ducato di Parma e Piacenza diventa parte dei domini di Maria Luisa d’Austria, a questa data risale l’entrata nello stato unitario dei Savoia.

Economia

Produzioni locali di grande pregio sono i vini e le uve prodotte dai vigneti delle colline circostanti. Il Monterosso Val d'Arda ed il Gutturnio costituiscono i vini più pregiati. La produzione di salumi vanta un'antica tradizione, sviluppata da una moderna industria che rifornisce il mercato di prodotti di alta qualità. L'artigianato d'arte comprende la lavorazione del ferro, delle ceramiche e del legno.

Da vedere

Torrione di Castell'Arquato - l'edificio presenta l'originale carattere delle costruzioni militari cinquecentesche; la pianta è di forma pressoché quadrata con quattro baluardi agli angoli, un salone centrale delimitato da robusti muri e comunicante con tre piccoli locali ottagonali posti nei baluardi e con una scala a chiocciola in latterizio posta nel rimanente baluardo. I piani sono quattro, l'ultimo dei quali è formato da una stanza ellittica contorniata dalla loggia.

Palazzo del Duca - tramite un ponticello all’altezza del primo piano. Risulta quantomeno singolare che un edificio così rilevante abbia scarse menzioni nei documenti ad esso contemporanei. Addirittura in una mappa del 1613 non c’è traccia della sua mole. All’interno di quattro dei cinque piani c’è un vasto locale centrale che immette in vani più ristretti all’interno dei baluardi. Tre hanno pianta ottagonale, quello occidentale che contiene una sinuosa e ripida scala elicoidale a chiocciola è a pianta centrale.

Palazzo del Duca di Castell'Arquato - fu costruito nel 1292 da Alberto Scoto; ne dà testimonianza un'iscrizione posta nella fontana del Montaguzzo, a livello delle fondamenta. Il palazzo denota rifacimenti di epoche posteriori, come le finestre, di impronta quattrocentesca, che si aprono nella facciata sud-est. Il vasto locale al pino terreno è stato recentemente "restaurato", alzando il piano del pavimento di circa 80 cm., ed adibito ad esposizione. Dal locale, prima delle recenti modifiche, partiva un cunicolo in direzione del vicino Torrione che doveva costituire una struttura di collegamento tra i due edifici.

Palazzo del Podestà - al 1292 risale l’erezione sul lato settentrionale della Piazza Monumentale del Palazzo del Podestà, che subì poi continue modifiche. A tre piani, tutto in cotto, architettato a vaste profondi archi acuti, sormontato da una corona di merli a coda di rondine, finestre a sesto acuto illeggiadrite da fini merlettature e fregi anch'essi in cotto, lo sovrasta una torre a pianta pentagonale le cui pareti settentrionali accolgono due grandi orologi.

Rocca - su fondazioni precedenti, era la sede della guarnigione militare ed è costituita da un impianto planimetrico quadrangolare con quattro torri quadrate poste ai vertici e circondata da un fossato solcato da due ingressi;accanto vi domina il mastio. Torri e cortine sono rigorosamente a filo,cioè prive di apparato a sporgere,non fù infatti adeguata a nuove tecniche di difesa.

Collegiata di Castell' Arquato - fu consacrata nel 1122 dopo essere stata ricostruita in soli cinque anni a seguito delle distruzioni del terremoto del 1117. La chiesa è orientata in maniera anomala essendo rivolta a Nord: questo orientamento anomalo è stato influenzato sicuramente dalla conformazione del borgo che doveva originariamente stringersi attorno all'abside essendo la piazza principale quella di fronte alla facciata. Anche il campanile è un'aggiunta trecentesca in sostituzione forse di un altro campanile che sorgeva dalla parte opposta.

Come arrivare

In auto: Provenendo dalla autostrada A1 da Milano: uscita Fiorenzuola, proseguire per Fiorenzuola d’Arda, svoltare lungo la strada Provinciale di Bardi direzione Castell’arquato per 9,1 km; da Bologna uscita Fiorenzuola, proseguire per Fiorenzuola d’Arda, svoltare lungo la strada Provinciale di Bardi direzione Castell’Arquato per 9,1 km; provenendo dalla autostrada A21; da Torino uscita Fiorenzuola, proseguire per Fiorenzuola d’Arda, svoltare lungo la strada Provinciale di Bardi direzione Castell’Arquato per 9,1 km.

In treno: si consiglia di arrivare alle stazioni di Fiorenzuola d'Arda o Piacenza.

Tipologie