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Corvaro

La frazione di Corvaro appartiene al comune di Borgorose, in provincia di Rieti, nella regione Lazio.

Storia

Secondo la terminologia più diffusa, il Medioevo inizia con il 476 d.C. , anno della caduta dell’impero romano; in genere tale periodo viene ripartito in tre fasi: la prima, dal V all’ VIII sec., caratterizzata dalle invasioni dei popoli germanici; la seconda, dal IX all’ XI sec., contrassegnata dalla nascita della società feudale; la terza, dall’XI al XIII sec., contraddistinta dalla nascita delle città. Nell’anno 568 i Longobardi invasero l’Italia, spingendosi nell’Umbria e fino al meridione, dove crearono, rispettivamente, il Ducato di Spoleto e quello di Benevento. Al primo, tra il 591 e il 603 fu annesso il Cicolano, sotto la denominazione di Castaldato della “ Massa Ciculana”. Sappiamo che il VI duca di Spoleto, Faroaldo II, dona queste terre al ricostruttore di Farfa, S. Tommaso di Morienna. Nel periodo Normanno il Cicolano fu diviso in un certo numero di feudi; lo stesso Ruggero fin dal 1148 fece compilare il registro dei baroni e dei relativi feudi dei paesi conquistati; in esso, però, non sono menzionati alcuni castelli che, comunque, nel 1183, esistevano, in quanto appartenevano al Contado di Albe dei Marsi, posseduto dallo stesso conte Ruggero: i castelli di Corvaro, Santa Anatolia, Poggiovalle, Torano e Spedino. Proprio sotto i Longobardi la Chiesa accrebbe la sua potenza nel Cicolano, e, come in tutti quei posti lontani dai centri diocesani, la diffusione del Cristianesimo fu affidata ai monaci; arrivano così, nel nostro territorio, i benedettini, i quali si diedero a fondare monasteri, abbazie e pievi. Il primo documento in cui viene citata tra le chiese della Diocesi di Rieti è una bolla di Papa Anastasio IV, del 21 gennaio del 1153, bolla diretta al vescovo Dodone di Rieti, nella quale il papa delineava i confini della diocesi. In essa sono menzionate anche la parrocchia di S. Stefano del Corvaro, di S. Lorenzo e S. Leopardo in Cartore, di S. Mauro presso Collemaggiore. In anno 1194, con l’avvento di Enrico VI di Svevia, il territorio passò agli Svevi. Nel 1234 Federico II divise il Regno di Napoli in giustizierati ed il territorio di Corvaro venne assegnato all’Abruzzo. Dopo la morte di Federico II, avvenuta nel 1250, suo successore fu il figlio Corrado IV; alla morte di quest’ultimo il regno non passò a suo figlio Corradino, ma al figlio naturale di Federico II, Manfredi. Nel 1273 il nostro territorio verrà a far parte dell’Abruzzo Ulteriore perché, sempre Carlo I d’Angiò, in tale anno divise l’Abruzzo in Ulteriore al di là del fiume Pescara e Citeriore al di qua di detto fiume. In un diploma del re, datato 5 ottobre 1273, sono ricordati i castelli e terre della zona: Spedino, Collefagato, Castellum Maynardi, Corbarum, Maleto e Latuscolo. In 1279 il castello di Corvaro è posseduto da Sibaldo di Aquilone, Poggiovalle da Stefano Colonna, Collefegato da Ugo di Stacca Castelmenardo e Maleto da Tommaso Ammone. Dal Castello di Collefegato sorsero gli attuali paesi di Borgorose, Villerose e lo stesso Collefegato. Nel 1338 il castello di Collefegato era di proprietà di un certo Fidanza, sembra figlio di Ugo di Stacca, che possedeva il castello già nel 1324, come è attestato nei registri del 1316. Ma, a seguito delle lotte fra i Camponeschi e i Pretatti, all’Aquila, Fidanza, sostenitore dei Camponeschi, per ordine del re Roberto, venne assediato nel suo castello da Buonaggiunta da Poppleto, signore di Corvaro, al quale si arrese. Buonaggiunta chiese la grazia per Fidanza, condannato a morte dal re, e riuscì a salvargli la vita; ma il castello di Collefegato passò ai da Poppleto.  Nel 1381, a seguito delle dispute fra i Camponeschi e i Pretatti, quest’ultimo nella persona di Francescantonio fu condannato al bando dalla città dell’Aquila e alla confisca dei beni; il Pretatti allora si rifugiò nel castello di Poggiovalle, tenuto da suo cugino Antonio; quindi, da qui più volte attuò scorrerie ai danni del contado aquilano, fino a danneggiare un feudo di Rinaldo Orsini. Prima del 1414, lo stesso re costituì il contado di Corvaro, che comprendeva i castelli di Corvaro, Collefegato, Poggiovalle, Castelmenardo, 2 parti del castello di Monte Odorisio, le ville di Castiglione e di Valle Maleto ed altri beni nel distretto dell’Aquila. Primo conte risulta essere Bonomo da Poppleto. A Bonomo successe il figlio Pietro, che ebbe due figli: Gionata e Paola. Morto Gionata senza prole gli succede Paola, col titolo di contessa di Corvaro e ne ebbe l’investitura dalla regina Giovanna II nel 1434. Poiché Paola aveva sposato il conte Francesco Mareri la regina lo nominò capitano delle terre appartenenti al contado di Corvaro, poiché riteneva inadatta a tale amministrazione una donna. Il conte Francesco Mareri morì nel 1510. Si sa che Filippo morì prima del padre e suo figlio Giovan Francesco ereditò la contea di Mareri; Giovanni ereditò la metà dei castelli di Collefegato e Poggiovalle; anche Giulio ereditò la metà dei castelli di Collefegato e Poggiovalle. Nel 1584 risulta che Giovan Antonio Mareri riceve da Carlo V l’investitura dei feudi nel Cicolano e della metà di Collefegato e Poggiovalle. In 1659 il re di Spagna separa Corvaro dalla contea di Albe e lo eleva a ducato: primo duca fu Lorenzo Onofrio, figlio di Marcantonio; suo successore fu suo figlio Filippo, che morì nel 1714. Il possesso del ducato e del titolo di Corvaro passò a Fabrizio e infine a Lorenzo, nel 1779. Ultimo duca fu Filippo, figlio di Lorenzo, il quale rimase privo di tutti i beni che possedeva nel regno di Napoli quando Giuseppe Bonaparte abolì i feudi, nel 1806.

Da vedere

S. Erasmo di Corvaro - è conservata per l'altezza di m. 1,50 con tre filali di blocchi in elevato (fig. 1); sugli angoli i blocchi sono parallelepipedi, disposti su assise orizzontali. Poco discosto, verso nord, una macchia nasconde i resti di un piccolo edificio da cui provengono numerosi ex voto fittili e metallici, monetazione greca e romano-campana della fine del IV secolo e del III secolo a.C. Nell'area in superficie, numerosi frammenti fittili di tegulae, ceramica acroma, ad impasto, a vernice nera e terra sigillata italica, documentano la frequentazione del luogo della fine del IV secolo a.C. fino alla prima età imperiale romana. Il santuario italico di S. Erasmo sarebbe quindi da collegare cronologicamente entro il III secolo a.C., anche per l'evidente connessione della stipe votiva.

Chiesa di S. Maria delle Grazie - attraversava il piano in direzione di S. Erasmo. Poi, dopo aver superato il Colle Breccioso, raggiungeva il piano di S. Anatolia dove, all'altezza della chiesa di S. Maria del Colle, entrava nell' ager albense e per i piani Palentini raggiungeva Alba Fucens.

La necropoli arcaica del piano del Cammarone di Corvaro - è situata su un ripiano ghiaioso, a quota 810, sulla destra del sentiero antico che dalla precedente località di S. Erasmo si dirige verso la chiesa della Madonna delle Grazie. Seicento metri prima di raggiungere la chiesa, si stacca un diverticolo che risale per la località «Pratali» e che forse anticamente permetteva di raggiungere l'area della necropoli che è detta Montariolo. La decorazione è realizzata a bulino, punzone e sbalzo con piccole bulle rilevate, greche, triangolini riempiti di punti, cerchietti concentrici, tratti ad incisione e zig - zag, linee concentriche realizzate a compasso; nel centro della parte rilevata una decorazione di una stella a cinque punte, realizzata con punti, delimitata da cinque medie bulle a sbalzo ed una serie di cinque gruppi di tre cerchietti concentrici a punzone. Ai margini sono presenti tre coppie di fori su un lato e un'altra coppia sul lato opposto. Questi tre oggetti non sono per ora esattamente posizionabili nell'interno del tumulo, sia per il loro rinvenimento in superficie ed anche perché sono stati sicuramente trascinati dall'aratro, dalla loro giacitura primaria, fino ai limiti della attuale circonferenza del tumulo. Infatti nel disco-corazza sono ancora ben evidenti le rotture e le incisioni lasciate dalla punta di ferro dell'aratro. Si può quindi con sicurezza assegnare al tumulo questi tre pezzi; altre tombe sono poste nelle vicinanze e di cui sono segni evidenti frammenti ossei e lastre calcaree di copertura, presenti sul terreno sconvolto dall'aratro.

Come arrivare

In auto: statale SS244 della Val Badia fino Corvara.

Tipologie